le tragicomiche della Susa

Un angolo dove le amiche si incontrano per chiacchierare di cucina, di esperimenti culinari, di trionfi e sconfitte a tavola, per divertirsi insieme!

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Debora
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da Debora »

Ora Susa, devi sistemare tutte le tue chicche in Cuciniamo nella categoria "Racconti" :love

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susanna_a
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da susanna_a »

dici tutte separate, vero? Con titoli ecc?
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susanna_a
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da susanna_a »

H 7.45.Tento inutilmente di svegliare il miciolas (intanto il sant'uomo prepara la colazione)
Il gatto ulula dalla fame. Nutro il gatto e tento un secondo approccio alla creatura addormentata. Un rantolo mi rassicura sul fatto che è ancora vivo. E' già un passo avanti.
Mentre va in bagno ad occhi chiusi si schianta contro la libreria.
Lo indirizzo verso la porta del bagno.
Esce da bagno. Urlo "luce, sciacquoneeeeeeeeeee" senza guardare, non serve. Torna indietro, tira l'acqua e spegne la luce.
Colazione miciolas (parla parla parla). "Mangia che è tardi"
"Mamma ripassiamo storia". Attivo il neurone che al mattino non sembra partecipare e ripassiamo storia. Sono le 8.10 minimo.
Preparo i suoi vestiti e vado in bagno (miciolas in teoria dovrebbe vestirsi) - Il marito intanto fa la doccia.
Torno e trovo il miciolas con una calza, mezza mutanda e la maglietta tutta storta con sotto la canottiera di ieri, quella di oggi pulita è sbattuta in un angolo, assieme al pigiama.
Il latte ormai freddo. Riscaldo il latte. Urlo "il latteeeeeeeeeeeeeeeeeeee"
Il gatto mi morde una gamba. Sono le 8.20.
Urlo "i pantaloniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii". Li mette al contrario. Lo aiuto a raddrizzare i vestiti.
Incomincio a elencare "denti, faccia, pettinarsi, mettere nel cesto le cose da lavare" (tutte azioni da compiere nello stesso luogo, quindi missione fattibile).
Va in bagno senza la roba sporca. I gatto gli morde una gamba per strada.
Urlo "la roba sporcaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa". Fa una palla della roba sporca con gatto dentro e la butta mezza dentro e mezza fuori dal cestino.
Mentre lava i denti lavo l'apparecchio, altrimenti lo lava da schifo e poi gli puzza l'alito come una carogna.
Con un piede impugno la spazzola e lo pettino, scene da telefono azzurro. "Mi strappi i capelliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii"
Va in camera. Urlo "la facciaaaaaaaaaaaa"
Torna indietro e si bagna con la punta del mignolo un occhio solo.
Urlo "l'altroooooooooooooooooooo occhiooooooooooo"
Gli dico di mettersi le scarpe. Noto che non ha le calze. H 8.27
Ha messo le calze pulite da lavare e sta indossando quelle sporche.
Cominciamo ad essere in ritardo. Lo aiuto ad infilarsi le calze pulite (le ha naturalmente messe al contrario) altrimenti arriviamo a scuola a mezzogiorno.
Cerco il grembiule e lo trovo sotto al comò, dove l'ha lanciato ieri tornando da scuola. E' un pacco puzzolente e stropicciato, ne prendo uno pulito.
Se lo allaccia tutto storto. Sono le 8.30.
La finestra di entrata a scuola finisce tra 5 minuti.
Gli passo la giacca, cercando di rigirare dritte le maniche a rovescio da ieri quando l'ha lanciata all'ingresso.
E' pronto per uscire. Esce dalla porta. Con la coda dell'occhio noto che mancano le scarpe.
Urlo "le scarpeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"
Miciolas "mi sentivo leggero, infatti"
Escono di casa.
Mi accascio lentamente contro la porta e vedo il libro di storia.
Urlo "il librooooooooooooooooooooo" dalle scale.
La vicina si affaccia e mi dice "anche oggi?"
Io rispondo "anche domani"
Miciolas torna indietro, prende il libro, esce.
Mi riaccascio sulla porta. Il gatto mi mastica una mano. Non reagisco nemmeno.
Mi rialzo per far partire la lavatrice e suona il citofono.
"mamma devo portare a scuola una colla, dov'è?"
Scatto a cercare colle, ma trovo solo stick rinsecchite. L'unica decente la sta masticando il gatto. Agguantiamo il gatto in due. Miciolas tira la colla e io il gatto in direzione contraria.
Con un POP la colla è libera, sebbene un po' sbausciata e mordicchiata.
Miciolas riparte di corsa per le scale, io prego santa Pupa (la santa romana che protegge i bambini) che non si schianti. Sento un botto sull'ultimo gradino "mamma non è niente, ho solo tirato già le piante del portiere"
Vedo che ha scordato il cappello. Per fortuna viviamo a Roma e non in Canada.

Immagine

Scendo in pigiama con la scopa e riordinare lo scatafascio.
"Buongiorno!" mi fa il portiere.
"forse per lei!!!!" rispondo maleducata.
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da Elly. »

:aris :aris :aris

mmmh, non so perché ma mi ricorda vagamente qualcuno .... :aris

:love è bello come il sole!!!

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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da fran73 »

Come scrivi tu :aris :love

E quanto è bello il miciolas!!!!! :love :love

Anche se la foto non è proprio recentissima, no? :uaz:
...l'infelicità dei poveri e la beatitudine dei ricchi non fanno parte della natura delle cose come il giorno e la notte, il caldo e il freddo, il sole e la pioggia...[S.V.]
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da susanna_a »

no, la foto è di 3 anni fa, del primo giorno di scuola... eh eh eh
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da fran73 »

Si vede :lol: :love
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da susanna_a »

Questa ve la devo raccontare per dirvi quanto sono STORDYYYYYYYYYYYYYYYYY

Lune io e il Miciolas incontriamo una nostra amica che si sta separando dal marito e la invitiamo a cena per martedì (ieri) sera.
Per un giorno dopo, mica 3 mesi. Me lo scrivo pure sull'agenda, viste le mie capacità intellettuali di questo periodo.
Ieri corro tutto il giorno. Salto da un lavoro all'altro e mi gioco quei pochi neuroni rimasti in attività. A pranzo vado a fare la spesa e compro dei totani da fare col sughetto di pomodoro.

Alle 16.30 ritiro miciolas ed un amichetto, preparo la pizza bianca col prosciutto appena tagliato per merenda, corro a ritirare le pagelle, torno, li riprendo, li porto a basket, esco a comprare le figurine come premio per la pagella, vado al super a comprare la nutella rigoni di asiago cheèpiùsana, rivado a prendere il miciolas a basket, trovo un amichetto abbandonato, cerco i genitori, non trovo il telefono, li intercetto alle pagelle dove erano stati trattenuti, sapendo che tanto io avrei semmai preso loro figlio (una telefonata no, eh??? :evil: ).

Torno a casa che sono le 19.30. Il marito ha pulito i totani. Incavolato come un sorcio perchè sono piccoli e fastidiosi da pulire. Dichiara la sua completa estraneità con il resto della cena, vista la fatica della pulizia del totano assassino.
Cerco di tranquillizzare il marito e la gatta in calore che non capisce cosa le stia succedendo e si rotola languida sul pavimento.
Metto su i totani.
Faccio anche il couscous al micro. Metto poca acqua e rischio di fare una delle mie solite schifezze, ma mi salvo in extremis e fingo che la ricetta preveda un rabbocco d'acqua successivo.
I totani sono pronti, ma manca la verdura. Butto in padella aglio olio e un piattone di misticanza che avevo congelato a dosi massiccie sabato in un attacco compulsivo di casalinghitudine.

La cena è pronta. In 15 minuti. Siamo tutti stanchissimi e ci pare naturale metterci a tavola. In un rigurgito di dignità ricettaristica e cuciniAMOistica metto il couscous in una ciotolina che ribalto con fare leggiadro prima di ricoprire la piacevole forma con guazzetto di totani...
Avanzo anche un bel paio di porzioni per domani.

Ci sediamo ed incominciamo a mangiare.
Suona il telefono. Che palle, sempre mentre si cena.
E' LA MIA AMICA! Sta arrivando....
MI ERO TOTALMENTE DIMENTICATA DI AVERLA INVITATA!!!! 8O :oops:

Dico "Ciaoooooooo, sbrigati, che è tutto pronto!!!!"
Mentre simulo tranquillità e dolcezza, faccio occhioni e cenni frenetici ai due affichè smattano immediatamente di cenare perchè non è bello ricevere l'ospite con i piatti spolverati...

Miciolas si dispera. Il marito è sdraiato sulla misticanza dal gran ridere.
Immediatamente parte una task force organizzativa.
Miciolas e marito preparano la tavola per 4. Con tanto di fiori e candele.
Io ricompongo i nostri piatti con le mani, pulendo con lo scottex attorno alla sculturina couscous/totani.
Minaccio di morte tra atroci sofferenze chiunque sveli il nostro segreto. La gatta mi guarda con faccia interrogativa, poi torna a languire contro le scarpe del miciolas.

Preparo un piatto per l'amica con quello che avremmo dovuto mangiare l'indomani (e qui si dimostra che a livello inconscio la vocina mi aveva comunicato qualcosa, a proposito di fare un paio di porzioni in più).
Mentre suona il citofono riscaldo al volo i nostri piatti nel micro, mando il miciolas ad aprire e mi accingo con nonchalance ad appoggiare l'ultimo piatto a tavola. Come colpo di genio dispongo la misticanza a forma di cuore con il tagliabiscotti.

Ceniamo normalmente. Al miciolas ogni tanto si increspa in angolo della bocca ma lo fulmino subito con lo sguardo.
"Che cosa succede?" chiede l'amica
"Niente, si tratta della pagella..."

Faccio anche le crèpes alla marmellata di mandarino e quelle alla fragola con cui il miciolas ha vinto il contest...

Potete dunque capire perchè non ho fatto le foto del piatto per cuciniAMO.
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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da Debora »

Un omaggio per la festa della mamma :love
Il primo anno di una mamma

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Re: le tragicomiche della Susa

Messaggio da susanna_a »

Trapianto di felicità.

Nel 2056, sconfitto il cancro, le malattie, cancellata la parola guerra, allungata la vita media verso cifre imbarazzanti, l’umanità continua a essere infelice.
La ricerca scientifica lavora freneticamente per identificare i misteriosi geni che regalano la felicità ai loro possessori.

Dopo decenni d’investimenti milionari, un ricercatore austriaco, Josef Glücklich, scopre una metodologia relativamente semplice e, soprattutto indolore per isolare e trapiantare i felicitori, geni che regolano la felicità.
In parole povere si tratta di prelevare un campione di DNA da una persona felice, moltiplicarlo in vitro, dinamizzarlo in laboratorio, con poche gocce dell’attivatore la cui formula segretissima è protetta da brevetto NASA. L’impianto viene effettuato per via orale, in una stanza arancione, in 4 dosi separate, nel corso di un pomeriggio di sole. Semplicissimo. Quasi banale.
I donatori dei felicitori devono essere viventi e dunque si scatena la ricerca di persone felici che, sotto ricompensa, possano donare un campione del loro DNA per essere clonato e trapiantato agli infelici.
La persona più felice al mondo è una donna anziana che vive in svizzera. Test biometrici e analisi sociometriche identificano il suo grado di felicità come il più alto al mondo.
Incomincia la clonazione dei suoi felicitori e, nella prima fase l’impianto viene testato su miserabili derelitti pescati dalle più deprivate baraccopoli di tutto il mondo, in cambio di un piatto caldo.
A poche ore dalla somministrazione i pazienti scoprono un mondo a tinte pastello. Gli scettici di tutto il mondo si scatenano sostenendo l’impossibilità di distinguere l’effetto del trapianto dall’effetto attenzione dei media e all’improvviso miglioramento delle condizioni di vita.
Nonostante l’incertezza dei risultati, personaggi pubblici di fama mondiale si mettono in lista per essere i primi, fortunatissimi, trapiantati di felicità. L’impianto di pochi giorni raggiunge quotazioni da capogiro. Sotheby's si assicura l’esclusiva delle aste che vengono trasmesse in mondovisione.
I progressi vengono seguiti in tempo reale dalla CNN, per mesi la notizia di apertura di ogni telegiornale è questa.

La felicità esiste. Basta comprarla.

La vecchietta intanto cambia vita. Viaggia e scopre che il suo piccolo mondo alpino è solo una delle miriadi sfaccettature del mondo. Incomincia a desiderare qualcos’altro. In pochi mesi compra di tutto, possiede troppo e non desidera veramente più nulla.
Anche i primi trapiantati incominciano a mostrare segnali di cedimento. Alternano momenti di euforia alla depressione più cupa.
Si colpevolizza nuovamente l’eccessiva attenzione dei media.
Si cerca l’errore nel repentino cambio di condizioni socio-economiche
“L’increscioso fenomeno non avrà motivo di avvenire nelle classi che partono già benestanti”, rassicurano gli scienziati, che infatti rivolgono le loro attenzioni al ben più lucroso target.

La vecchietta, distrutta dalla pressione mediatica, si suicida. Decine di trapiantati si fanno espiantare i geni potenzialmente autodistruttivi. Ma solo coloro che possono permetterselo. Perché ovviamente l’espianto costa molto di più dell’impianto.
I trapiantati spiantati vengono rispediti speditamente nelle favelas da cui provenivano, in silenzio, dentro treni grigi senza insegne.

Una pandemia di depressione e tristezza travolge il mondo civilizzato. Fa seguito una crisi economica senza precedenti. La coincidenza di un terremoto in Russia e uno tzunami sul lago di Garda avvalorano le tesi più pessimistiche e apocalittiche.

Si scopre di colpo che
la felicità non si può comprare.
Dunque la felicità non esiste,

concludono gli scienziati.
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