jewel ha scritto:L'apetto emotivo è alla base di ogni attività cognitiva pertanto è fondamentale l'emotività del ragazzino che manifesta tale disturno.
Gli adulti non devono sottovalutare il come si sente lui dentro, la percezione che ha di sè. Il discorso è ovviamente generale perchè , come sempre, ogni persona è un individuo a sè. Laddove l'adulto mette in primo piano l'emotività del bambino ha già fatto un enorme passo avanti. Porre attenzione non significa che bisogna compatirlo, giustificarlo, passare qualunque cosa. Significa comprenderlo, calarsi nei suoi panni. in due parole essere empatici. L'empatia non è una pratica semplice, alcuni ce l'hanno innata, per altri richiede un attento costante esercizio, ma provarci diventa imperativo.
Detto ciò, però, mi sto interrogando da tempo su un altro aspetto: le emozioni degli adulti.
Gli adulti che non sono solo i genitori ma anche gli insegnanti.
Anche qui bisogna fare un distinguo tra quelli ancorati ai loro pregiudizi (sia da una parte sia dall'altra) che non riescono ad andare oltre il proprio naso, e quelli che capiscono e prendono a cuore le situzioni dei piccoli.
chi cura l'emotività dei grandi?
Ogni mamma vorrebbe che il proprio figlio fosse perfetto, che rispondesse ai canoni comuni di perfezione e quando non è così, quando la sua perfezione si manifesta in modo diverso, entrano in gioco brutti e pericolosi sentimenti, primo fra tutti il senso di colpa. La mamma cerca le cause, le cerca ovunque dall'albero genealogico, alla gravidanza, al parto, alla vita prenatale....Si sente colpevole. Ma chi può sollevarla da questo peso?
Terribile è poi l'inevitabile confronto con la realtà: vedere bambini che riescono in certe cose con una facilità estrema e il proprio figlio arranca annaspa e ha bisogno del nostro supporto costante. Per la mamma ogni insuccesso è un colpo al cuore perchè sa quanta fatica è costato quel 6....la mamma sa che il bambino avrà di fronte a sè anni di frustrazioni e fatiche perchè anche se incontrerà insegnanti comprensivi ed empatici rimarrà comunque la percezione di sè, il confronto con i compagni, si renderà conto che se Pierino legge una volta e sa ripetere, lui avrà bisogno di un lettore e tanta concentrazione per riuscire a ripetere, sa che a una certa autonomia , quell'autonomia che i compagni hanno già, lui ci arriverà tra anni....
Mi chiedo ancora una volta: chi sostiene noi adulti coinvolti e stravolti da queste problematiche?
jewel
quoterei ogni parola punteggiatura compresa di questo tuo intervento, ma ho voluto quotare questo perchè ieri per la prima volta in 6 anni mi sono sentita esattamente così
e sono stata male.... malissimo.... ho pensato anche a rivolgermi ad uno psicoterapeuta perchè il peso e il dolore non riesco più a tenerlo e controllarlo.
La cosa ancor peggiore per me è che anch'Io sono DSA sono dislessica e la scuola pur amando studiare per me era un incubo quotidiano.
Ieri e la scorsa settimana ho portato mio figlio al BG per il DH che annualmente ha e che monitora i suoi progressi. Era ansioso, iperattivo, oppositivo e sono convinta che il suo stato era pesantemente influenzato dalla mia ansia e desiderio che eseguisse i test in modo eccellente.... invece.... niente.... emerge in modo rilevante il disturbo attentivo e il problema sulla manualità fine.
Ho scritto un sms a mio marito dicendogli che volevo mollare tutto: terapie, verifiche e attività, tanto dovevamo accettarlo così com'era e che non sarebbe migliorato più di così.
Ho avuto timore di mettermi a piangere davanti ai medici al colloquio... fortunatamente la valutazione è stata meno tragica di quanto pensassi ma la strada da seguire è davvero assai lunga e difficile....
Ieri ho pensato a lungo che pur lavorando molto sui bambini, poco si fa nei confronti dei genitori.... io stessa avrei bisogno di uno psicoterapeuta, perchè il mio senso di colpa è doppiamente accentuato perchè io stessa sono un DSA, perchè forse se in gravidanza fossi stata meno attiva e meno stacanovista nel lavoro forse avrei partorito a termine e non avrei avuto un parto difficile e prematuro.
La scuola è un terno a lotto.... io ho portato mio figlio alla primaria nonostante TUTTI neuropschiatri, insegnanti, logopedisti, psicologi mi avevano sconsigliato di farlo (anche ieri mi sono sentita dai medici uno sguardo di lieve rimprovero per averlo forzato anzichè trattenerlo un altro anno) e l'ho fatto fidandomi del mio istinto, di quello di mio marito, valutando anche tutti i pro e i contro, visitando tutte le scuole del quartiere e fuori per valutare l'ambiente migliore.... lui sembra contento.... ma ogni volta che porto mio figlio a terapia e anche ieri, vedo lo sguardo delle terapiste che sensa sicuramente volerlo mi colpevolizzano di ciò.... tanto che ora nonostante le insegnanti mi piacciano mille volte di più di quelle della materna e mio figlio contento di imparare e andare a scuola stanno facendo vacillare la mia sicurezza.
Essere empatici con i propri figli.... non sempre ci riesco ma è il mio mantra quotidiano.... l'altro giorno si parlava delle proprie abilità.... lui tesoro di mamma mi diceva: "mamma io sono bravo a nuotare senza braccioli, fare i tuffi, suonare il pianoforte e fare tantissimi
e bellissimi scarabocchi"
Io di rimando gli ho detto che in passato c'era un grandissimo pittore che faceva dei straordinari scarabocchi (Picasso) e sorridendo gli ho detto "Amore, allenati bene a fare dei bellissimi scarabocchi così diventerai famoso e bravo come questo pittore"
Ho visto i suoi occhi ridere....