blocco emotivo

Dal disagio psicologico alle difficoltà psicoeducative: un team di esperte di formazione diversa e con esperienze professionali differenziate, cercherà di rispondere ai vostri quesiti e ai vostri dubbi.

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Camola
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blocco emotivo

Messaggio da Camola »

Buongiorno
ho bisogno di capire di più per trovare il modo di aiutare mio figlio più grande che ha 11 anni e frequenta la 1° media.
Sin da piccolo ha dimostrato di avere un carattere particolare. Fin quando è rimasto figlio unico era un bimbo allegro e chiaccherone con noi in famiglia. Poi il suo primo anno di materna è coinciso con l'arrivo del fratellino che lui vive acnora oggi con molta gelosia. Alla materna il suo atteggiamento è stato di "osservatore" per i primi due anni e poi ha iniziato a parteciapre alle attività, pur stabilendo buoni rapporti con bambini a cui si è molto legato e che continuano oggi. All'inizio non voleva lasciare niente di sè: non voleva nemmeno fare pipì e lo andavo a prendere prima con lui che scoppiava letteralmente. Poi piano piano abbiamo superato anche questo. Alle elementari da subito l'imprinting che ha dato di lui è di un bimbo sereno ma che concede poco di sè, molto contenuto nel rapporto con la figura adulta ma molto tranquillo con suoi coetanei. Il rendimento è sempre stato buono ma io provavo ad andare a ritirare pagelle con tutti 9 ed uscire in lacrime perchè le maestre mi dicevano che non andava bene che fosse così chiuso e mi chiedevano sempre se andasse tutto bene in famiglia (nel frattempo è nato anche il mio terzo bimbo). Ho sempre cercato di dare lui molta attenzione per compensare il senso di colpa per i fratelli nati, quasi rubassero a lui qualcosa. Il secondo bimbo è sempre stato molto facile, estremamente indipendente e potevo permettermi di dare al grande più attenzioni. Poi il terzo che invece è estremamente catalizzatore di attenzioni e che mi chiede moltissimo in tal senso ma che il grande adora per il quale non sente gelosia.
Io ho sempre cercato di ascoltare e seguire le sue maestre dicendogli che doveva sforzarsi di partecipare di più ed essere più espansivo. Ma passava il tempo e la sua invece che un'evoluzione sembrava un'involuzione. Si chiudeva sempre di più.
Poi capita a scuola che le maestre fanno fare una poesia per la festa della mamma e lui è stato l'unico su due classi a essere mandato a casa senza nulla. Le maestre mi convocano e mi dicono che è stato l'unico a non saper trovare nemmeno una frase, due parole su cui lavorare. Io dico loro che lui mi aveva detto di aver fatto una bruttae che la maestra aveva rifiutato perchè non andava bene. Mi dicono che altri bambini avevano saputo tirare fuori almeno un "mamma ti voglio bene" e lui no. Lui era mortificato, mogio mogio e per tirargli su il morale gli dico di scrivermi lo stesso la sua brutta che era:
"Mamma sei come una cavalletta che mi porta dappertutto
sei come un grillo che salta qua e la
quando vedo i tuoi occhi mi si illumina il viso
sei brava a cucinare a cucire e a stirare
sei la migliore mamma del mondo
ti voglio tanto bene mamma!"
E io rimango di sale. Ma mi hanno detto che non aveva saputo tirare fuori nulla!!! Parlo con lui e gli dico che mi fido di lui, che gli credo e ho visto il sollievo nel suo sguardo.
In un paio di occasioni parlando con i suoi compagni sento la frase " ah si ma le maestre lo trattano sempre male perchè parla poco ed è timido"
Parlo con le maestre e si offendono perchè ho cercato di capire e decido che gli faccio finire la quinta perchè cambiare percorso a quel punto sarebbe stato controproducente.
Arriviamo alle medie. In generale buoni voti ma oggi ho ritirato il foglio informativo e la sua coordinatrice (che è anche una mamma amica) mi dice che secondo lei L. ha un blocco emotivo: ha fatto un tema in classe e in due ore ha scritto 4 righe. Mi ha detto che non può ammazzarlo emotivamente dandogli 4 e che da gennaio stabiliremo insieme una strategia per aiutarlo a sbloccarsi.
Io capisco che lui ha una bassa considerazione di sè, io lo supporto, lo incito, lo elogio vorrei fare l'impossibile ma poi presa anche da mille altri impegni mi sembra di fare ancora poco per lui.
O forse non dovrei fare niente per aiutarlo.
Forse l'aiuto della famiglia non basta. Ci vuole un aiuto esterno, qualcuno di competente che lo segua....
Ama molto il tennis che fa con passione e in cui riesce anche molto bene e la scuola gli aveva offerto la possibilità di fare pallavolo gratuitamente a scuola e mentre all'inizio mi ha detto che ci voleva andare poi si è tirato indietro perchè ha paura di non avere tempo per studiare.
Nello studio fatica un pò....non riesce ad essere efficace...passa ore e ore e poi magari gli provo la lezione e sa poco o espone male. Ho provato mille strategie: aiutarlo a leggere, capire le cose importanti, lasciarlo fare da sè .....ma fa fatica...
E finisce per passare i pomeriggi a studiare e a fare compiti cazzeggiando qua e la nel frattempo togliendogli la possibilità di finire in un tempo ragionevole per dedicarsi ad altro.
Spero che quel che ho scritto possa aiutare a capire e mi scuso se sono stata confusionaria ma sono così tante le cose che vorrei dire che alla fine faccio confusione!
Cosa posso fare per aiutarlo????
È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.
(Il Piccolo Principe)

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