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Intraprendere la strada della fecondazione assistita significa percorrere una strada in salita sia fisicamente che mentalmente. Non è facile decidere di iniziare e non è facile saper superare le sconfitte e andare avanti, così come non è facile saper dire basta.
In questo forum Il Dottor Micioni cercherà di rendere questo percorso meno difficile.

Moderatore: DrGiovanniMicioni

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a.sara
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Messaggio da a.sara »

Buonasera,
è da giovedì che ho iniziato per la terza volta tutta la preparazione per una fivet..(le altre 2 volte ho dovuto sospendere tutto).
Quindi iniezioni sulla pancia e via dicendo.....le ho sempre fatte io, mi sono sempre bucata io e lo facevo con tranquillità.
Oggi è sabato e dopo un pomeriggio all'aria aperta sono tornata a casa per sbucazzarmi.....bè non ci sono riuscita, ero come paralizzata, bloccata...
Mi sono sentita tanto ridicola, ho cominciato a piangere....mio marito era spaesato, non riuscivamo a capire quello che mi stava accadendo.
Ho poi chiesto ad una mia zia di venire a farmele......ovviamente è stata per me una perdita.
Mi chiedo perchè tutto questo, cosa mi sta capitando?
Forse non mi sento pronta ad affrontare tutto un'altra volta, ma allora mi chiedo perchè sono così contenta di poterci riprovare....chiedo aiuto a voi che già tempo fa mi avete saputo consigliare.
Grazie Sara.

DrGiovanniMicioni
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Messaggio da DrGiovanniMicioni »

Gentile signora,

le rispondo con ritardo ma spero che il “blocco” che ha accusato durante la stimolazione ormonale non abbia impedito di poter procedere all’aspirazione follicolare ed al trasferimento in utero degli embrioni.
Si chiede però come mai l’abbia avuto, nonostante fosse contenta di provare una FIVET e/o ICSI e precedentemente non avesse avuto difficoltà, e se questo non rappresenti in fondo un suo non sentirsi pronta.
Riporta che le 2 volte precedenti non aveva fatto fatica a “sbucazzarsi” e però aveva dovuto sospendere tutto; si può immaginare forse per una sua bassa risposta ovarica?
Tutto il percorso della FIVET/ICSI è costeggiato d’incertezze ed ansie riguardo la risposta ovarica, la qualità degli ovociti, la loro fecondazione e numero e qualità embrionaria, il trasferimento in utero e l’ultima psicofisiologicamente particolare e pregnante fase dell’ottenimento o meno dell’agognata gravidanza.
A questo c’è poi d’aggiungere le modificazioni ed oscillazioni umorali e psicologiche che la stimolazione ormonale produce inevitabilmente nella donna, che ha comunque una sua soggettiva reazione, condizionata da molteplici variabili personali-coniugali-relazionali-ambientali-temporali-ecc. ecc., per cui non le si può generalizzare e cambiano sovente nella stessa persona.
Non è quindi assolutamente un percorso facile o solo tecnico-pratico ma sottende la profonda ed intima e soggettiva sofferenza dell’infertilità e del personale conscio ed inconscio desiderio di figlio e l’importanza che la sua realizzazione acquisisce nell’identità femminile e nel progetto di vita e coniugale.
È angosciante e traumatico sentirsi bloccate nel tentativo FIVET/ICSI perché non c’è stata una buona risposta ovarica, o perché non si sono trovati ovociti o non si sono fecondati e ci si sente scippate della speranza di tentare d’avere un figlio e paralizzate, annichilite fisicamente e psicologicamente.
È una dura realtà che a volte si vive e butta ancora più giù e però la speranza col tempo ritorna, si mette un po’ via la sofferenza e ci si riorganizza e ci si prepara a ritentare.
Ma queste intense e profonde ferite ed emozioni non possiamo del tutto dimenticarle, anestetizzarle ed allora, anche se razionalmente ci si sente pronte, a volte le paure ed angosce ad esse legate tornano a manifestarsi nel modo che lei credo cara signora riporta.
Forse si è soffermata ad ascoltare di più il suo desiderio razionale di figlio piuttosto che cercare di meglio elaborare il suo e vostro problema di fertilità e le 2 precedenti stoppate stimolazioni ormonali.
L’infertilità involontaria non è qualcosa che si sceglie ma è una profonda inaspettata sofferenza che ci si ritrova a vivere con una sensazione di totale castrazione della propria libertà e potenzialità di decidere quando realizzare il proprio desiderio di figlio/a.
Ne residua sovente una sensazione di spoliazione delle capacità fisiche, psicologiche ed immaginarie di realizzare e completare se stessi col figlio; di coercizione di doversi sottomettere a pesanti cure fisiche, trattamenti ed alla parcellizzazione e tecnicizzazione di quel magico ed intimo desiderio di concepimento, che rimane comunque incerto anche con l’aiuto medico-tecnico e nonostante tutti i notevoli sforzi e fastidi e rinunce a cui la donna soprattutto si sottomette.
Credo quindi cara signora che debba un po’ meglio ascoltare questa sua parte sofferente, forse offesa, arrabbiata ed impaurita, magari con l’aiuto di tecniche di rilassamento come la riflessologia oltre che con colloqui psicologici, al fine di meglio ritrovare una migliore sintonia emotiva e soprattutto la libertà non solo razionale di decidere cosa fare e quando rimettersi in ballo per realizzare il suo e vostro desiderio di figlio/a.

Cari saluti ed auguri.

Bloccato

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