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Affrontiamo insieme tutti i dubbi sull'allattamento nel suo complesso e la cura del neonato dalla nascita ai sei mesi.

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Leya
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Messaggio da Leya »

Le aggiungo man mano che cancello post vecchi su questo argomento.
Intanto mi scrivete quali sono secondo voi gli argomenti da trattare e ce li spartiamo?
Ho iniziato con queste, se avete cose da aggiungere segnalatelo.

Posso allattare anche se il mio seno è piccolo?
Sì, la dimensione del seno è determinata dalla quantità di tessuto adiposo presente, e non ha alcun rapporto con la capacità di produrre sufficiente latte.

Si possono assumere farmaci durante l'allattamento?
La maggior parte dei farmaci è compatibile con l'allattamento.
Per avere notizie certe (non tutti i medici sono aggiornati sulle interazioni medicinali/allattamento) si può contattare l'istituto Mario Negri
Centro di informazione sul farmaco
Istituto Mario Negri, Milano
800 883300, dal lunedì al venerdì, ore 9.30-15.00.
Sono molto gentili e in caso di effettiva incompatibilità indicano un farmaco equivalente a cui fare ricorso.
Anche a questo link si possono trovare alcune informazioni
http://www.farmacovigilanza.org/pediatr ... amento.asp

Come si fa la spremitura manuale?
1. fare spugnature calde o una doccia, magari un bagno caldo con spremitura direttamente in vasca.
2. piccolo massaggio - va bene anche l'olio sul seno per facilitare lo scorrere delle dita- con tutte le dita facendo cerchi concentrici dalla base alla punta del seno.
3. stuzzicare il capezzolo con pollice ed indice per innescare il riflesso di emissione.
4. pollice poggiato sulla parte superiore del seno nel punto in cui c'è il passaggio di colore tra l'areola e la carne del seno.
5. indice sulla parte inferiore dell'areola, sempre dove finisce l'areola, nel punto opposto al pollice. Si può sostenere il seno con le altre dita.
6. la cosa più importante, prima di chiudere pollice e indice è necessario, tenendo le dita ferme nella loro posizione, tirare verso di sé, quasi schiacciando il seno sulle costole (ovviamente con delicatezza!).
7. solo a questo punto stringere pollice e indice, tirando verso l'esterno e tenendo sempre le dita ben ferme sul limite esterno dell'areola.
Il capezzolo non va mai toccato, i dotti galattofori sono alla base dell'areola.
Può essere utile in caso di dotti ostruiti, ingorghi mammari per ammorbodire l'areola, necessità di svuotare un po' il seno senza stimolare troppo la produzione, spremere il latte quando non c'è a disposizione un tiralatte o non si riesce ad usare.


Mi posso tingere i capelli se allatto?
Sì, le sostanze chimiche contenute nelle tinture non passano nel latte.

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nuti
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Domande frequenti

Messaggio da nuti »

conservazione latte materno da donare alle banche del latte:
il latte materno si conserva nel seguente modo:
- 24 ore nel frigorifero (evitare lo scomparto dello sportello, quello dove di solito vanno le uova poiché la continua apertura sottopone il latte stesso a un più elevato sbalzo termico);
- 3 mesi nel freezer;
- 6 mesi nel surgelatore.
Si uò mettere insieme il latte tirato durante le 24 ore e raccolto all'interno dello stesso biberon, avendo cura di conservare il contenitore in frigo tra una raccolta e l'altra. Passate le 24 ore conservare in freezer/surgelatore (io mettevo il tiralatte direttamente nel frigo senza smontarlo e lo riutilizzavo per la spremitura successiva).

Fonte: Banca del latte di Lucca.


conservazione latte materno per uso casalingo:
Il latte materno si conserva nel seguente modo:
- 6/8 ore a temperatura ambiente sotto i 25°
- nel frigorifero a 4° fino a 5 giorni (usare la parte posteriore dei ripiani, evitare lo scomparto dello sportello poiché la continua apertura sottopone il latte stesso a un più elevato sbalzo termico);
- 14 giorni nel comparto frigo interno a -15°
- 3/6 mesi nel freezer a sportello separato
- 6/12 mesi nel congelatore a pozzetto a -20°
Si può mettere insieme il latte tirato durante le 24 ore e raccolto all'interno dello stesso biberon, avendo cura di conservare il contenitore in frigo tra una raccolta e l'altra.
Lo scongelamento deve avvenire in maniera graduale, in frigo se si utilizza entro le 24 ore, a bagnomaria se si utilizza entro un'ora. Non usare mai il microonde che ne altera le proprietà.
Dopo lo scongelamento il latte materno non può più essere congelato. Se avanza dopo averlo riscaldato va buttato.

crisss
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Messaggio da crisss »

Grazie Leya!
Ho dovuto prendere una medicina per un problema improvviso.
Ho sospeso l'allattamento per preucazione e poi ho chiamato il numero da te indicato.
Sono stati gentilissimi e mi hanno detto di sospendere l'allattamento fino a 24 ore dopo l'ultima assunzione. Nel frattempo di levare il latte e buttarlo.
Il problema era che con il tiralatte riuscivo a levarne solo un po' ed avevo paura che dandole il latte dopo le 24 ore sarebbe cmq stato il latte vecchio, accumulato nelle ore precedenti.
Mi sono ricordata di questo post ed ho effettuato la spremitura manuale.
Così sono riuscita a svuotare il seno completamente ;)
Fa un po' impressione, sembra un po' di "mungersi" però si riesce a levare quasi tutto ed anche più velocemente.
E considera che sono partita direttamente dal punto 4...

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Leya
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Messaggio da Leya »

Allattare un neonato pretermine

La nascita di un neonato pretermine giunge quasi sempre inaspettata per i genitori, precipitandoli in una realtà sconosciuta ed angosciante; tutto ciò che appariva scontato nella cura del proprio bambino sembra ora lontano e molte mamme si chiedono se e come potranno allattare il loro piccolo.
E' importante che le madri ricevano le giuste informazioni a riguardo, perché possano compiere le proprie scelte consapevolmente.

Perché è importante il latte materno per un bambino nato pretermine?

Il latte materno è l'alimento ideale per i neonati prematuri.
- La madre di un neonato prematuro produce un latte differente rispetto a quello di una madre "a termine", con maggiori quantitativi delle sostanze necessarie al neonato (proteine innanzi tutto).
- I benefici dell'allattamento riconosciuti per i nati a termine, sono ancora più importanti per un neonato in terapia intensiva, in particolare una maggiore protezione contro le infezioni, la presenza di fattori importanti per la crescita e lo sviluppo neurologico, una minore incidenza di patologie a carico dell'intestino.

L'allattamento presenta dei benefici anche per la madre:
- Oltre a quelli di ordine medico (minore incidenza di tumore al seno e alle ovaie), raccogliere il latte per il proprio bambino in incubatrice può aiutare la madre a sentirsi attiva, in un momento in cui i genitori sperimentano un forte senso di impotenza. In seguito, l'allattamento al seno potrà contribuire a recuperare un senso di "normalità" in una nascita altamente medicalizzata.


Come avviare e mantenere la produzione di latte

Il processo ormonale alla base della lattazione inizia con la nascita del neonato, anche se questa avviene prematuramente. Quando non è possibile attaccare il neonato direttamente al seno, la madre può ugualmente stimolare la produzione usando un tiralatte.E' fondamentale tirare il latte con costanza, stimolando regolarmente
il seno. La produzione di latte è infatti basata sul meccanismo di domanda-offerta, il seno produrrà latte nella misura in cui questo viene richiesto. E' importante quindi mantenere una stimolazione costante, evitando intervalli troppo lunghi e ripetuti.
Il primo passo da fare è iniziare a tirare precocemente il latte. In ospedale viene solitamente fornito alle madri un tiralatte elettrico, generalmente più veloce ed efficace di quelli manuali. Dopo la dimissione, è possibile noleggiarne uno in farmacia, nelle sanitarie, in molti negozi di articoli per bambini o presso alcune associazioni di sostegno all'allattamento.Si consiglia di tirare il latte circa sei-otto volte nella giornata, possibilmente con un tiralatte elettrico almeno 10 minuti da entrambi i seni, o fino a quando fuoriesce latte dal seno, continuando ancora per qualche minuto. Per facilitare la spremitura può essere utile scaldare il seno prima di applicare il tiralatte, con una doccia calda o spugnature, e massaggiarlo delicatamente, dalla base alla punta. Anche pensare intensamente al bambino, o guardare una sua foto durante la spremitura, può anticipare il riflesso di emissione del latte. Altri accorgimenti utili sono stimolare il capezzolo del seno che non si sta spremendo tra pollice ed indice, per incrementare il riflesso ossitocinico, e cambiare seno varie volte, dopo pochi minuti, in modo da innescare più volte il riflesso di emissione. Non è necessario né indicato lavare il seno prima di tirare il latte con detergenti aggressivi, che potrebbero rendere più fragile una pelle già delicata eliminandone lo strato protettivo. Terminato l'uso del tiralatte, è sufficiente spalmare il capezzolo con un po' del latte spremuto. Non preoccupatevi se all'inizio usciranno solo poche gocce di colostro, per altro molto importanti per un bimbo pretermine; la produzione di latte impiega alcuni giorni per aumentare e la montata
lattea (il passaggio da colostro a latte vero e proprio) può tardare anche una settimana.
Non tutte le madri purtroppo riescono ad usare efficacemente il tiralatte. In questo caso si può far ricorso anche alla spremitura manuale, che richiede alcune istruzioni:
1. fare spugnature calde o una doccia, magari un bagno caldo con spremitura direttamente in vasca.
2. piccolo massaggio - va bene anche l'olio sul seno per facilitare lo scorrere delle dita- con tutte le dita facendo cerchi concentrici dalla base alla punta del seno.
3. stuzzicare il capezzolo con pollice ed indice per innescare il riflesso di emissione.
4. pollice poggiato sulla parte superiore del seno nel punto in cui c'è il passaggio di colore tra l'areola e la carne del seno.
5. indice sulla parte inferiore dell'areola, sempre dove finisce l'areola, nel punto opposto al pollice. Si può sostenere il seno con le altre dita.
6. la cosa più importante, prima di chiudere pollice e indice è necessario, tenendo le dita ferme nella loro posizione,tirare verso di sé, quasi schiacciando il seno sulle costole (ovviamente con delicatezza!).
7. solo a questo punto stringere pollice e indice, tirando verso l'esterno e tenendo sempre le dita ben ferme sul limite esterno dell'areola.Il capezzolo non va mai toccato, i dotti galattofori sono alla base dell'areola.

Ogni reparto ha modalità differenti per raccolta, consegna e conservazione del latte, è quindi bene informarsi e chiedere indicazioni direttamente. Se non è presente una banca del latte, quanto spremuto può essere conservato anche in casa congelandolo. In questo caso, è necessario mettere il latte in contenitori sterili, che dovranno poi essere etichettati con data e ora della spremitura, in modo da poter utilizzare prima i più vecchi. Si può conservare
insieme il latte estratto in diverse sessioni, avendo cura di raffreddare il latte prima di aggiungerlo a quello già tirato. Per quanto riguarda i tempi di conservazione del latte destinato ad un neonato pretermine, a temperatura ambiente dura circa 4 ore, nella parte più fredda del frigorifero (evitando lo sportello) 24 ore, in congelatore 3 mesi, in congelatore a -20° un anno.
Per quanto difficile, è importante che la madre riposi e si alimenti correttamente, senza dimenticarsi di bere a sufficienza e che il benessere del bambino passa anche attraverso quello dei suoi genitori.

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Leya
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Messaggio da Leya »

Allattare dopo i sei mesi, l'anno e oltre

Perché allattare dopo i sei mesi
-minore incidenza del tumore della mammella per la madre http://www.saperidoc.it/ques_259.html
-fattori immunitari (maggiori durante il secondo anno di allattamento che nel primo, visto che il bambino inizia a gattonare e ad interagire maggiormente con l'ambiente, la natura provvede una maggiore copertura immunitaria)
-composizione ancora valida: calando le poppate, le sostanze nutrienti presenti nel latte si concentrano maggiormente, per essere presenti in proporzioni alte anche se ne viene assunta una minore quantità. Quindi non è vero che il latte si impoverisce o diventa acqua, ma esattamente il contrario. Calano invece le sostanze che il bambino può tranquillamente acquisire da altri alimenti complementari, come il ferro. Per esempio la quantità di latte materno solitamente assunta dopo l'anno (due poppate ostanziose) contribuisce per il 30% al fabbisogno di calorie giornaliero, e copre il 38% del fabbisogno di proteine, il 45% di quello di vitamine e il 95 % di quello di vit. b. E' più ricco di anticorpi del latte prodotto nel primo anno di vita, è più digeribile del latte vaccino.
-continua a contenere elementi che aiutano la maturazione del sistema immunitario, cervello, etc.
- Allattare non è semplicemente nutrire, e la decisione di continuare oltre l'anno è spesso legata al sentire della madre. L'allattamento al seno è anche un canale di comunicazione madre-bambino, magari un rituale della buona notte o altro. La madre può semplicemente decidere di continuare ad allattare, continuando una pratica che fino a quel momento si è rivelata positiva per mamma e bambino.

Fino a quando allattare
Non esiste un limite fisso, perché ogni mamma e ogni bimbo sono diversi, come diverso è il loro rapporto, il vissuto, l’ambiente in cui vivono…quindi la risposta migliore è “fino a che mamma e bimbo lo desiderano”, fosse sei mesi, un anno, due o oltre, senza porsi obiettivi standardizzati.
Fin dall'inizio, la madre non dovrebbe considerare l'allattamento al pari di una prescrizione medica da realizzare come un dovere, ma piuttosto una pratica utile a madre e bambino, inserita in un contesto più ampio di accudimento del bimbo e della famiglia. Inutile quindi cercare una indicazione valida e uguale per tutti.

Superare le critiche
Spesso sia madre che bambino desiderano continuare l’allattamento anche dopo l’introduzione di cibi completari; purtroppo sono spesso sottoposte a pesanti critiche.
-il latte dopo i sei mesi è acqua: assolutamente falso, mantiene intatto il suo potere nutritivo ed è ricco di anticorpi ed elementi per la crescita
-così non diventerà mai indipendente: a sei mesi, quanto deve essere indipendente un bambino?!? E cosa si intende per “bambino indipendente”?
Secondo vari studi, un bambino ascoltato, i cui bisogni vengono soddisfatti e che vive in un clima sereno, è maggiormente aperto verso l’esterno e pronto a lanciarsi con maggiore sicurezza nel mondo; all’inverso, si può riscontrare maggiori insicurezze nei bambini a cui è stato chiesto di crescere troppo in fretta, imponendo i propri ritmi senza curarsi dell’indole e dei bisogni di quello specifico bambino.
-non è naturale/c'è qualcosa di morboso: solo nella nostra società industrializzata, e solo negli ultimi decenni, il bimbo che poppa oltre l’anno viene considerato “morboso”. L’età media di allattamento nel mondo è 3-4 anni, non esiste un solo studio che abbia dimostrato turbe psicologiche nei bambini per il solo fatto di essere ancora allattati oltre l’anno.
Ricordiamo poi che lo svezzamento naturale nella specie umana secondo studi antropologici si colloca mediamente tra il secondo e il quarto anno di vita.

Possibili risposte in generale:
-Sono stati fatti fatti moltissimi studi scientifici in questi anni sull’allattamento oltre i sei mesi e l’anno, davvero non ne sai niente?!?
-Mi fa piacere che ti preoccupi tanto per il bambino, ma essendo mio figlio il suo benessere è mio primario interesse e ci ho pensato bene prima di decidere di allattare.
-E’ una decisione molto personale, e io non imporrei mai il mio personale punto di vista a nessuno, quindi evita di farlo anche tu.
-Il bimbo è responsabilità mia e di mio marito, nostro è il compito di accompagnarlo nella crecita quindi ciò che scegliamo di fare riguarda la nostra famiglia.
- Sono contenta che abbia funzionato per te e per il tuo bambino, ma noi siamo diversi e i nostri bimbi anche. Non è detto che quel che ha funzionato per te funzioni anche per me (e viceversa)
-Ci penserò, grazie
-Me lo ha consigliato il pediatra.
-Evitate occasione di discussioni se non ne avete voglia.
-Fatevi scivolare addosso le critiche limitandovi a sorridere.

Come prevenire le critiche
- Usate discrezione
- Non gettatevi in discussioni che preferireste evitare
- Evitate di affrontare l’argomento se pensate che il vostro interlocutore sia in disaccordo con voi e non avete voglia di discutere. Piuttosto, concentratevi su temi e argomenti che vi vedono su posizioni comuni
-Date delle spiegazioni su ciò che fate, prima che vi vengano richieste. Fatelo con gentilezza, e mostrate ai vostri interlocutori che ciò rende felici sia voi che il bambino. E siate tolleranti nei confronti delle decisioni prese dagli altri
-Mostrate sicurezza e serenità nel fare le cose.


Indicazione dei principali organi preposti alla salute del bambino:
- Società Italiana di Neonatologia
http://www.careperinatologia.it/archivi ... 20sin.html
Questo sulla durata dell'allattamento:
“Adeguatezza nutrizionale e durata dell'allattamento al seno.
…L'allattamento al seno può continuare anche dopo l'introduzione dei cibi solidi (alimentazione complementare) e protrarsi (senza esasperazioni e forzature) nel secondo anno di vita ed oltre in base al desiderio reciproco di madre e bambino.”

- Raccomandazioni American Accademy of Pediatrics
http://www.acp.it/allattamento/pediatri ... 20ital.pdf
pag 133 “Una durata protratta dell’allattamento al seno conferisce benefici significativi in termini di salute e sviluppo per il bambino e la madre. Non esistono limiti superiori alla durata dell’allattamento al seno e non sussistono evidenze di pericolo di tipo psicologico o evolutivo derivanti dall’allattamento al seno protratto sino al terzo anno di vita o oltre” Versione originale http://www.acp.it/allattamento/AAP_05.pdf tra pagina 499 e 500

-Ministero della salute
http://www.ministerosalute.it/speciali/ ... &idhome=62
“L’allattamento al seno in aggiunta ai cibi solidi e semisolidi può proseguire anche nel secondo anno di vita e oltre, a discrezione della mamma.”

-Organizzazione Mondiale della Sanità/UNICEF
Dichiarazione degli Innocenti
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/Serv ... agina/2004
“I bambini dovrebbero continuare ad essere allattati al seno, ricevendo allo stesso tempo alimenti complementari adeguati, fin oltre i due anni di età.”


Quando l'allattamento va rivisto:
-quando l’allattamento diventa l’unico mezzo di comunicazione o di risposta ad ogni problema;
-unico momento in cui il bimbo ha l'attenzione della mamma.
-valutazione generale del rapporto; se la mamma tende a sostituirsi al bambino, passare sopra alle necessità del figlio per soddisfare le proprie, o annullarsi totalmente senza porre alcun limite.

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Iaia71
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Messaggio da Iaia71 »

USO DEL TIRALATTE; CONSERVAZIONE E DONAZIONE DEL LATTE MATERNO By Lillafiore

Tiralatte istruzioni per l'uso

questa è la mia esperienza di tiralattaggio, ho tirato il latte per Flavia (sono tornata a lavorare quando lei aveva 3 mesi) e per la Banca del Latte di Lucca per 4 mesi.

**Come tirarsi il latte: Per tirarsi il latte occorre un tiralatte, si puo' scegliere se comprarlo o affittarlo in farmacia (specie per i modelli elettrici che sono piu' cari) tra i manuali il migliore, nella mia esperienza e in quella del forum, è l'isis dell'avent, tra quelli elettrici sono molto validi quelli della Medela.
Il tiralatte è un aggeggio un po' complicato, fonte di ansie specie nei primi giorni, non fatevi fuorviare mai da chi dice che se tirate poco latte vuol dire che ne avete poco in generale (e che quindi affamate vostro figlio), è solo una questione di tecnica, di pratica, di riflesso di emissione e di... puppe piu' o meno compiacenti.
Per provare quindi dobbiamo armarci di un po' di buona volontà e di pazienza, l'ideale sarebbe provare a seno pieno, specie le prime volte, in modo da prendere confidenza (non abbiate paura di svuotare il seno e di affamare la creatura, il seno non è un serbatoio e quello che trovate già nei dotti è solo una piccola percentuale del vostro latte, quello "di pronto uso" ) sedete su una sedia con la schiena dritta e leggermente inclinata in avanti, cercate di ritagliarvi una mezz'ora di calma e non vi fate prendere dallo sconforto se avrete delle difficoltà all'inizio io stessa volevo riportare indietro il mio tiralatte perchè ero convinta che fosse rotto visto che non riuscivo a far uscire nemmeno una goccia
un altro trucco è quello di sfruttare l'effetto del calore, per facilitare l'uscita del latte, quindi è bene non avere freddo mentre si tira il latte.

**Quando tirarsi il latte: ogni mamma troverà la soluzione piu' adatta alle proprie esigenze e alle caratteristiche del proprio bambino, io trovavo molto comodo tirarlo la mattina presto quando Flavia saltava la poppata della notte, oppure durante la sua colazione mentre lei poppava dell'altra parte, all'inizio è piuttosto scomodo ma tirarsi il latte mentre si allatta permette di sfruttare a pieno il riflesso di emissione risvegliato dal proprio bimbo che puppa (spesso infatti si sente la calata del latte anche al seno che non sta allattando). L'alternativa è di montare il tiralatte la mattina e tirarselo continuamente durante il giorno, ripondendolo in frigo durante le pause, avendo cura semmai di togliere la coppetta in silicone che va a contatto con seno per evitare poi di attaccarsi al seno un tiralatte freddo, cosa che non aiuta certo il tiraggio. Dopo ogni uso, natualmente, occorre lavare bene ogni parte del tiralatte e relativo biberon e poi sterilizzarlo per l'uso successivo.

**Stoccaggio del latte: una volta tirato il latte lo possiamo tenerea temperatura ambiente per 4 ore (considererei temperatura ambiente anche una borsa frigo) in frigo per 24 ore (nella parte più fredda evitando la porta); è normale che illatte dopo un pò si divida in una parte più biancastra e un apiù trasparente basta agitarlo e mischiarlo nuovamente!Altrimenti si può congelare, meglio se il prima possibile visto che gli enzimi presenti nel latte stesso tendono a "digerirlo" e una volta scongelato si può avere uno strano odore, senza che sia compromesso il latte, proprio a causa di questo. Per congelarlo ci sono delle pratiche bustine della medela se preferite fare dosi piccole (da 50cc per esempio) per poterlo dosare meglio quando lo scongelate se per esempio non siete sicure di quanto ve ne serve, le bustine da 50cc si scongelano in due minuti sotto il getto dell'acqua tiepida e una volta scongelate sono praticamente già alla temperatura ideale, sono quindi perfette per casi d'emergenza in cui il fattore tempo è importante oppure quando il latte deve essere dato da persone non esperte. Altrimenti si possono usare i barattolini del sistema Via dell'avent che possono essere usati direttamente come biberon con l'apposito attacco, questi si possono scongelare lentamente nel frigo (la sera prima) e poi riscaldarli a bagno maria fino alla giusta temperatura, e sono piu' comodi quando sappiamo esattamente la dose che serve. Il latte materno non deve essere scongelato al microonde perchè questo distrugge la componente immunitaria caratteristica del latte stesso (senza pero' renderlo "cattivo"). Il latte materno si conserva in congelatore per 3 mesi (congelatore a -20 un anno), quindi le scorte vanno congelate con la data di estrazione.Se si congela il latte tirato in diverse poppate, specie se si fanno i sacchettini da 50cc, è bene dargli una leggera mescolata prima, in modo che la compenente più grassa che sale in superficie si possa mescolare e finisca in parti uguali nelle diverse dosi.

aggiungo sempre by Lillafiore

Se fai sacchettini da 50gr tuo marito puo' scongelarli sotto il getto dell'acqua tiepida e sono pronti in due minuti, sono già anche a temperatura giusta, cosi' non c'è nemmeno bisogno di scaldare niente, mia madre faceva cosi', per me è la cosa piu' semplice.
Altrimenti puoi mettere i sacchettini in frigo la mattina e alle 16 sono pronti già scongelati, deve solo metterli in bibe e scaldarli a bagnomaria. Il lm scongelato va conservato in frigo.
Si puo' unire il latte congelato e quello tirato fresco, io facevo cosi' quando non riuscivo a tirarne a sufficienza di mattina.


**Donare il latte: per donare il latte serve solo essere una mamma che nutre al seno il proprio bimbo, non avere abitudine di vita a rischio (partnet sieropositivi a hiv epatiti) essere a proprio volta non sieropositive. Prima di donare il sangue (parlo per la banca di lucca, ma il protocollo è piu' o meno uguale in tutta italia) viene fatta un'analisi del sangue e di un campione di latte fresco, non per analizzarlo dal punto di vista nutrizionale (TUTTI i latti di mamma sono nutrienti!) ma da un punto di vista batterico-virale, perchè anche se poi il latte viene pastorizzato è importante che il latte donato sia sicuro "alla fonte".
Vengono dati alla donatrice dei vasetti (in genere da 100cc) con delle etichette, da riempire di latte tirato e stoccare nel congelatore domestico e un tiralatte se se ne ha bisogno. In quasi tutte le banche d'italia c'è poi la possibilità di vedersi ritirare il latte a domicilio, alcune banche senza limiti di vasetti, altre almeno per un numero minimo. Io ho scelto di portare da sola il latte all'ospedale, utilizzando una normale borsa termica. In alcune banche si puo' donare il latte fino al sesto mese di vita del proprio bimbo (poi il latte cambia ancora nei suoi componenti e viene ritenuto meno idoneo per i prematuri) altre banche invece sono piu' libere

mareininverno
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Messaggio da mareininverno »

LA CANDIDOSI

(Info raccolte da Flitzer).

La candidosi è una micosi la cui comparsa è favorita da una minore resistenza dell'organismo; soprattutto a rischio sono i neonati.
I miceti proliferano rapidamente nel lattosio del latte materno e possono così provocare infezioni nella bocca del bambino e sul seno materno. È possibile anche una trasmissione per via vaginale, durante il parto, se la madre ha avuto una candidosi nell'ultimo trimestre di gravidanza. Durante il parto si infetta la bocca del bambino e poi il capezzolo e il seno. Il propagarsi dell'infezione è favorito dalla presenza di ragadi ed escoriazioni.

Altro fattore predisponente è l'assunzione di antibiotici da parte della madre o del bambino. Anche le coppette assorbilatte umide possono favorire la proliferazione della candida, allo stesso modo di scarsa o scorretta igiene .

Alcune patologie possono favorire l'insorgere della candidosi: diabete mellito, diabete gestazionale, anemia materna, assunzione si contraccettivi orali, infezioni, assunzione di farmaci immunosoppressivi da parte di madre o bambino.

Ulteriori fattori predisponenti sono l'obesità, l'indossare indumenti stretti e non traspiranti; ci si può anceh infettare attraverso il contatto sessuale con un partner a sua volta affetto.

Come riconsocere la candidosi nell'allattamento?
Le colture del LM sono inutili, perhcé in piccole quantità i miceti sono normali nel LM. Inoltre gli enzimi materni uccidono le spore, potendo così dar luogo a falsi negativi.

La candidosi insorge spesso dopo un certo perido di allattamento senza problemi.

Sintomi della madre:
Osservando il seno si nota che la pelle dell'areola assume un colore che va dal rosato al rosso acceso, fucsia o violetto, è gonfia e lucida. Può anche essere secca e squamosa. Le ghiandole di Montgomery sono rosa e gonfie. Nelle pieghe profonde della pelle si può trovare a volte materiale biancastro.
Subito dopo la poppata l'areola può apparire come raggrinzita. A volte i capezzoli impallidiscono come coseguenza di uno spasmo dei vasi sanguigni in concomitanza con un breve momento di dolore intensissimo. I capezzoli possono essere constantemente doloranti ed estremamente sensibili. Le donne con candidosi a volte non riescono ad indossare il reggiseno e non osano prendere in braccio il proprio bambino perché qualunque contatto con il capezzolo è estremamente doloroso.
Fra le poppate il dolore ai capezzoli si attenua leggermente, come anche al seno. Il dolore al seno viene descritto come bruciante, acuto, a fitte, come carboni ardenti, e si diffonde a raggi dal capezzolo al seno, dove perdura almeno 10-15 minuti dalla fine della poppata, ma può durare anche ore. Il dolore profondo appare con il riflesso di emissione e aumenta dopo la poppata.
Se non si riconosce la vera causa, il dolore conduce spesso all'interruzione dell'allattamento. Durante la candidosi è possibile avvertire un forte desiderio di consumare alimenti a base di carboidrati.
.
La candidosi viene diagnosticata dal medico. Mamma e bambino devono sottoporsi a un trattamento di almeno due settimane, ma non é necessario interrompere l'allattamento. Per il seno si prescrivono solitamente creme a base di nystatina o clotrimazolo, che non vengono praticametne assorbite e quindi non vengono neppure assunte dal neonato per via enterale. Una vasta esperienza dell'uso terapeutico permette di escludere una tossicità per il bambino. Lo stesso vale per il miconazolo.
è importante trattare madre e bambino per evitare l'effetto ping pong, ossia la continua reinfezione reciproca.

In caso di candidosi leggera il miglioramento è possibile già nel giro di 48 ore, ma i sintomi possono anche peggiorare per uno-due giorni prima che si ottenga un miglioramento.

Nell'attesa del miglioramento i seguenti accorgimenti rendono più sopportabili le poppate:

- offrire poppate brevi e frequenti
cambiare spesso la posizione
- favorire il riflesso di emissione prima della poppata con un massaggio o - un impacco caldo in modo che il bambino non debba succhiare troppo forte
- eventualmente applicare sul capezzolo un cubetto di ghiaccio avvolto in un fazzoletto per anestetizzare (attenzione però, il bambino potrebbe non gradire!)
- Staccare il bambino aprendogli prima la bocca, tirando con delicatezza all'angolo della bocca o abbassandogli il mento

SINTOMI NL BAMBINO
Spesso, anche se non necessariamente, il bambino comincia ad apparire più agitato e a richiedere il seno con maggior frequenza. la pellicola bianca, quasi "pelosa" sulla lingua, che non viene via con l'acqua, é doloroso per il bambino; nello stadio avanzato possono apparire macchie bianche anche all'interno delle guance. Il dolore durante la poppata può causare un rifiuto del seno e in casi estremi a un rallentamento della crescita. Possibile anche un rumore come di schiocco durante la poppata.
Frequente anche una dermatite da pannolino, di solito di colore rosso vivo, dai confini netti e dall'aspetto lucido. Anche aria nell'intestino, irrequietezza e feci schiumose possono essere sintomi di una micosi dell'intestino.
Il bambino può anche essere asintomatico.
Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto, possono volare solo rimanendo abbracciati. (don Tonino Bello)

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Leya
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dotti ostruiti e ingorgo

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Dotto ostruito

-Come si manifesta
Un ristagno di latte ostruisce uno dei canalini che portano il latte dal punto interno in cui viene prodotto (acini) verso l'areola.
Una zona del seno appare quindi dura, dolente, a volte arrossata; a volte si manifesta come una pallina dura mobile, spesso localizzata nella parte esterna del seno. Non c'è quasi mai presenza di febbre (comunque non superiore ai 38,5°) o sintomi parainfluenzali, il dolore e la tensione sono localizzati ad un quadrante del seno.

-Possibili cause.
Le più frequenti: il neonato non ha svuotato bene quella parte del seno, ha diradato le poppate o si attacca in modo scorretto, la mammella è stata compressa in quel punto con capi di vestiario troppo stretti (spesso reggiseni con ferretto o comunque di una misura troppo piccola), oppure con la cintura della macchina o la tracolla di una borsa; tutto ciò che comprime con forza il seno potrebbe provocare l'ostruzione di uno o più dotti. Possono influire anche un periodo di forte stress o scarso riposo, una tendenza alla iperproduzione.
E' stato osservato che il problema colpisce con maggiore frequenza le madri che hanno una dieta ricca di grassi saturi (carni, formaggi, dolciumi etc.): in questo caso si potrebbe trarre giovamento da un cambiamento nell'alimentazione abituale e dall'assunzione di lecitina di soia.

-Come si risolve.
E' molto importante cercare di liberare i dotti evitando un ristagno eccessivo di latte e un peggioramento dell'edema, che alla lunga potrebbe degenerare in mastite.
Si può procedere con spugnature calde prima della poppata e fredde tra una poppata e l'altra, avendo cura di attaccare il bambino con il mento rivolto verso il dotto ostruito perché con quella porzione di bocca riesce ad avere una suzione più efficace (indicate le posizioni "a palla di rugby" e "a lupa").
Può essere utile la spremitura manuale insistendo con il pollice sul quadrante dolente, sempre dopo una spugnatura calda, e l'uso del tiralatte, anche se la poppata del bambino è più efficace.
Non è necessario né consigliabile sospendere l'allattamento al seno. Se il problema non si risolve nel giro di 48 ore è necessario contattare una persona esperta in allattamento materno. Non assumere farmaci se non dietro prescrizione di personale sanitario o esperto in allattamento al seno.


Ingorgo

-Come si manifesta
Una o entrambe le mammelle appaiono nella loro interezza turgide, dure, pesanti e dolenti, a volte arrossate. Il bambino può avere difficoltà ad attaccarsi perché l'areola si presenta molto tesa e quindi difficilmente può essere presa in bocca, anche la spremitura con tiralatte o manuale può essere ardua. Non c'è quasi mai presenza di febbre (comunque non superiore ai 38,5°), può dare spossatezza.

-Possibili cause
L'ingorgo si presenta con maggiore frequente nei primi giorni dopo il parto, spesso in corrispondenza della montata lattea, e quando le poppate vengono diradate, per esempio con l'inizio dello svezzamento o quando il bimbo fa pause più lunghe in corrispondenza della notte o ancora quando la madre è costretta ad assentarsi per varie ore senza possibilità di svuotare il seno come da abitudine. Può comparire anche in presenza di un attacco scorretto e quindi una mancata rimozione del latte da parte del bambino, anche se questo poppa frequentemente, o in caso di iperproduzione materna.

-Come si risolve.
E' molto importante cercare di risolvere il problema velocemente per evitare che evolva in mastite.
Procedere con impacchi caldi prima di spremere il latte o far poppare il bambino, può essere utile anche la spremitura durante un bagno o una doccia caldi. Si può massaggiare il seno dalla base verso il capezzolo con movimenti circolari, o farsi massaggiare la schiena. E' importante che il neonato possa attaccarsi frequentemente, cambiando posizioni (molto efficace quella "a palla da rugby"); se dovesse faticare a poppare a causa dell'areola troppo tesa può essere utile spremere o tirare un po' di latte per ammorbidirla. Si può fare ricorso al tiralatte o alla spremitura manuale, in aggiunta e non in sostituzione della poppata: smettere di allattare può peggiorare la situazione. Si può ricorrere al metodo della bottiglia calda. Non trascurare il riposo.
Se non risolto velocemente è necessario contattare una persona esperta in allattamento materno.

Metodo della bottiglia calda.
Può essere utile nel caso di ingorgo quando non si riesca ad estrarre il latte in altro modo.
-E' necessario procurarsi una bottiglia di vetro da almeno 750 ml con collo largo (per esempio da passata di pomodoro o succo di frutta).
-Va sterilizzata mettendola a bollire o con i normali liquidi sterilizzatori.
-Mettere sul fuoco una grossa pentola piena di acqua e portarla ad ebolizione.
-Versate un po' di acqua bollente nella bottiglia, lentamente per non romperla, e poi riempitela tutta per qualche minuto.
-Avvolgetela in un asciugamano e versate l'acqua calda
-IMPORTANTE: raffreddate con acqua fredda solo la porzione di collo della bottiglia che verrà a contatto col vostro seno, per non ustionarvi. Il resto della bottiglia deve restare caldo.
-Appoggiate il collo della bottiglia sull'areola con il capezzolo al centro, in modo da chiudere e creare il vuoto.
-Nel giro di poco la bottiglia inizierà a raffreddarsi e sentirete tirare l'areola. Non staccate la bottiglia finchè continua ad uscire latte.
-A questo punto si potrà procedere con la spremitura manuale.

come trovare personale medico esperto in allattamento al seno per la prescrizione dei farmaci

Di solito c'è una responsabile nei consultori familiari, un'ostetrica in contatto con una ginecologa.
Anche i nidi degli ospedali possono avere personale competente, ma bisogna informarsi prima.
Di solito le consulenti alla pari conoscono almeno per sentito dire i sanitari della propria zona, quindi si può chiedere a loro a chi rivolgersi.
Esistono anche le consulenti professionali in allattamento materno, sono più competenti delle consulenti alla pari http://www.aicpam.org/ qui trovi elenchi parziali http://www.ibclc.it/dove.asp http://www.allattare.net/consulenti.asp[/b]

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Cosa posso fare se mi morde?

-se il bimbo ha il seno in bocca e succhia attivamente non può mordere. Fate attenzione al momento in cui allenta un po' la presa e si fa indietro con la bocca per serrare le gengive; prevenitelo inserendo il dito tra le gengive per staccarlo.
-staccatelo ogni volta che morde offrendo una alternativa e spiegandogli che non deve mordere il seno, con decisione ma senza urlare o spaventarlo (come alternativa ci sono un sacco di giochini fatti apposta, alcuni vanno messi in frigo e poi proposti freddi per dare sollievo alle gengive infiammate). Va bene anche metterlo giù aspettando qualche attimo per consolarlo, in modo che associ il morso alla fine anzitempo della poppata e alla mamma contrariata.
-a volte mordono se c'è molta confusione o vogliono richiamare l'attenzione della mamma, cercate di notare quando il morso è più frequente e nel caso dedicate tutta la vostra attenzione al bambino durante la poppata.
-non forzate il bambino a poppare, a volte morde quando ha finito e non ne vuole più.
-staccatelo se è mezzo addormentato, o inserite il dito nell'angolo della bocca in modo che se nel dormiveglia dovesse serrare le mascelle non stringerebbe in capezzolo ma il dito.
-non staccate il bimbo tirandolo indietro ma infilando il dito nell'angolo della bocca tra le gengive. Tenete il dito sempre pronto di fianco alla bocca. Può essere utile dopo il morso non allontanare di scatto il bimbo ma "spiaccicarlo" sulla tetta avvicinandolo molto velocemente (mollerà immediatamente la presa).

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Allattare con capezzolo piatto o introflesso

Non esiste una soluzione codificata per trattare il capezzolo piatto o introflesso, perché ogni bimbo è differente e diversa è la sua propensione a tittare. Potrai quindi avere un figlio che si attacca senza problemi anche ad un capezzolo piatto, come uno che lo rifiuta. Quindi, la cosa migliore è sperare nel meglio e preparsi ad affrontare anche una situazione di emergenza.
Come prima considerazione, è possibile allattare anche col capezzolo piatto o introflesso, perché il bimbo non succhia il capezzolo ma l'areola; il capezzolo è importante solo in quanto permette al neonato di orientarsi e attaccarsi bene.

Strategie corrette:
- Prima del parto è fondamentale studiare bene come attaccare correttamente il bimbo, in modo da arrivare preparate alla prima poppata. In particolare, ricordare sempre che il bimbo deve spalancare la bocca e prendere buona parte dell'areola e non solo il capezzolo (vedi post in alto su come iniziare bene l'allattamento).
- Attaccare il bimbo subito dopo il parto, quando ancora non è arrivata la montata, in modo che possa iniziare l'allattamento quando ancora il seno è molto morbido e il capezzolo esce più facilmente. Attaccare spesso il bimbo nei primi giorni, facendo attenzione alla posizione e provandone varie per trovare la più comoda e gradita, anche per evitare il rischio di ingorgo. Con l'arrivo della montata la pelle del seno diventa più tesa e può essere (ma non è detto) più difficile per il bimbo attaccarsi. In questo caso può essere efficace fare un po' di spremitura manuale sull'areola per ammorbidirla.
- Può essere importante far uscire un po' il capezzolo subito prima di attaccare il bimbo. I metodi sono vari: la siringa tagliata, un minuto di tiralatte, manipolare il capezzolo per farlo uscire, passare sull'areola un cubetto di ghiaccio (questo se c'è un buon riflesso di emissione, o il freddo potrebbe ostacolarlo). Tutte queste operazioni vanno fatte con grande delicatezza, perché il capezzolo è estremamente sensibile. Sembrerebbe inutile invece usare i modellatori di capezzoli (tipo niplette) prima del parto, vari studi ne hanno dimostrato l'inutilità. Dopo il parto possono invece essere utili le conchiglie-modellatori (in particolare da indossare mezz'ora prima della poppata) che funzionano anche in caso di ragadi per areare il capezzolo e come raccoglilatte. Esiste anche una speciale ginnastica per il capezzolo da fare sempre dopo il parto.
- Importante. Se il bimbo subito rifiuta il seno, è fondamentale non forzarlo violentemente ad attaccarsi spingendogli la testa contro la mammella. Un atteggiamento troppo brusco potrebbe portarlo a rifiutare il seno anche in seguito, valgono sempre le regole per un buon attacco col bimbo che viene avvicinato al seno col dolcezza senza spingere sulla testina (sempre nel post in alto su come iniziare bene l'allattamento). Se il bimbo non è interessato si può spremergli un po' di latte in bocca o spalmarlo sul capezzolo, se è nervoso provare con calma a cambiare posizione e cullarlo.
- I paracapezzoli sarebbero da evitare e usare solo come ultimissima spiaggia, quando tutto il resto ha fallito, togliendoli non appena i capezzoli iniziano a protundere.

Ricapitolando:
- Informarsi bene sull'attacco corretto prima del parto (posizione della bocca del bimbo, del suo e del tuo corpo)
- se il bimbo fatica ad attaccarsi tirare fuori il capezzolo subito prima della poppata (siringa, manipolazione, tiralatte, cubetto di ghiaccio, modellatori medela o avent).
- attaccarlo molto spesso nei primi giorni dopo il parto, prima della montata (e ovviamente continuare l'allattamento a richiesta anche dopo).
- in caso di problemi rivolgersi subito ad una persona esperta, sarebbe meglio individuarla anche prima del parto in modo da poterla contattare il più presto possibile. Ogni bimbo e ogni mamma sono differenti, è bene quindi analizzare le singole situazioni per trovare soluzioni mirate.
- in nessun caso forzare il bimbo col rischio di generare uno sciopero del lattante o brutalizzare il capezzolo.

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