Dopo la trasmissione de Le Iene del 14 maggio, si è aperta la discussione sulla diffusione di questo fenomeno nel nostro paese ed è scoppiata in tutta italia la corsa ai casi sospetti.
La storia di questa presunta sfida, la Blue Whale Challenge, non è chiara. Si dice sia nata in Russia, attraverso un social equivalente a Facebook, per mano di un uomo ora in carcere.
Il "gioco" consisterebbe nell'accettare 50 sfide lanciate da un tutor, in un'escalation di pericolosità e di dimostrazione di coraggio, che vanno da prove di autolesionismo fino a commettere l'atto finale del suicidio, il cinquantesimo giorno, al quale sarebbero arrivati ormai decine di adolescenti in tutto il mondo.
L'allarme è ovviamente alto, sono numerosi i casi denunciati per presunta partecipazione a questa sfida. Ad oggi nessuno di questi casi pare essere stato effettivamente ricondotto alla Blue Whale Challenge (nemmeno i suicidi in Russia), mentre alcuni di essi sono stati riconosciuti come tentativi di emulazione (quindi senza un conduttore, come invece prevederebbe il processo della sfida), in alcuni casi allo scopo di attirare l'attenzione. Aspetto che potrebbe valere la pena approfondire, senza liquidarlo come questione isolata che non appartiene al fenomeno.
Cito da un articolo de IlPost ( http://www.ilpost.it/2017/05/17/blue-whale-suicidi/ )
Diverse testate internazionali hanno provato a ricostruire nel dettaglio le origini del fenomeno e a provarne l’autenticità, senza riuscirci con precisione. Il “Blue Whale” è però certamente esistito, ed è nato su VKontakte (VK), un social network simile a Facebook molto diffuso in Russia. L’episodio che è stato più citato come possibile origine del “Blue Whale” è il suicidio di Rina Palenkova, una sedicenne russa che prima di morire aveva caricato delle foto e dei video su VK per documentare il suo suicidio, avvenuto nel 2015. Palenkova diventò una specie di simbolo di un fenomeno online che era già diffuso su VK, e che si identificava nella sigla “f57”. Anche in questo caso, ci sono poche informazioni, ma sembra che f57 fosse il nome di un gruppo di VK nel quale si raccoglievano contenuti inquietanti e testimonianze di utenti con pensieri suicidi. f57, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato uno dei diversi gruppi di VK di questo tipo.
E ancora, cosa decisamente più inquietante:
In Russia la percentuale di suicidi tra adolescenti è tre volte più alta della media mondiale: negli ultimi dieci anni i giovani tra i 15 e i 19 anni a suicidarsi sono stati intorno ai 1500 all’anno.
Da dati trovati in rete (2016) emerge che nel mondo si registra un suicidio adolescenziale ogni 40 secondi, per un totale di quasi un milione di decessi all’anno (numeri forniti da OMS). In Italia il suicidio risulta essere la seconda causa di morte tra i ragazzi dai 15 ai 25 anni, subito dopo gli incidenti stradali. Si parla di 1000-1500 tentativi di suicidio all’anno, ma il dato è probabilmente sottostimato in quanto molti casi vengono occultati dalle famiglie.
Snopes (sito che si occupa di confutare le notizie) riporta quella della Blue Whale Challenge (quale responsabile di oltre 130 suicidi in Russia) come "unproven", non provata. Mi sembra faccia anche un escursus abbastanza obiettivo sulla storia (risvolti e intenzioni), dalle sue origini (comunque macabre) alla diffusione quale presunto fenomeno di massa tra gli adolescenti.
Da questo articolo la domanda che a me sorge spontanea è se sia nato prima l'uovo o la gallina.
http://www.snopes.com/blue-whale-game-suicides-russia
Il fenomeno dell’autolesionismo tra gli adolescenti, e più precisamente il cutting, non è certo nuovo e non ce lo porta la Balena Blu. Forse anni fa era solo più occultato. Alla cronaca in queste ultime settimane balzano casi di tagli autoprocurati in varie parti del corpo e per i quali si indaga la possibile connessione con la Blue Whale Challenge. Il rischio, secondo me, è di sminuire questo grido di aiuto come un prodotto esterno ai giovani, riconducendo tutto a una trappola colpevole di cui i nostri figli sarebbero le vittime, invece di chiamarci in causa come educatori e di accettare che gli adolescenti possano essere attori consapevoli dei loro gesti e di interrogarci su questo, e che la Blue Whale Challenge sia l’innesco di una bomba già programmata, pronta ad esplodere, che non siamo in grado di vedere.
Blue Whale Challenge
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Re: Blue Whale Challenge
Concordo.. è facile dare la copia a....
Interagire con gli adolescenti è faticoso. Tanto. E trovare un colpevole, come in tanti casi della vita, è comodo...
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Re: Blue Whale Challenge
Per me il fenomeno è comunque sintomo del disagio.
Un ragazzo adolescente che "sta bene" non dovrebbere arrivare a farsi del male, o a rischiare di farsene davvero tanto, solo per dimostrare qualcosa a qualcuno.
Quindi comunque è un grido di aiuto.
Chi potrebbe liquidare il tutto come colpa di una moda? Sarebbe miopia.
Un ragazzo adolescente che "sta bene" non dovrebbere arrivare a farsi del male, o a rischiare di farsene davvero tanto, solo per dimostrare qualcosa a qualcuno.
Quindi comunque è un grido di aiuto.
Chi potrebbe liquidare il tutto come colpa di una moda? Sarebbe miopia.
Candy