la dislessia nella vita quotidiana

Crescere i figli e lasciar crescere noi come genitori... non è facile, soprattutto quando diventano adolescenti! Parliamo anche di scuola, tra genitori ed insegnanti.

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jewel
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la dislessia nella vita quotidiana

Messaggio da jewel »

Esistono ancora molti pregiudzi circa la dislessia sia da parte delle famiglie sia da parte degli insegnanti. Le prime non sempre accettano la presenza di un problema e ,a volte, può succedere, che di fronte all'invito degli insegnanti di rivolgersi a uno specialista, alzino le difese. Per fortuna non è la norma, ma prima che la famiglia metabolizzi che c'è un problema che va affrontato può passare del tempo e il tempo è prezioso, soprattutto nella dislessia che non è un disturbo guaribile (Dislessici si nasce e si rimane) ma può essere recuperato, si può aiutare il babino a trovare delle strategie compensative, cioè che lo aiutino a trovare strade diverse a quelle convenzionali, per giungere all'apprendimento comune.
Il fatto è che il bambino dovrebbe essere aiutato in questo percosro da persoanle qualificato )NPI, logopedisti) ma i tempi delle ASl sono biblici, così tra una cosa e l'altra un anno scolastco passa senza che nemmeno uno se ne accorga e il tutto a danno del piccolo che, nel frattempo, rischia delle ripercussioni psicologiche derivanti dai suoi insuccessi e dal non capire il perchè, nonostante i suoi sforzi, non riesca ad appendere o, lo fa col triplo delle energie dei suoi compagni.

I dislessici sono persone con un QI nella norma (spesso più alto) pertanto non hanno bisogno di insegnanti di sostegno ma di percorsi dofferenziati che non sono percorsi meno validi, semplicemente diversi. Ognuno di noi apprende in modo diverso ma per le persone senza disturbi di apprendimento può andar bene una didattica standardizzata, per di dislessici no!

In quanto alla scuola ci si sta muovendo affinchè gli insegnanti vengano formati in modo tale da conoscere il problema e saperlo affrontare nel modo giusto senza rischiare di creare danni, ma cercando di promuovere le abilità del bambino. Dal 2004 è stata istituita una nuova figura all'interno delle scuole: quella del referente per la dislessia.

date un'occhiata questo blog crizu.blogspot.com
"ANCHE SE POSSIAMO GUARIRE DALLA SOMARAGGINE LE FERITE CHE ESSA CI HA INFLITTO NON RIMARGINANO MAI DEL TUTTO. QUELL'INFANZIA NON E' STATA DIVERTENTE E RICORDARLA NON LO E' DI PIU'..." Pennac

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Re: la dislessia nella vita quotidiana

Messaggio da jewel »

Chiara ha scritto:sì, ma la dislessia e la disgrafia non si possono certificare prima della fine seconda/inizio terza appunto perchè sono legate alla parola scritta, letta, decodificata

.
è vero, ma già dalla materna si possono cogliere "dei sgenali" che devono indurre a una maggiore attenzione.

Tra le situazioni a rischio ci sono i disturbi specifici di linguaggio (questi sono recuperabili) : un bambino che alla materna ha difficoltà nel parlare deve essere tenuto d'occhio perchè potrebbe manifetsrae un Disturbo specifico di apprendimento (la dislessia rientra in questi)
Giacomo Stella che è il" guru" della dislessia, durante un cinvegno del 2004 affermò che l'80% dei bimbi con disturbi di linguaggio nella prima infanzia hanno poi manifestato un DSA . Quetsi bimbi se recuperati in tempo, ossia , se fatti seguire da subito da una logopedista, possono arrivare alla scuola elementare già ben compensati.


SKIP: se hai dei dubbi fallo vedere da una logopedista che gli somministrerà dei test specifici per rilevare la percentuale di rischio. Gli insegnanti pososno soloa vere il sospetto, non la certezza .

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fragola ha scritto:Ciao skip cara, la figura per eventuali problemi di dislessia è la logopedista, cmq spesso i sintomi ke descrivi tu nn è detto ke siano della dislessia, potrebbe anche essere un problema di concentrazione, ciò ke però è significativo è l'inversione ad es di q e p ecc... In ogni caso ascolta ciò ke ti dice l'insegnante poi se hai dei tarli fagli fare una diagnosi dalla logopedista ma senza ansia...
:abbr:
ma la concentrazione può essere una conseguenza del disturbo: de fatico a svolgere un compito secondo un certo percorso richiesto, impiegherò molte energie, se impiego molte energie mi stanco,s e mi stanco non riesco a mantenere la concentrazione.


Un altro campanello d'allarme è la difficoltà nel copiare dalla lavagna: in quanto comporta un orientamento spazio/temporale e una coordinazione oculomanuale che manca nei bimbi DSA .

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Re: la dislessia nella vita quotidiana

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Hege ha scritto:io ho due genitori che hanno la specializzazione in educazione speciale, quindi sulla diagnosi non ho problemi. Pero' mi pare che in Italia si usi una soglia molto alta per diagnosticare il problema, dico questo basandomi su un paio di bambino che erano a scuola con Emma dove praticamente per avere una valutazione differenziata (basandosi sul loro impegno e progresso, e non solo paragonandoli con il resto della classe) e qualche sostegno extraclasse, praticamente gli insegnanti dicevano che non potevano fare nulla finche' non c'era un certificato di dislessia tipo handicap. E allora le mamma non hanno voluto e i loro figli hanno continuato a sforzarsi e prendere sufficienze. La dislessia e' una cosa che si manifesta in tanti modi, e che va da gradi molto lievi (mio padre scopri' di essere leggermente dislessico mentre faceva la specializzazione, dopo aver avuto una carriera scolastica ben superiore alla media) a molto gravi, in cui per leggere a scirvere anche cose semplici hai bisogno di un sacco di tempo e strumenti di aiuto.
Emma e' abbastanza lieve, ma sufficientemente da farla impiegare molto piu' tempo su ogni testo di quanto avrebbe fatto se non doveva ricontrollare tutte le parole conteneti certe lettere.
Infatti molti dislessici compensano da soli tanto che il disturbo passa inosservato e , magari, se ne accorgono, per caso da adulti!

Oggi si pone molta più attenzione al problema e qui in Italia si sta tentando di fare uno screening sulla popolaizone. Per quella in età scolare non c'è problema in quanto via via si cerca di fare gli screening a tutti, per glia dulti c'è un centro Reggio Emilia, diretto dal dottor GHidoni, che sottopone gli adulti ai test per capire se sono dislessici.

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Aurlia
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Il papà di un compagno di class di Giulia (disgrafico e dislessico) ha chiesto alla casa editrice del sussidiario la copia in Power Point, poi esiste un programma di sintetizzazione della voce e devi abbinare la voce al capitolo in argomento, così invece di leggere il testo lui ascolta e riesce a studiare anche in autonomia.

Infatti nelle interrogazioni va bene, più problematiche le verifiche scritte (poche ma ci sono anche per lui), è aiutato da un insegnante dedicata.

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fragola ha scritto:Ciao skip cara, la figura per eventuali problemi di dislessia è la logopedista, cmq spesso i sintomi ke descrivi tu nn è detto ke siano della dislessia, potrebbe anche essere un problema di concentrazione, ciò ke però è significativo è l'inversione ad es di q e p ecc... In ogni caso ascolta ciò ke ti dice l'insegnante poi se hai dei tarli fagli fare una diagnosi dalla logopedista ma senza ansia...
:abbr:
ciao cara, come mi fa piacere leggerti qui :D
mi dici di non stare in ansia, invece sai come mi sento adesso? molto arrabbiata!
da quel che ho letto non credo che stefano abbia chissà quale forma di ritardo di apprendimento, magari la sua non è dislessia (che mi pare interessi di più la lettura) ma è disgrafismo perchè scrive veramente male... ed è lento nella scrittura cosa che lo fa rimanere sempre indietro...

un'altra cosa che ho letto ieri, sto cercando info in merito, è che stefano scrive in senso orario, e quindi da destra vs sinistra, per cui i suoi movimenti se scrive in corsivo non sono fluidi, lo vedo affaticato, cosa che invece le maestre non rilevano...
e se la sua poca concentrazione dipende da questa difficoltà?

cmq ho preso appunt.to con le insegnanti e ci andrò con giacomo, vediamo cosa dicono...

:abbr:
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Re: la dislessia nella vita quotidiana

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jewel ha scritto: SKIP: se hai dei dubbi fallo vedere da una logopedista che gli somministrerà dei test specifici per rilevare la percentuale di rischio. Gli insegnanti pososno soloa vere il sospetto, non la certezza .
grazie, per togliermi ogni dubbio lo farò di certo

:bacbac:
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skip ha scritto:[ciao cara, come mi fa piacere leggerti qui :D
mi dici di non stare in ansia, invece sai come mi sento adesso? molto arrabbiata!
da quel che ho letto non credo che stefano abbia chissà quale forma di ritardo di apprendimento, magari la sua non è dislessia (che mi pare interessi di più la lettura) ma è disgrafismo perchè scrive veramente male... ed è lento nella scrittura cosa che lo fa rimanere sempre indietro...

un'altra cosa che ho letto ieri, sto cercando info in merito, è che stefano scrive in senso orario, e quindi da destra vs sinistra, per cui i suoi movimenti se scrive in corsivo non sono fluidi, lo vedo affaticato, cosa che invece le maestre non rilevano...
e se la sua poca concentrazione dipende da questa difficoltà?

cmq ho preso appunt.to con le insegnanti e ci andrò con giacomo, vediamo cosa dicono...

:abbr:
la disgrafia,la disortografia, la discalculia, l'incapacità di comprensione del testo rientrano tutti nei DSA cioè nelle difficoltà specifiche di apprendimento e sono associate alla dislessia. La dislessia è il disturbo più importante dei DSA e quelli che ho elencato possono insorgere come conseguenza della dislessia, ma possono anch essere a se stanti. Ad esempio, un bambino discalculico può non avere alcuna difficoltà nelle competenze della letto scrittura, ma un dislessico può anche essere un discalculico....
Inoltre in DSA interessano anche la concentrazione e la memoria. E' naturale che un bimbo con dei DSA sia sempre stanco e, di cosneguenza, perda in fretta la concentrazione: ciò che per i compagni risulta essere un compito semplice per lui diventa una montagna insormontabile!

inoltre ciò che bisogna tener presente è che i DSA hanno un'origine genetica: si nasce e si resta tali, ma , con aiuti giusti e specifici, si può migliorare e compensare.

Comprendo la tua rabbia ma considera che in Italia siamo piuttosto indietro per quanto concerne l'informaizone e la formazione sui DSA. LE prime note ministeriali a tutela dei bimbi DSA sono recenti (5/10/2004) , le scuole iniziano solo ora e molto lentamemte a formare gli insegnanti. Ovviamente sul territorio nazionale ci sono scuola più all'avanguardia di altre, come quella di Chiara dove i dislessici hanno addirittura il pc in classe, e altre in cui ci si chiede ancora cosa significhi l'acronimo DSA!!!! :?

Inoltre, nella scuola circolano ancora molti pregiudizi legati alla dislessia che vine considerata, come diceva CHiara, una moda e si crea un circolo vizioso, un costante scarica barile tra scuola/famiglia e ASL dove, invece di collaborare ci si addossa le colpe a scapito del bambino.

Personalmente credo che debba cambiare la cultura ma ci vuole tempo!

Ciò che consiglio a chi ha un bimbo con DSA è di seguire il proprio istinto, di non vivere nel dubbio. Sono sempre dell'idea che è meglio una visita in più che una in meno. Inoltre lo specialista, qualora non si tratti di DSA, può comunque dare dei suggerimenti, anche solo psicologici, su come aiutare il bambino ad affrontare le sue difficoltà.

L'importante è non colpevolizzarlo ma cercare di essere empatici capendo che ciò che per noi è banale in quanto è orami automatico, a lui richiede un grande sforzo, sopratutto se è dislessico.

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jewel ha scritto:
inoltre ciò che bisogna tener presente è che i DSA hanno un'origine genetica: si nasce e si resta tali, ma , con aiuti giusti e specifici, si può migliorare e compensare..
in effetti ti dirò che il dubbio d'esser un tantinello dislessica ce l'ho pure io...
quando ero io all'elementari sia io che una delle mie sorelle, anzi in lei la difficoltà era anche maggiore, avevamo questo tipo di difficoltà, ricordo che io confondevo alcune lettere (quelle coi suoni simili v e f e m e n) ed ero in 2° o in 3° ma la mia insegnante ci faceva scrivere ed esercitare sulla grafia molto ma molto di più di quanto scrivono alla scuola di mio figlio...
mia sorella aveva (ed ha tutt'ora) problemi di orientamento, di distinguere subito dx e sinistra, di ricordare sequenze, faceva molta fatica nello studio delle lingue straniere, eppure s'è laureata architetto...

quindi come dici tu poi si compensa ma a scapito di tanta fatica e dell'affronto a me capitò spesso da bimba, di esser considerati pigri e lazzaroni nello studio...
:(
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skip ha scritto:[mia sorella aveva (ed ha tutt'ora) problemi di orientamento, di distinguere subito dx e sinistra, di ricordare sequenze, faceva molta fatica nello studio delle lingue straniere, eppure s'è laureata architetto...

quindi come dici tu poi si compensa ma a scapito di tanta fatica e dell'affronto a me capitò spesso da bimba, di esser considerati pigri e lazzaroni nello studio...
:(
BISOGNA SFATARE IL MITO DEL DISLESSICO = STUPIDO!!!!!

Questo è uno dei pregiudizi peggiori e più duri a mOrire, pregiudizi ed errori in cui cadono molti insegnanti di ogni ordine e grado!

Gli studi hanno evidenziato come un'alta percentuale abbia un QI suoeriore alla media (pensiamo a personalità quali Leonardo Da Vinci Galileo, Einstein, Walt Disney, bil gaitz....) IN questo QI suoeruiire sta la spiegazione del perchè gente del passato è riuscita, nonostante il disturbo e la didattica inadeguata, a raggiunere dei riusltati scolastici. Queste persone sono state in grado di trovare delle strategie compensative.
Credo che il caso di tua sorella rientri qui.
Inoltre esistono diversi gradi di dislessia.

Un tempo, ai nostri tempi e ancor prima, la dislessia era conosciuta, per di più, a livello scientifico/medico; nella scuola non si parlava di dislessia e chi aveva le problematiche da te descritte veniva considerato svogliato, asino, deficitario nel QI....pertanto si insisteva con metodi tradizionali che non potevano certo aiutare il bimbo dislessico a recuperare perchè la didattica andava contro la natura cognitiva, la struttura mentale del bambio dislessico. Oggi la sensibilizzazione è maggiore, è a 360°. C'è addirittura una normativa ministeriale che obbliga gli insegnanti a porre attenzione al problema mettendo in atto strategie adeguate. Se un insegnante non usa strumenti compensativi e dispensativi con alunni dislessici può incorrere in grossi problemi anche legali. Se un dislessico viene bocciato si può far ricorso al TAr e se l'insegnante non ha applicato la legge sono guai!

i DISLESSICI devono essere educati a trovare delle strategie adeguate e gli insegnanti devono adattare la loro didattica al modo di imparare di questi bimbi. Pertanto i dislessici possono raggiungere gli stessi traguardi professionali e di studio degli altri, anzi a volte eccellono più degli altri. L'unica differenza sta nel fatto che se non vengono usate le strategie giuste, il dislessico faticherà molto di più. Ad esempio se una persona senza disturbo impiega un mese a preparare un esame universitario, un dislessico ce ne metterà due, ma riuscirà a sostenere l'esame!

Poi anche nei dislessici intervengono fattori quali il carattere, la motivazione, la voglia, le inclinazioni e le potenzilaità personali, ma queste sono indipendenti dal disturbo, fanno parte della persona, esattamente come avviene in individui non dislessici.

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Eccomi qui non ho un figlio dislessico ma per mia sfortuna ho io il problema, allora, ai miei tempi, io ho 40 anni, il problema nelle scuole era sconosciuto, in famiglia anche, mi sono accorta di avere un problema verso la seconda elementare in terza poi un'incubo, si, ho vissuto le elementari da incubo, per non parlare delle medie e cosi via fino a che poi mi sono dovuta fermare, vi spiego, le tabelline, impossibile memorizzarle, mai imparate, di conseguenza le moltiplicazioni e le divisioni non sono mai riuscita a farle, italiano, ho letto per tutte le elementari e le medie come una bimba di prima elementare con mio grandissimo imbarazzo, purtroppo mi si inverivano le lettere e non leggevo certo fluente, le poesie non riuscivo a memorizzare se non le prime due tre righe, ora devo scappare, mi sono acorta che sono le otto e devo fare da mangiare ai miei uomini, proseguo dopo..........

silvia

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Eccomi qui non ho un figlio dislessico ma per mia sfortuna ho io il problema, allora, ai miei tempi, io ho 40 anni, il problema nelle scuole era sconosciuto, in famiglia anche, mi sono accorta di avere un problema verso la seconda elementare in terza poi un'incubo, si, ho vissuto le elementari da incubo, per non parlare delle medie e cosi via fino a che poi mi sono dovuta fermare, vi spiego, le tabelline, impossibile memorizzarle, mai imparate, di conseguenza le moltiplicazioni e le divisioni non sono mai riuscita a farle, italiano, ho letto per tutte le elementari e le medie come una bimba di prima elementare con mio grandissimo imbarazzo, purtroppo mi si inverivano le lettere e non leggevo certo fluente, le poesie non riuscivo a memorizzare se non le prime due tre righe, ora devo scappare, mi sono acorta che sono le otto e devo fare da mangiare ai miei uomini, proseguo dopo..........

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rieccomi...... quindi vi dicevo alle elementari una frana, un incubo, tutte le mattine che dovevo affrontare la scuola, mi sentivo una "ciuca" è cosi che si dice dalle mie parti, i maestri non mi aiutavano certo, mi consideravano una svogliata, inteligente sua figlia fa delle domande che altri bambini non si sognano di fare, ma non ha voglia di studiare non si applica, la mia autostima era sotto le suola delle scarpe e più me lo dicevano più mi ci sentivo, i miei genitori non mi aiutavano, non capivano il problema o sminuivano, cosi mi sono ritrovata alle superiori con una cultura scolastica da seconda elementare, direte ma come ci sei arrivata alle medie??...... con strategie e copiando moooolto sopratutto matematica.
Dopo tutte le vicissitudini scolastiche capirete che l'argomento mi sta a cuore, alcuni anni fa si è iniziato a parlare di questo problema, io mi ci sono rispecchiata e ho capito che non ero una ciuca ingnorante, questo mi ha risollevato il morale, anche se ho lasciato gli studi non mi sono arresa crescendo riuscivo a trovare da sola vari metodi nel migliorare le mie lacune.
Ho sofferto molto moltissimo, capisco bene cosa provano i bambini con dislessia, ora vorrei poter aiutare chi ne soffre.

grazie di avermi letto silvia

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SOFIA64
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Messaggio da SOFIA64 »

Premetto che è importante che nelle scuole si ponga molta attenzione a questi problemi,che però poi devono essere supportati con personale qualificato e in tempi brevi. Anche se oggi spesso le insegnati vogliano giocare d'anticipo, segnalando il problema ai genitori, e chiedento aiuti a psicopedagisti della scuole che solo per avere un consulto fanno passare + di un mese. Affrontare cosi i problemi e come non affrontarli, fanno crescere angoscie e insicurezze nei bambini

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SOFIA64 ha scritto:Premetto che è importante che nelle scuole si ponga molta attenzione a questi problemi,che però poi devono essere supportati con personale qualificato e in tempi brevi. Anche se oggi spesso le insegnati vogliano giocare d'anticipo, segnalando il problema ai genitori, e chiedento aiuti a psicopedagisti della scuole che solo per avere un consulto fanno passare + di un mese. Affrontare cosi i problemi e come non affrontarli, fanno crescere angoscie e insicurezze nei bambini
non ho capito cosa non approvi, qual è la tua critica?

Giocare d'anticipo è fondamentale per aiutare il bambino qualora ci fossero dei problemi reali.
Le insegnanti non sono logopedisti o medici o priscologi, sono esperti di didattica che fanno delle osservazioni sull'apprendimento e sulla relazione...se hanno dei sospetti è loro compito indirizzare la famiglia da chi ha gli strumenti e gli studi adeguati per valutare se il babino ha davvero un problema. Le famiglie sorde, perdonatemi, ma peccano di profonda idiozia. Non è facendo gli struzzi che i problemi si risolvono da sè.
Meglio che l'ansia mi spinga a rivolgermi a un esperto e scoprire che mio figlio non ha nulla piuttosto che essere superficiale e scoprire troppo tardi che se mi fossi mossa prima avrei evitato molte sofferenze al mio bambino....

In quanto alla dislessia negli adulti: esistono test specifici per capire s euna dulto è dislessico. Li somministra il prf Ghidoni a Reggio Emilia

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