Gioventù Malandrina - Fan Fiction (Agg. pag. 1 e 2)

Albus Silente attende gli allievi delle case di Molgwarts. Per entrare dovrete svelare il mistero... cosa aprirà la porta di ingresso?
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Stell@
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Gioventù Malandrina - Fan Fiction (Agg. pag. 1 e 2)

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Trattasi del racconto "riveduto e corretto" della fan fiction che avevo scritto per la squadra degli Ippogrifi.
L'avevo sviluppata intorno alle figure di Remus e Sirius perchè così era stato richiesto, però poi l'ho ampliata aggiungendo anche James e Peter.
Il titolo originale era Così nacque la leggenda, ma quando l'ho riscritto l'ho modificato in Gioventù Malandrina.
Eccola qui di seguito...buona lettura!
Baci Stellohomora.

Tutte le immagini sono tratte dal sito http://hpunofficialforum.forumcommunity.net/?f=30681
STELLA
Certe luci non puoi spegnerle

Stell@
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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 1

SIRIUS IL RIBELLE

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L’undicenne Sirius Black passò la barriera per raggiungere il binario 9 ¾ senza nessun entusiasmo.
Non aveva voglia di andare a Hogwarts.
Non aveva voglia di tenere alto l’onore della "Nobile e antica casata dei Black".
Odiava la sua famiglia, odiava le loro manie di grandezza, odiava quel loro vantarsi di essere Purosangue.
Quasi si poteva sentire l’iniziale maiuscola ogni volta che sua madre pronunciava quella parola… Purosangue… L’aveva sentita ripetere ogni singolo giorno della sua vita.
Spesso si chiedeva, immaginando se stesso neonato, se non fosse stata «Purosangue» la prima parola da lui pronunciata.
Ora tutti da lui si aspettavano grandi cose, avrebbe dovuto far onore a Serpeverde: i Black erano Serpeverde da generazioni ed essere un Serpeverde era considerato da tutti il suo destino.
Sapeva anche qual era il grande sogno dei suoi genitori.
Sirius doveva diventare un giorno preside di Hogwarts come suo zio Phineas Nigellus… Il peggior preside che Hogwarts avesse mai avuto!
Questo gli dicevano i bambini con cui giocava di nascosto, bambini i cui genitori appartenevano a Grifondoro, Tassorosso, Corvonero.
I suoi genitori non avrebbero mai approvato quelle amicizie perché i Serpeverde erano una razza di maghi superiori agli altri, i Serpeverde non si mischiavano con quelli di Tassorosso che si vantavano di essere sinceri e leali ma che erano in realtà una massa di rammolliti.
Snobbavano i Corvonero e detestavano la loro intelligenza… ma quale intelligenza! Topi di biblioteca e niente più, sempre chini sui libri senza avere altro scopo nella vita se non quello di studiare!
Ma soprattutto odiavano i Grifondoro, i “coraggiosi, intrepidi, impavidi Grifondoro”, discepoli di quel Godric Grifondoro,che aveva osato sfidare e insultare il grande Salazar Serpeverde.
I nobili genitori di Sirius sarebbero certamente morti di vergogna se avessero saputo che il loro diletto figlio primogenito frequentava certa gente.
Ma l’avrebbero sicuramente ucciso se avessero saputo che ammirava segretamente Godric Grifondoro e desiderava far parte della sua casa!

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 2

REMUS IL MALEDETTO

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Remus Lupin aveva solo 11 anni ma era stato costretto a crescere in fretta.
Da piccolo era stato morso da un lupo mannaro ed era rimasto infettato da quel morbo implacabile e spietato che lo costringeva a trasformarsi in un licantropo ogni volta che sorgeva la luna piena.
I suoi genitori le avevano provate tutte, ma purtroppo non esisteva una contromaledizione, una pozione magica, un incantesimo che potesse cancellare per sempre la disgrazia che aveva colpito il loro bambino.
Remus ogni plenilunio si trasformava in lupo mannaro tra atroci sofferenze, e passava la notte in una stanza segreta che i suoi genitori avevano costruito apposta per lui, ed era lì tra quelle quattro mura che Remus sfogava i suoi istinti animali.
Sua madre avrebbe voluto stargli vicino durante la trasformazione ma sapeva che così facendo avrebbe rischiato lei stessa la vita, perché Remus una volta trasformato non riconosceva più nessuno e niente gli avrebbe impedito di farla a pezzi se solo gli si fosse avvicinata.
Non poteva far altro che aspettare che tutto finisse rimanendo fuori dalla porta.
Aspettava impotente e in lacrime che il suo bambino tornasse normale per poterlo riaccompagnare a casa e proteggerlo con il suo amore fino al plenilunio successivo.
Che Remus potesse frequentare Hogwarts era fuori discussione, e quando arrivò la lettera di Silente tutti pensarono a uno sbaglio.
Albus Silente in persona andò a casa di Remus per parlare con i suoi genitori.
Disse loro che Remus aveva talento e che non era giusto che vivesse segregato fino alla fine dei suoi giorni.
Disse che gli studi fatti per trovare una pozione antitrasformazione avevano dato buoni risultati anche se ancora non esisteva una cura definitiva, ma che, fino ad allora, Remus avrebbe potuto frequentare Hogwarts perché tramite un passaggio segreto avrebbe potuto raggiungere un luogo sicuro in cui trasformarsi senza farsi vedere né essere visto.
Così Remus partì felice, frastornato, incredulo e spaventato a morte.
Silente gli stava dando la possibilità di entrare a far parte del mondo, di poter vivere come tutti gli altri, ma sapeva che se il suo segreto fosse stato scoperto per lui sarebbe stata la fine.
Una volta giunto davanti all’espresso di Hogwarts aveva provato l’impulso di scappare, ma il viso sorridente di sua madre gli aveva fatto cambiare idea e così era salito simulando un coraggio che non provava.
Sul treno aveva fatto finta di dormire per tutto il viaggio per non essere costretto a conversare con nessuno, e infatti nemmeno ricordava più chi c’era nello scompartimento con lui, ma ora il viaggio era finito: prima o poi qualcuno gli avrebbe chiesto chi era, da dove veniva, se era emozionato per il suo primo anno a Hogwarts e Remus temeva quel momento.
Temeva che tutti se ne sarebbero accorti, temeva che avrebbero capito subito qual era il suo segreto, temeva che i suoi sogni di andare ad Hogwarts si sarebbero infranti sul nascere.
“PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE!” gridò una voce possente che apparteneva ad uno degli uomini più grossi ed imponenti che Remus avesse mai visto.
Remus si unì al gruppo dei suoi coetanei che partirono per raggiungere il castello di Hogwarts: avrebbero attraversato il lago che circondava la scuola su minuscole barche , rispettando una tradizione vecchia di secoli.
Remus chiuse gli occhi e sospirò.
Il viaggio più lungo e importante della sua vita stava per cominciare.

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 3

SMISTAMENTO A SORPRESA

Sirius Black attendeva di essere smistato insieme agli altri studenti del primo anno nella sala comune di Hogwarts.
Accanto a lui c’era sua cugina Narcissa che gli stava letteralmente logorando i nervi con le sue ansie.
“Oddio oddio! Cosa farò se non sarò accettata tra i Serpeverde? Sarò il disonore della famiglia…”.
Con grande sollievo di Sirius, che era sul punto di mollarle un calcio negli stinchi pur di farla tacere, Narcissa venne chiamata e smistata nei Serpeverde e andò a sedersi accanto alla sorella maggiore Bellatrix, una delle migliori studentesse di Serpeverde che si era guadagnata proprio quell’anno il titolo di Prefetto.
Subito dopo toccò a Sirius sottoporsi al giudizio del Cappello Parlante.
Prese posto sullo sgabello e con stupore si accorse che il suo cuore aveva accelerato i battiti: non avrebbe mai immaginato di emozionarsi, proprio lui che giocava sempre a fare il duro!
“Pensavo che anche per te il destino sarebbe stato Serpeverde” disse il magico copricapo, non appena si posò sul capo di Sirius. “E invece mi accorgo che nella tua testa ci sono ben altri sogni e ambizioni, e quindi sia come vuoi tu: GRIFONDORO!”.
Un mormorio di stupore si levò tra la maggior parte degli studenti.
La nobile casata dei Black era molto conosciuta, e tutti davano per scontato che anche Sirius sarebbe stato Serpeverde.
Per Sirius fu un’esperienza incredibile e si sentì per la prima volta nella sua vita finalmente felice, soprattutto quando scorse le sue cugine Narcissa e Bellatrix che lo fissavano indignate ed esterrefatte.
Dal tavolo di Corvonero invece la sua terza cugina, Andromeda, gli rivolse un sorriso radioso che Sirius ricambiò con affetto perché Andromeda Black, sorella di Narcissa e Bellatrix, era la sua cugina preferita.
Spesso Sirius e Andromeda scherzando si chiedevano se non fossero nati per sbaglio in quella famiglia di pazzi ed entrambi meditavano di andarsene presto e di vivere una vita lontano da quei Purosangue che detestavano cordialmente.
Prima di sedersi al tavolo dei Grifondoro lanciò un ultimo sguardo a Bellatrix e Narcissa i cui volti sembravano pietrificati in un espressione che oscillava tra lo scandalizzato e il disgustato.
Si strinse nelle spalle e le guardò con un aria fintamente innocente, quasi a voler dir loro: “E che colpa ne ho io? È il cappello che ha deciso!”
Fu accolto con una certa freddezza dai suoi nuovi compagni… e come dar loro torto?
La sua famiglia aveva sempre dimostrato aperta antipatia verso chi apparteneva a Grifondoro, e non se la prese per nulla quando sentì qualcuno sussurrare alle sue spalle: “E’ stato smistato qui per fare la spia dei Serpeverde!”
Aveva a disposizione un intero anno scolastico per far cambiare opinione a chi dubitava di lui e così, tranquillo e rilassato, si unì all’applauso degli altri Grifondoro che accoglievano al loro tavolo Lily Evans.

Anche Remus attendeva nervosamente di essere smistato dal Cappello Parlante.
Guardò il soffitto che riproduceva il cielo: la luna era al suo primo quarto e lui si trovò inevitabilmente a fissarla e a calcolare quanti giorni mancavano alla sua prossima trasformazione.
No, doveva assolutamente distogliere lo sguardo dal soffitto, non doveva concentrarsi così sulla luna altrimenti sarebbe impazzito, già sentiva nelle gambe la voglia di scappare… Non avrebbe potuto funzionare, non avrebbe mai funzionato.
Non poteva frequentare Hogwarts, non poteva!
Il suo sguardo si posò sul tavolo dei professori, e si accorse che Silente lo stava osservando: fu nei suoi occhi che Remus trovò il coraggio che cercava.
Capì in quel momento che Silente lo avrebbe protetto e difeso e all’improvviso la sua condizione gli apparve più sopportabile perché si rese conto che al mondo c’era qualcuno (oltre ai suoi genitori) che credeva in lui ed era pronto ad aiutarlo.
Preso dai suoi pensieri quasi non riconobbe il proprio nome quando arrivò il suo turno.
Sedette nervosamente sullo sgabello e sulla sua testa si posò il Cappello Parlante.
“Tranquillo mio giovane amico…” gli disse il Cappello. “Tutto andrà bene, non c’è niente in te che ti impedisca di diventare un brillante studente e un grande mago…Questo è il mio verdetto: GRIFONDORO!”.
Remus andò a sedersi al tavolo dei Grifondoro col cuore che batteva all’impazzata.
Grifondoro! La casa di suo padre e di suo nonno! La casa dei puri di cuore!
Allora il Cappello Parlante lo giudicava puro, mentre lui si era sempre sentito infetto, sporco, indegno.
Per la prima volta sentì di avere una possibilità nella vita e gli occhi gli si inumidirono.
Guardò ancora verso il tavolo dei professori e vide che Silente lo guardava sorridendo e annuendo in segno di approvazione.
“Grazie professore” sussurrò Remus ricambiando il sorriso. “Prometto che non la deluderò!”

Nel frattempo il Cappello Parlante procedeva con lo Smistamento.
Dopo Remus Lupin fu la volta di Minus Peter e Potter James che divennero a loro volta Grifondoro.
Sirius, Remus, Peter e James non sedettero vicini quella sera, ma cenarono separati per la prima e unica volta in quella che sarebbe stata la loro vita di studenti.

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 4

JAMES IL CAMPIONE

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[i]Più tardi Sirius seguì insieme ai Grifondoro del primo anno i Prefetti che li accompagnavano nelle loro stanze.
Entrò nella camera che gli era stata assegnata insieme ad un ragazzo occhialuto che si passava la mano tra i riccioli castani e ribelli.
“Ma noi ci siamo già visti sul treno! Tu eri quel Serpeverde che sperava di finire a Grifondoro! L’avevo detto io che eri un tipo a posto! Io mi chiamo James Potter”
“Ciao, io sono Sirius Black”
“Black? “Quei” Black? Quelli che stanno a Londra nel palazzo di Grimmauld Place?”
“Proprio loro!”
“Caspita….Saranno un bel po’ arrabbiati a casa tua!”
“Immagino di sì!” disse Sirius scoppiando a ridere “Infatti non vedo l’ora di mandare un gufo a mia mamma per informarla! Mi dispiace solo di non essere lì a godermi la scena!”
James si mise a ridere assieme a Sirius che disse: “Mia madre si consolerà l’anno prossimo quando arriverà ad Hogwarts mio fratello Regulus! Lui è Serpeverde fino al midollo!”
“In compenso a Serpeverde ci è finito quel ragazzo coi capelli unti, quello che tu sul treno hai chiamato Mocciosus! Direi che ti è proprio andata bene, come si può anche solo pensare di frequentare la scuola con tipi del genere!” disse James rabbrividendo per il disgusto.
“La sua ragazza invece è dei nostri!” osservò Sirius
“Ma chi? Quella carina che lo ha difeso? Sta insieme a lui? Ne sei sicuro?”
“Io ho avuto questa impressione perché sono stati sempre insieme, mi sembravano così uniti, e poi lui è innamorato perso, la guardava in un modo…Certo che le donne a volte hanno proprio gusti strani!”
“Stare con i Grifondoro le farà bene, magari cambierà idea…E’ proprio sprecata per un tipo simile!”
L’ingresso di Remus nella stanza interruppe la loro conversazione.
“Ciao, tu come ti chiami?”
“Remus Lupin”
“Io sono James Potter e lui e Sirius Black…Stai attento perché è un Serpeverde in incognito!”
“Non farci caso non sa quello che dice” disse Sirius sorridendo davanti alla faccia stupita di Remus “Allora, vedo che James ha già occupato il letto vicino alla finestra, peccato lo volevo io…”
“Scusa amico ma ho scelto questo posto perché questa parete è l’ideale per attaccare il mio poster dei Cannoni di Chudley!”
“Ah, ti piace il Quidditch? Io non sono un grande appassionato, al contrario di mio fratello!” disse Sirius
“Ma tu sei una contraddizione vivente!” esclamò James “E tu invece? Qual è la tua squadra del cuore?” chiese a Lupin che rispose un po’ imbarazzato: “Ma io…veramente…non è che….”
“Ma con chi sono capitato? Ragazzi così non va…dovrò convertirvi al Quidditch al più presto possibile! Io spero di essere ammesso nella squadra, sono parecchio bravo come Cercatore! Lo sapete che cos’è un Cercatore vero?”
“Dai, non sono un gran tifoso ma non sono così ignorante” disse Sirius ridendo
“Io gioco come Cercatore da quando avevo 6 anni” iniziò a spiegare James “Ho iniziato nella squadra giovanile del Godric’s Hollow! Ora che non posso più giocare per loro perché sono qui a Hogwarts sono disperati, hanno detto che difficilmente ne troveranno un altro bravo come me!”
“Anch’io faccio il tifo per i Cannoni di Chudley….” disse una voce flebile alle loro spalle.
Sirius, Remus e James si voltarono e videro un ragazzino piccolo biondo e timido che li guardava quasi come se volesse scusarsi per essere lì.
“E tu chi sei?” chiese Remus
“Sono Peter Minus….Anch’io dovrò dormire qui”


[/i][/i]

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 5

PETER L'INVISIBILE

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Peter Minus non si era stupito del fatto che Remus, Sirius e James non si fossero accorti della sua presenza perché difficilmente la gente lo notava e lui faceva di tutto per passare inosservato.
Il ragazzo, timido e insicuro, era abituato da sempre a comportarsi come se fosse invisibile perché aveva troppa paura degli altri e troppa poca stima di sé.
Nella sua famiglia avevano creduto per un pezzo che lui fosse un Magonò perché i suoi poteri magici erano scarsissimi, ma poi era arrivata la lettera da Hogwarts, e Peter aveva avuto per la prima volta in vita sua la certezza di non essere poi così diverso dagli altri anche se la prospettiva di andare alla scuola di magia lo terrorizzava perché sapeva che avrebbe incontrato maghi di un livello certamente superiore al suo.
Tutti i suoi timori si erano concretizzati quando aveva visto i suoi compagni di stanza.
Sirius e James, belli, fieri e sicuri di sè avevano fatto precipitare ai minimi termini la sua già bassa autostima.
L’unico che non gli incuteva timore era Remus, ma allo stesso tempo Peter intuiva che sotto l’aspetto tranquillo di Remus si nascondeva una vivace intelligenza con la quale non avrebbe mai potuto competere.
Peter si sentiva già schiacciato dalla forte personalità dei suoi tre compagni di stanza, e rimase assolutamente sbalordito quando gli strinsero la mano e lo coinvolsero nella conversazione.
“Per fortuna avrò qualcuno in camera con cui parlare di Quidditich, stavo già pensando di cambiare stanza!” disse ridendo James
“Io invece credo che cambierò stanza perché non ne posso già più di sentir parlare di Quidditch!” esclamò Sirius
“Nemmeno io sono un gran tifoso” gli ricordò Remus “Vorrà dire che se questi due diventeranno troppo noiosi uniremo le nostre forze per farli tacere!”
I quattro ragazzi passarono la notte in bianco tra chiacchiere, scherzi e risate e il mattino dopo a colazione avevano un aspetto spaventoso e seguire il primo giorno di lezioni fu un impresa assai difficile.
Tra Sirius e James era già nata una forte complicità, mentre Remus, impegnato a confortare e rassicurare il timido Peter, aveva dimenticato tutte le sue paure.
Quella notte iniziò la loro amicizia.
Quella notte fu segnato il loro destino.

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 6

QUATTRO AMICI ED UN SEGRETO

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[size=14]Sirius, James, Remus e Peter divennero presto un quartetto molto popolare tra le mura di Hogwarts, e visto che si divertivano a combinare scherzi di ogni tipo (soprattutto James e Sirius) erano stati soprannominati I Quattro Malandrini.
Con loro Remus divideva tutto.
Le ore di studio, le ansie da compito in classe e da interrogazione, il tifo sugli spalti del Grifondoro durante le partite di Quidditch che vedevano impegnato James nelle vesti di Cercatore, le confidenze sulle ragazze di Hogwarts che piacevano di più all’uno o all’altro.
In particolar modo facevano finta di non accorgersi che James si era disperatamente innamorato a prima vista di Lily Evans, anche se lui diceva sempre che non gliene importava nulla quando la ragazza (sempre) lo respingeva perché lo trovava arrogante e presuntuoso.
C’era solo una cosa che Remus non aveva condiviso con loro: la sua condizione di lupo mannaro.
All’inizio i suoi compagni non si erano insospettiti perché Remus aveva un aspetto piuttosto gracile e non era difficile crederlo malato, ma poi, avevando notato che le assenze per malattia dell’amico si verificavano con una certa regolarità, Sirius, studente brillante ed intelligente benché Malandrino, aveva cominciato a tenerlo d’occhio e ad analizzare i suoi sintomi.
Aveva poi espresso i suoi sospetti a James il quale, per avere una conferma sicura di ciò che Sirius sosteneva, aveva compiuto una “casuale passeggiata notturna” sotto il Mantello dell’Invisibilità alla volta dell’infermeria e aveva ascoltato un interessante conversazione tra Madama Chips e Remus che giaceva nel letto sofferente e ferito dopo l’ennesima e dolorosa trasformazione.
“Remus, fatti coraggio…” gli aveva detto Madama Chips “I Guaritori del San Mungo forse hanno trovato un rimedio, una pozione che ti renderà innocuo però non so quanto tempo ci vorrà prima che sia pronta”
“Sono disposto a fare da cavia…A sperimentarla su me stesso…Farei di tutto purchè questo tormento finisca! A volte vorrei morire….”
Nella voce di Remus si sentiva angoscia, dolore e disperazione e James era rabbrividito nel sentirlo parlare così.
Perché il loro amico si era tenuto tutto dentro?
Era proprio giunto il momento di aiutarlo!
James era corso da Sirius a riferirgli tutto e così i due amici avevano aspettato che Remus facesse ritorno al dormitorio per affrontare la questione una volta per tutte.
“Credevo che fossimo amici!” gli aveva detto Sirius quando Remus era tornato dall’infermeria “E invece abbiamo scoperto che ci racconti un sacco di bugie!”
Remus era impallidito e aveva tentato di negare accampando ogni serie di scuse e giustificazioni una più zoppicante dell’altra.
“Ma no…ma che dici Sirius…Ho la mamma malata e devo andare a trovarla…E poi sono un po’ anemico…Ho la pressione bassa….Ho le vertigini…”
“Sì, praticamente hai un piede nella fossa! Dai, smettila di fingere, sei perfettamente sano….Hai solamente un piccolo problema peloso!” disse James strizzandogli l’occhio.
“Per farla breve sei un lupo mannaro.” concluse Sirius
“Un lupo mannaro????” esclamò Peter “Ma dai, smettetela di dire cose assurde! Perché lo trattate così?”
“No, non stanno dicendo delle assurdità. E’ tutto vero.” disse Remus che aveva capito che era inutile fingere. “Se non mi volete più in camera con voi vi capisco…Parlerò con Silente e mi farò trasferire…Però per piacere non ditelo a nessuno! Finora non sono mai stato pericoloso per voi e per gli altri, e se si saprà dovrò lasciare la scuola! Lasciatemi finire gli studi, per me è importante, altrimenti non avrò mai un futuro! E scusatemi se non ve l’ho detto…Ma non volevo perdere la vostra amicizia….”
“Smettila di piangerti addosso e stacci a sentire una volta per tutte, altrimenti va a finire che la nostra amicizia la perdi sul serio!” disse Sirius “Ma non hai capito che vogliamo aiutarti? Non hai capito che per me e per James rimani sempre un amico? Non hai capito che ci non importa se sei un lupo mannaro? E credo che nemmeno a te importi….vero Peter?”
“Sì, non mi importa davvero….” si affrettò a confermare Peter che non avrebbe mai osato contraddire Sirius.
“Dicci solo cosa possiamo fare per aiutarti” disse James “Noi siamo qui per te”
“Voi non sapete cosa significa tutto questo per me….” disse Remus con la voce rotta dall’emozione.
Voleva dire tante cose ma un nodo in gola gli impediva di parlare, così si mosse verso i suoi amici e li strinse in un abbraccio che valeva più di mille parole.
“Dai, ora basta Lunastorta…O qualcuno penserà che siamo innamorati!” disse Sirius staccandosi da Remus e asciugandosi gli occhi con la mano.
“Accidenti a questo polline che mi entra negli occhi, chiudetela questa maledetta finestra!” esclamò poi mentre voltava le spalle ai compagni di stanza e si affannava a chiudere una finestra che non era mai stata aperta.
“Eh sì…dannate allergie di stagione…” disse James sforzandosi di non ridere e scambiando un occhiata divertita con Peter e Remus, anche loro fermamente decisi a credere alla bugia di Sirius.
Il loro amico aveva una reputazione da difendere e non sarebbero di certo stati loro a rovinargliela!
“Dì un po’ ma come mi hai chiamato? Lunastorta?”
“Ti piace come soprannome?”
“Direi che è fatto apposta per me…bravo Sirius, tu sì che mi conosci bene!” disse Remus ridendo.
Fu così che la loro amicizia si rafforzò, proprio grazie a quel segreto condiviso, e finalmente Remus potè parlare liberamente e sfogare tutta l’angoscia, la paura e l’amarezza che l’avevano tormentato in quei lunghi anni in cui aveva dovuto sopportare da solo il peso della maledizione con la quale era costretto a convivere.

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 7

COSì NACQUE LA LEGGENDA

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Passarono gli anni ,il tempo era volato dal giorno dello Smistamento, e la vita di Remus era cambiata come mai avrebbe osato sperare.
A Hogwarts si era fatto onore, era stato nominato prefetto e c’erano buone probabilità che diventasse Caposcuola ed era determinato a passare con il massimo dei voti i G.U.F.O. che l'attendevano quell'anno.
Iniziava a pensare al futuro.....
Si sentiva portato per l’insegnamento, e gli sarebbe piaciuto poter insegnare Difesa contro le Arti Oscure: chi meglio di lui, colpito da una maledizione, poteva capire quanto fosse importante difendersi dalle creature maligne che popolavano il mondo magico?
La famosa pozione antilupo ancora non era stata scoperta, e così quando arrivava la luna piena, prima che calasse la notte, Madama Chips accompagnava Remus al Platano Picchiatore, il terribile albero che sferzava violentemente chiunque osasse avvicinarglisi troppo e che era stato piantato proprio per proteggere Remus e il suo terribile segreto.
Sotto il Platano Picchiatore si nascondeva infatti il passaggio segreto che conduceva Remus nella Stamberga Strillante di Hogsmeade.
Era lì che lui si recava per potersi trasformare in lupo mannaro e sfogare la sua furia senza essere visto e senza fare del male a nessuno.
I Quattro Malandrini ormai avevano stabilito un piccolo rito per le notti di luna piena, ed era una cosa estremamente semplice ma che per Remus significava molto.
Infatti, poco prima che Madama Chips venisse a prenderlo, Remus saliva nella sua camera e lì attendeva Sirius, Peter e James che venivano a salutarlo.
Il sostegno dei suoi amici prima della trasformazione era diventato vitale per lui.
Sirius, James e Peter erano straordinari in quelle circostanze.
Gli davano coraggio.
Gli dicevano che una volta tornato al dormitorio lo avrebbero aggiornato sui pettegolezzi della scuola.
Gli raccontavano delle storie buffe.
Facevano progetti riguardo a quel che avrebbero fatto una volta che fosse rientrato, bevevano una Burrobirra insieme, e lui scendeva nel sotterraneo col sorriso sulle labbra.
Da quando i suoi amici gli facevano quelle visite aveva l’impressione che le sue trasformazioni fossero meno dolorose.
Non poteva immaginare quanto grande fosse la sofferenza di Sirius, James e Peter ogni volta che lo vedevano andare via, di quanto si sentissero arrabbiati, impotenti e frustrati per non poter far nulla di più per aiutare Remus.
Non immaginava che Sirius, James e Peter nelle notti di luna piena andavano a dormire presto, senza quasi rivolgersi la parola, ognuno immerso in cupi pensieri, e sarebbe rimasto letteralmente allibito se avesse scoperto che i tre Malandrini a volte avevano anche versato qualche lacrima pensando alla triste condizione del loro amico.
Quella volta però nessuno venne.
Remus non poteva aspettare ancora per troppo tempo, e così, amareggiato, si avviò verso il passaggio segreto.
Perché mai non erano venuti?
“Spero non sia successo loro qualcosa di grave” pensò Remus mentre si sedeva sul divano impolverato del salotto della Stamberga Strillante fissando il cielo che diventava sempre più scuro.
Presto la luna sarebbe arrivata…
“Cucù! Ti è piaciuta la sorpresa?”
A Remus venne quasi un infarto quando vide sbucare dal nulla Sirius, Peter e James.
“Ma che diavolo….”
“Ti abbiamo seguito nascosti sotto il mantello dell’invisibilità di James! Se ti avessimo detto che volevamo venire qui con te non ce lo avresti mai permesso… Peter aveva addirittura paura che tu ci scagliassi contro la maledizione Cruciatus!” disse Sirius, che se la stava godendo un mondo.
“Ma voi siete pazzi! Tornate subito indietro! Fra poco mi trasformerò e non avrò bisogno della maledizione Cruciatus per farvi del male! Vi ucciderò a morsi, vi mangerò vivi!”
“Dai, Remus, rilassati…” disse James, offrendogli una Burrobirra. “Ci credi così stupidi? Certo che abbiamo calcolato i rischi. Ora stai a vedere: abbiamo una sorpresa per te!”
Sirius e James si misero l’uno di fianco all’altro e pochi secondi dopo al loro posto apparvero un cervo e un grosso cane nero.
“Ma cosa…” balbettò Remus sempre più sbalordito
“Ce l’hanno fatta, loro!, a diventare Animaghi!” sospirò Peter. “Io volevo trasformarmi in cavallo ma non mi riesce, ora sto provando a diventare un topo, spero di avere più fortuna la prossima volta. Ad ogni modo ti presento Sirius Felpato e James Ramoso. Si sono dati questi soprannomi…Stanotte ti terranno compagnia quando diventerai lupo...”.
“Ma io… ma io potrei aggredirli!” ribatté Remus.
“Stai tranquillo. È una fortuna che io non sia riuscito a trasformarmi. Se diventerai aggressivo con loro ti Schianterò e poi scapperemo!” spiegò Peter.
“Tu… mi Schianterai??” disse Remus incredulo.
“Assolutamente no!” esclamò Sirius tornato normale. “Sarò io a Schiantarti se sarà necessario! Non vorrei mai privarmi di questo piacere!”.
Sirius iniziò a ridere e Remus, suo malgrado, si unì alla sua risata.
All’improvviso però il suo sorriso divenne una smorfia di sofferenza, e Peter, pallido come un morto, indicò la finestra alle loro spalle: “La luna…” disse con un filo di voce mentre Remus cominciava ad essere scosso dai primi spasmi che preannunciavano la trasformazione.
“Non… guardatemi…” mormorò Remus e corse nella stanza accanto.
Sirius, James e Peter rimasero in mezzo al salotto paralizzati dal terrore.
Un conto era sapere che Remus si trasformava in lupo, altra cosa era assistere di persona alla sua trasformazione!
I tre amici si avvicinarono il più possibile l’uno all’altro tenendo le bacchette puntate verso la stanza da cui prima o poi sarebbe apparso Remus trasformato.
“Non posso farcela. Non posso….” disse Peter e fece per andarsene ma Sirius lo bloccò. “Se scappi giuro che ti faccio a pezzi! Credi di essere il solo qui ad avere paura?”.
In quel momento i terribili rumori della trasformazione cessarono e iniziarono gli ululati di Remus che uscì dalla stanza e si fermò a fissarli con gli occhi iniettati di sangue.
James sentì le forze venirgli meno: come biasimare Peter se voleva scappare?
Fu Sirius a prendere in mano la situazione.
Si trasformò in Felpato e si avvicinò a Lupin, e i due animali si fissarono per un tempo infinito.
James divenne Ramoso e andò ad aiutare Felpato mentre Peter tenne coraggiosamente la bacchetta puntata contro Remus, pronto a scagliare lo Schiantesimo che avrebbe salvato la vita ai suoi amici.
Lupin improvvisamente abbassò la guardia, i suoi occhi divennero più mansueti e si avvicinò a Felpato e Ramoso.
Peter si rese conto con meraviglia che Remus aveva riconosciuto i suoi amici.
Felpato con una zampata aprì la porta della Stamberga Strillante, si voltò verso Peter, Lupin e Ramoso e abbaiò indicando con la testa il villaggio di Hogsmeade.
Lupin lo seguì mentre Ramoso agganciò con le sue corna il mantello dell’invisibilità, lo portò a Peter che lo indossò.
Poi il cervo si inginocchiò per permettere all’amico di salire sopra di lui.
“Non correre troppo velocemente, Ramoso. Soffro di vertigini!” disse Peter nascosto dal Mantello, e insieme raggiunsero Felpato e Lupin che li attendevano poco lontano.
Ebbe così inizio la notte più bella, strana, pazza e entusiasmante della loro vita.
I quattro amici girarono indisturbati il villaggio di Hogsmeade e i loro dintorni, e all’improvviso Peter, al culmine dell’emozione, riuscì a trasformarsi in topo. Ora erano tutti Animaghi come avevano sempre desiderato!
Poco prima che sorgesse il sole riaccompagnarono Remus alla Stamberga Strillante.
All’alba Madama Chips e Silente sarebbero venuti a prenderlo e non potevano certo farsi trovare lì!
Sirius, Peter e James, protetti dal mantello, rientrarono nella loro stanza e dopo sole due ore di sonno si recarono alla lezione di Trasfigurazione ma capirono ben poco di ciò che la professoressa McGrannit spiegò loro.
Dopo pranzo rientrarono nella loro camera attendendo con impazienza Remus, e quando l’amico arrivò tutti notarono subito che non aveva la solita aria triste, abbattuta e sofferente che accompagnava ogni sui ritorno alla normalità dopo la trasformazione.
Remus, sorridendo come forse mai aveva fatto in tutta la sua vita, disse agli amici: “Mi ricordo tutto! Per la prima volta ricordo quello che ho fatto mentre ero un lupo!”.
Sirius, James e Peter lanciarono grida di gioia e corsero ad abbracciare l’amico.
Passarono il resto della giornata cercando un soprannome adatto a Peter e alla fine lo trovarono: Codaliscia.
“Quella di ieri sera è stata solo la prima di tante notti folli!” disse Sirius “Vedrai Remus…Le notti di luna piena diventeranno le più belle della tua vita!”
Così nacque la leggenda di Felpato, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia, i Quattro Malandrini di Hogwarts che in seguito avrebbero creato la Mappa del Malandrino e che insieme fecero ogni tipo di misfatto giurando sempre solennemente di non avere buone intenzioni.

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Messaggio da galadriel_68 »

ebbrava!!!!!!!
hai mai pensato ad illustrare qualche scena??
allora forse solo dovrei chiedervi
se del dolore acuto del mio respiro
io debba in quell'attimo gioire

perché non avere più dolore
sarebbe non aver più respiro.

(Dyla)

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Messaggio da Stell@ »

galadriel_68 ha scritto:ebbrava!!!!!!!
hai mai pensato ad illustrare qualche scena??
Grazie sono contenta che ti sia piaciuta, spero che me la pubblichino presto su Acciofanfiction! :D
Sono negata col disegno!
Si possono postare qui i disegni fatti dai fans negli altri siti?
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Messaggio da galadriel_68 »

si, cita la fonte
allora forse solo dovrei chiedervi
se del dolore acuto del mio respiro
io debba in quell'attimo gioire

perché non avere più dolore
sarebbe non aver più respiro.

(Dyla)

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Messaggio da Stell@ »

galadriel_68 ha scritto:si, cita la fonte
Fatto il misfatto! :mrgreen:
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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 8

UNA NOTTE MALEDETTA


Mocciusus stava proprio passando il limite.
Da un po’ di tempo il suo obiettivo principale era quello di lanciare frecciatine a Remus col chiaro intento di scoprire come mai si ammalasse una volta al mese.
Ogni volta Sirius si infuriava e insieme a James sferrava dei veri e propri attacchi frontali a Severus e più di una volta i due erano finiti in punizione per questo motivo.
Remus aveva cercato di placare gli animi, aveva implorato James e Sirius di lasciar perdere, aveva spiegato loro che a lui le punzecchiature di Severus non facevano nessun effetto ma i due amici, e Sirius in particolare, erano più che mai decisi a difendere Remus e poi, a dirla tutta, la curiosità del Serpeverde offriva loro un buon pretesto per maltrattare l’odiato Mocciosus ogni volta che se ne presentava l’occasione.
Fu così che arrivò quella maledetta notte di luna piena.
Remus era già andato al Platano Picchiatore, e Sirius, James e Peter si stavano rilassando davanti al camino della Sala Comune in attesa di raggiungere il loro amico per dar vita ad un'altra notte folle di Codaliscia, Felpato, Ramoso e Lunastorta.
“Dai andiamo ragazzi…Remus ormai si sarà già trasformato!” disse Peter.
“Ragazzi, stanotte sì che ci divertiamo!!!” disse Sirius traffigendoli con il suo tipico sguardo da Malandrino.
Peter cominciò a preoccuparsi, perché quando Sirius aveva quella luce negli occhi significava solo una cosa: guai in vista.
“Ora vi racconto….Oggi pomeriggio ero in biblioteca…Sapete com’è qualche volta anche a me capita di studiare, e poi speravo di incontare una di Tassorosso che…Vabbè, ma questa è un’altra storia! Insomma per farla breve ho sentito Mocciosus che parlava con uno dei suoi degni compari Serpeverde e diceva: “Scommetto che anche stasera quel pidocchioso di Remus sparirà! Darei qualsiasi cosa per sapere dove va ogni volta!”
“Voi lo capirete, non potevo farmi scappare una simile occasione, e così ho intercettato il buon vecchio Mocciosus e tramite un Incantesimo Confundus eseguito a regola d’arte l’ho persuaso a recarsi al Platano Picchiatore stanotte e a scendere nel passaggio segreto. Quello che non sa è che troverà un lupo mannaro pronto a dargli un degno benvenuto! Dite la verità…sono un genio, vero?”
“Non sei un genio….Sei un idiota…Un imbecille…Un bastardo!” tuonò James
Peter cadde dalla sedia per la sopresa e Sirius lo fissò ad occhi sbarrati: ma aveva sentito proprio bene?
“Forse sono ancora in tempo…Ma non finisce qui sai? Faremo i conti dopo io e te!” disse puntando l’indice minaccioso contro Sirius e precipitandosi fuori dalla Sala Comune a tutta velocità.
Dopo una folle corsa nel parco finalmente vide la sagoma del Platano Picchiatore in lontananza e vide anche qualcos’altro: una figura incappucciata che stava per premere il nodo che avrebbe bloccato la pianta.
“SEVERUS! FERMATI! SEVERUS NON FARLO!” urlò ma Severus non lo sentì o fece finta di non sentirlo e sparì nella porta segreta.
James non aveva scelta: doveva seguirlo.
Si addentrò nel corridoio buio e sentì un urlo che gli fece gelare il sangue: Severus aveva visto Remus.
Corse più in fretta che potè e vide Severus Piton paralizzato dall’orrore mentre Remus si preparava a balzargli addosso pronto a morderlo e a farlo a pezzi.
“REMUS NO! FERMATI!” urlò James.
Il lupo mannaro si immobilizzò e guardò James.
“Sono io…Mi riconosci? Lascialo stare….Ora ce ne andiamo….” disse afferrando Severus per un braccio e iniziando ad indietreggiare.
Remus però non lo aveva riconosciuto, non avrebbe mai potuto farlo quando era completamente trasformato, e così spiccò un balzo.
“Perdonami amico….Ma devo farlo….Stupeficium!” gridò James e Remus cadde a terra Schiantato.
“Presto, fuori di qui!”
James e Severus corsero fuori dal passaggio segreto e una volta fuori ed al sicuro si lasciarono cadere nell’erba respirando affannosamente.
“James stai bene? James dì qualcosa…cos’è successo, dov’è Lunastorta?” chiese Peter che gli era corso dietro insieme a Sirius.
“Tu….brutto bastardo….Adesso me la paghi!!!!!!!!!” gridò James preso da una furia cieca alla sola vista di Sirius.
Per un attimo pensò di Schiantare anche lui ma si rese conto che non gli avrebbe dato soddisfazione, aveva una gran voglia di mettergli le mani addosso e fargli male, molto male, e così sferrò un pugno in pieno petto a Sirius che cadde a terra piegato in due.
“James….calmati….ti prego….” supplicò Peter spaventato dalla reazione dell’amico.
“Calmarmi? Ma ti rendi conto di cosa sarebbe successo se io non fossi intervenuto? Ho dovuto Schiantarlo! Ti rendi conto di quello che ho fatto? Ho schiantato Remus! Severus sarebbe morto altrimenti! E l’assassino sarebbe stato Remus! Ci hai pensato Sirius? Dimmi, ci hai pensato? No che non ci hai pensato! Perché tu non pensi mai alle conseguenze, mai!!!!!”
James gli si avventò di nuovo addosso e ben presto i due diedero vita ad una rissa in piena regola che vedeva James decisamente in vantaggio.
“Volete smetterla? Smettetela! Smettetela voi due! Petrificus totalus!” gridò Peter immobilizzando Sirius e James “Mentre voi lottavate Piton è andato da Silente! Vuole raccontargli ogni cosa, vuole dirgli che tutti noi eravamo d’accordo, vuole farci espellere tutti quanti!”
“Dai, alzati, su!” disse James sollevando Sirius di peso e sferrandogli un calcio nel sedere “Ora andiamo tutti quanti da Silente, e tu gli spiegherai come sono andate le cose, e, ti giuro, se verremo espulsi per colpa tua ti farò pentire di essere nato!”

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GIOVENTU' MALANDRINA - CAPITOLO 9

IL CASTIGO DI SILENTE


“Volevano uccidermi professore! Volevano uccidermi! Lo capisce? Deve buttarli fuori tutti quanti! E soprattutto quello…Quel Lupo Mannaro…”
“Calmati Severus…Quello che mi hai raccontato è molto grave…Ora per prima cosa manderò a chiamare….”
Non fece in tempo a finire la frase perché Peter, James e Sirius irruppero nel suo ufficio a rotta di collo.
“Loro non c’entrano…Colpa mia…Sono stato io…Loro non c’entrano…Ho fatto tutto io…L’ho Confuso io Severus…Loro non c’entrano…” ansimava Sirius.
“Sirius! Chi ti ha ridotto così?” disse Silente guardando il faccia il ragazzo che aveva un occhio nero, il labbro spaccato e il naso sanguinante.
“E’ stato James…Ma non lo punisca…Non li punisca…Punisca me…Deve espellere solo me…Remus non lo sapeva…Non lo mandi via…Lui non c’entra…Lui non c’entra!”
Con pazienza Silente si fece raccontare tutto quanto e poi rimase seduto alla scrivania con le mani unite davanti al volto e gli occhi chiusi riflettendo sul da farsi e alla fine parlò.
“Severus, tu non sarai punito. Eri Confuso e non hai agito di tua spontanea volontà, quindi non hai infranto nessuna regola. Sarai però punito, anzi, espulso, se farai parola con qualcuno di ciò che hai visto stanotte sotto il Platano Picchiatore.”
“Ma Professore…Remus Lupin è un Lupo Mannaro…E’ pericoloso….Non può continuare a frequentare la scuola!”
“Severus, fino a prova contraria sono io il Preside, e decido io chi può frequentare o no la nostra scuola. Remus è con noi da sei anni, e non ci sono mai stati problemi, quindi per quel che mi riguarda può completare i suoi studi e non mi importa se tu non sei d’accordo. E, te lo ripeto, non dire mai e dico mai a nessuno quello che hai visto stanotte. Se accadrà saprò che sei stato tu e non avrò bisogno del Veritaserum per scoprirlo, visto che sono un Legilimens perfettamente in grado di tenere testa anche ad un eccezionale Occlumante come te! E ora vai Severus…E ricordati ciò che ti ho detto: non parlarne mai!”
Severus si alzò un po’ contrariato: avrebbe preferito rimanere per assistere alla fine di Sirius Black e dei suoi degni compari ma ritenne che non era prudente contrariare Silente e così scivolò fuori dalla porta silenzioso come sempre.
“Sono molto deluso da te” disse il professor Silente a Sirius che chinò il capo incapace di sostenere lo sguardo del Preside “Sapevo che tra te e Severus non correva buon sangue, ma che tu arrivassi addirittura a metterlo in pericolo di vita…E che conseguenze ha avuto questo tuo brillante scherzo? Che Severus ha scoperto l’identità di Remus, e questo non doveva succedere Sirius…Non doveva assolutamente succedere.”
“Preside….Se vuole espellermi ha perfettamente ragione…Ma mi creda…James, Peter e Remus non sapevano niente, è stata una mia idea!”
“Non ho dubbi che sia stata una tua idea Sirius. Remus non sarebbe mai stato complice di uno scherzo simile, e la reazione di James è la prova evidente che nemmeno lui sapeva nulla. James non ti avrebbe mai permesso di effettuare il tuo diabolico piano se tu glielo avessi confidato prima perché James, a differenza di te, ha capito subito che la vera vittima di questo scherzo sarebbe stata Remus e non Severus. Ciò che hai fatto è molto grave Sirius…Ma non sarai espulso.”
“Che cosa????” esclamarono all’unisono Peter, James e Sirius, increduli e stupefatti.
“Se ti buttassi fuori da Hogwarts che ne sarebbe di te? Dove andresti? Che faresti? Tu hai cuore Sirius, hai coraggio, sei un amico sincero e leale. Sei disposto a difendere i tuoi amici a costo della vita. Ma non sei capace di proteggerti da te stesso. Ami troppo il rischio per pensare alle conseguenze. Se tu stasera uscissi da Hogwarts diventeresti un reietto e io non posso permetterlo. In futuro avremo bisogno di gente come te. Non possiamo perderti. Quindi non sarai espulso, ma sarai punito. E la tua punizione sarà proprio rimanere qui ad Hogwarts. Domani spiegherai a Remus cos’è successo stanotte. E spiegherai anche ai tuoi compagni come mai, per causa tua, sono stati tolti tutti i punti accumulati quest’anno dal Grifondoro. Spero che troverai una scusa plausibile visto che non potrai raccontare la verità. Credimi Sirius… probabilmente rimpiangerai di essere rimasto ad Hogwarts! E ora andate. Si è fatto tardi.”
James e Peter uscirono dall’ufficio di Silente e accelerarono il passo lasciando indietro Sirius.
“Aspettatemi…Aspettatemi….” gridò lui.
Ma James e Peter non si voltarono e lo lasciarono solo.

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