le storie dei nostri angeli

Quando il sogno di gravidanza si infrange, quando scegliamo l'IVG e poi la nostra anima si lacera, quando il nostro bimbo torna in Cielo a giocare tra gli Angeli.

Moderatore: Lillafiore

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jewel
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le storie dei nostri angeli

Messaggio da jewel »

credo che, come in ogni gruppo che si rispetti, sia utile presnetarsi agli altri raccontando la nostra esperienza...
Inizio io!

...Mi sono sposata a 22 anni nel 1994 e da subito, anzi, da ancor prima, avevo pensato ad avere una famiglia numerosa. Sin dalal pubertà ho sofferto di cicli irregolari e dopo varie indagini ho scoperto di soffrire dell'ovaio policistico in modod piuttosto serio, così sono entrata a far parte della schiera della persone che non riescono ada vere figli! All'inizio credevo bastasse prendere una pastiglietta "farlo" neio giorni giustiet voilà il bimbo sarebbe arrivato...Invece mi sono resa conto che non funzionava esattamente così...sono passati anni tra cure e curette fin quando sono approdata nello studio di un famoso endocrinologo della zona che mi ha ricoverata nel suo reparto per accertamenti...sono andata avanti, tra un esame e l'altro, per quasi un anno. Ovvaimente mia veva preso in carico una sua ssistente, un astrega di prima categoria che all'ultima visita mi rispedì a cas con uan curetta delle OO dicendomi, anzi, accusandomi, che MAI e sottolineo MASI sarei riamsta incinta perchè ero troppo magra (170 di altezza per 55 di peso!! :? ) Insomma, al colpa era mia!

Che ho fatto io? l'ho salutata e me ne sono andata col chiaro intento di non tornarci MAI più!

Ero molto arrabbiata non solo perchè mi sembrava di aver perso tempo
Era estate così decisi di riprendere l'avventura in autunno rivolgendomi al S raffaele di Milano! Inizia a fare cose che da anni no9n facevo più per paura di perdere un eventuale bimbo (visto e considerato che avendo un ciclo di 90/120/150.. giorni me ne sarei accorta molto avanti...) Così mi sicrissi a tennis, tirnai a afrmi delle gite in moto e guidai fino in Emilia Romagna. Prima di partire avevo avuto dei rapporti e ricordo che persi del sangue, mi capitava a volte ma i dot dicevano che era a causa di uan piaghetta. Quella volta ne persi un po' più dle solito...partii incavolata come non mai perchè ero certa che mi sarebbero arrivate le rosse!!! Invece niente! Tutti i giorni mi alzavo andavo in bagno certa di trvare il ciclo e invece niente! Però avevo tutti i sintomi! Non volevo fare un test perchè non volevo rovinarvi le vacanze così decisi di farlo il giorno della partenza...svegliai l'intero hotel com le mie urla di gioia! ERO INCINTA! Era avvenuto su un'ovulazione spiontanea (una delle poche delle mai vita) e so anche quando: di ritorno da un viaggio in Inghilterra!

Tornata a casa presi appubntamento adl gine che fece un'eco, mi prescrisse le BHCG..ero euforica, parlavo al mio pancino, indossavo già abiti premaman , avevo al testa tra le nuvole 24 ore su 24, pesnavo a nomi e corredinio e vaveo quell'epressione ebete classica di aspetta un bebè. Ovviamente il giorno del test avevo informato mezzo mondo: finalmente ce l'avevo fatta!..altra visita, altre beta "Signora non crescono!" 8O ci vorrà tempo, mi sono detta. Giorno dopo altre beta che ovviamente erano scese..."mi dispiace, non c'è più niente da fare. dobbiamo afre un racshiamento!" Ho versato tante di quelle lacrime che avrei potuto risolvere il rpopblema della siccità dei paesi poveri...
dopo il dolore la rabbia!
ero furiosa con quella dottoressa che mi disse che ero troppo magra per avere un figlio, quel giorno mio figlio c'era giò e lei non se n'era accorta! se lo avessi scoperto in tempo, forse, si sarebbe salvato perchè al 90% la causa è stato il mio scompenso ormonale, i bassi livelli di progesterone che non gli hanno permesso di crescere. se lo avessimo scperto il giorno di quell'ultima maledetta visita, avrei fatto delle iniezioni di progesterone e si sarebbe salvato, forse!

per anni hop odiato quell'ospedale!
poco prima che nascessero i gemelli durante ubna discussione in saloto circa l'efficienza di certi ospedali, una cicognina della mia zona, diventata madre da poco, mi accusò di essere polemica e di avercela sempre e costantemente con quell'ospedale...non le ho dato risposta perchè certe cose se non si vivono non si capiscono, ma credo che chiunque avrebbe avuto sentimenti così negativi verso chi, in un certo senso, è stata la causa di una perdita.
prendermela con quell'ospedale, con quei medici, mi ha aiutata a tirare fuori la rabbia che avevo dentro. trovare un colpevole, in un certo senso, alleggerisce il dolore...

ora ho tre bambini , tutto quell'odio è passato ma dentro di me riomaner un unico grande desiderio, andare da quella strega e farle vedere che si era sbagliata in pieno, solo così avrei risolto per sempre il grande rancore che mi porto dentro!

comunque nicolas, così chiamai il bimbo mai nato, resterà sempre con noi, dentro di me. infatti dal raschiamente risultò che si era riassorbito, insomma è rimasto con me, per sempre!

Vero1978
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Messaggio da Vero1978 »

8O 8O 8O
... Quando sono rimasta incinta di Niccolò pesavo 53 kgx172 cm... Certo che la gente certe volte parla senza attaccare il cervello... Secondo quella "dottoressa" io ero e sono (ora sono 55)sterile!!!!!
8O 8O 8O

jewel
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Messaggio da jewel »

Vero1978 ha scritto:8O 8O 8O
... Quando sono rimasta incinta di Niccolò pesavo 53 kgx172 cm... Certo che la gente certe volte parla senza attaccare il cervello... Secondo quella "dottoressa" io ero e sono (ora sono 55)sterile!!!!!
8O 8O 8O
le feci presente che le donne dfei paesi sottosviluppati non hanno certo uan dieta equilibrata,anzi, lei mi rispose che se fossi nata in india o in Africa sarei stata fertile quanto loro e che non dovevo generalizzare! Tutte le volte che racconto al diagnosi di quella donna si mettono tutti a ridere! Insomma, un vero genio! :?

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Simoncelli
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E allora eccomi qui!

Messaggio da Simoncelli »

STORIA D SIMONCELLI

Ciao a tutte, mi chiamo Simona, ho 26 anni e molte di voi conoscono già la mia storia ma, visto che finalmente c'è questo bel forum, mi ripresento, con tutto il mio bagaglio..
La mia perdita è stata differente da quella di molte, perchè io ho avuto un gravidanza extrauterina, operata d'urgenza alla settima settimana, per rottura tubarica; ho subito l'asportazione di una tuba. Avevo appena iniziato ad amare il mio "mucchietto di cellule", a cullare il sogno di essere madre, ma il dolore è stato forte, più forte di quanto avrei potuto immaginare, soprattutto perchè mi sono sentita una donna incapace e fallita.
In quei giorni ho scritto un diario, ero lucidissima, e ve lo riporto:
19-02-03
oggi sono a casa, come ieri, domani e i giorni dopo..
le perdite sono ricomparse ed io devo stare a riposo. Mia sorella ieri ha fatto la sua prima ecografia e presto la farò anche io:il 4 marzo. Ho visto le sue immagini e mi sono emozionata. Non vedo l'ora di poterla fare anche io e sentire il battito del cuore!
05-03-03
Il 24 febbraio ho perso il bambino. Sono stata operata d'urgenza per una gravidanza extrauterina, che si è rotta la mattina dell'intervento e che, se nn fosse stata presa in tempo, mi avrebba sicuramente fatta morire.
Ho pianto tanto, mi sono dispiaciuta e disperata e nn credo di poter mai dimenticare il dolore che ho provato nel vedere il mio sogno sbriciolarsi davanti ai miei occhi. Niente di tutto ciò che ho vissuto finora è paragonabile a questa esperienza, al dolore, alla delusione, all'emozione e rassegnazione che ho provato. Lo volevo davvero questo figlio, ho creduto e sperato fino all'ultimo di potercela fare, ma la diagnosi nn lasciava dubbi, nè speranze..
Quando mi sono risvegliata dall'anestesia ho visto tante persone vicino a me e mi sono sentita subito meglio.
Volevo piangere, ma le lacrime non venivano più, forse perchè dentro di me sapevo che tutto era stato inevitabile e dovevo rassegnarmi.
E così ho tirato fuori le unghie, tutta la rabbia e tutta la forza di cui sono capace ed ora sono di novo in pista: Piangermi addosso nn sarebbe servito, nè dimenticare tutto, nè parlarne con qualcuno che nn può capire: tutto rimane nel mio cuore.

Il diario poi continua per pagine e pagine, ma ve lo risparmio...
un abbraccio forte per tutte voi..

mareininverno
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Messaggio da mareininverno »

STORIA DI MAREININVERNO

Eccomi qui anch'io. Mi sono sposata a settembre 2002 ed ho desiderato un bimbo da sempre. Ci eravamo ripromessi di aspettare qualche mese per fare prima un pò di "rodaggio" della vita di coppia e po...Pensavo di dover aspettare chissà quanto ed invece... a fine gennaio '03, al primo tentativo...test positivo. Non dimenticherò mai quella sera, mio marito allora lavorava fuori, lo feci da sola, con il cuore che batteva a mille...ricordo ancora le sensazioni di quel momento, la gioia ed anche la paura...E ricordo benissimo la gioia di mio marito, l'abbraccio di mia madre, l'entusiasmo di tutti...Poi dopo una settimana le macchie, la prima eco...la gine con la faccia scura dice che non c'è battito, che è troppo piccolo ma che forse è stato concepito tardi e quindi bisogna aspettare un'altra settimana...Ma dal suo viso lo capisco già che lei non ci crede. Il giorno dopo le macchie diventano più abbondanti. Corriamo in ospedale ma nel mio cuore so già che non c'è più niente da fare. Vado a fare l'eco e la gine mi dice di prepararmi per il raschiamento. Ho ancora impresso il volto di mio marito quando sono uscita per dirglielo, il dolore...E ricordo come fosse oggi ogni istante di quella giornata...ricordo il freddo, ricordo il vuoto, ricordo le lacrime, il rimpianto ed i sensi di colpa dei giorni successivi.
Ho pianto tanto, ho tirato fuori tutto il mio dolore, ho voluto dare un nome a quell'angioletto minuscolo che era stato dentro di me: Andrea (un nome adatto ad un maschietto e ad una femminuccia)...Ho davvero toccato il fondo e poi da quel momento, piano piano ho cominciato a risalire, con il suo aiuto, ne sono sicura. Sono stata fortunata perchè un mese dopo sono rimasta ancora incinta, ma nonostante tutto il ricordo di quell'angioletto che mi ha resa mamma per la prima volta non mi abbandona mai, è solo divenuto un ricordo più dolce e meno lacerante.
Questo è quello che ho scritto in una delle prime pagine sul diario-lettera al fagiolino (che poi sarebbe stata Emanuela) che aspettavo:
"Lo sai, a gennaio un altro essere come te ha abitato in me ed a febbraio se ne è andato via. Non so perché sia successo ma so che probabilmente è stata anche colpa mia. Non ero pronta. Vi aspettavo da sempre eppure…non ero pronta…quando ho saputo che lui c’era non ho provato solo gioia ma anche tanta paura. Era il mio corpo che si ribellava all’idea di non essere più soltanto mio…il mio corpo che aveva paura del dolore…il mio corpo che fino ad allora aveva amato soltanto se stesso e non ce la faceva ad estendere quell’amore. Sono stata io stessa a mandarlo via? E’ stata colpa mia? Non credo che lo saprò mai su questa terra, forse un giorno, quando ci rincontreremo, perché ci rincontreremo (lui lo so, in questo momento è da qualche parte vicino a Dio, forse è uno di quelli che noi chiamiamo angeli, forse chissà) mi dirà perché e mi perdonerà, forse. Ho pianto tanto per lui, lo sai? Ma grazie a lui, che lo so, è vicino a noi, mi sono riavvicinata a Dio con cui da un po’ le cose non andavano più così bene, grazie a lui il mio corpo ha imparato ad amare qualcuno oltre se stesso. E adesso è pronto, pronto per accogliere te."
Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto, possono volare solo rimanendo abbracciati. (don Tonino Bello)

jewel
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STORIA DI MELLY
25 febbraio 2004, sono le 18,30 esco dal lavoro.
sono particolarmente stanca stasera, ho un po' di mal di gola, forse ho anche la febbre.. fa un freddo cane e pioviscola. non vedo l'ora di arrivare a casa. mentre ascolto la radio e viaggio sulla mia strada, ad un tratto mi sbuca dalla sinistra della carreggiata un bisonte, un tir enorme, cerco di sterzare, di frenare, ma non ce la faccio, e' troppo vicino, le ruote della mia Yaris slittano irreversibilmente sull'asfalto, il rumore delle lamiere e' assordante, resto svenuta reclinata sul cruscotto. Sono viva per miracolo, forse ho delle fratture, ma riesco ad aprire gli occhi.
mi trasportano in ospedale, sono nella sala del 118, tutti gli infermieri si agitano per cercare di fronteggiare ai tanti incidenti di stasera.
la dr. mi dice che devo fare delle radiografie, e mi chiede prima di farle, se c'e' la possibilita' che io sia incinta. la guardo con gli occhi velati, tra il dolore, “si' una remota possibilita' c'e', ma e' cosi' tanto che proviamo.... figurati se sono incinta....” "facciamo le beta cosi' togliamo ogni dubbio" dice la dr.
aspetto nella saletta con la testa vuota un'ora il responso..arriva la dottoressa, dicendo: "mi dispiace sara' per un'altra volta, ma lei non e' incinta... le beta sono a 7, minore di 10 significa negativo".
sono nella sala delle rx.. nessuno si degna di guardare se sono fratture o no.. arriva un dottore con passo stanco e senza mettermi nessuna protezione mi scatta decine di rx.. polso , addome, collo, ginocchio.... non ho nessuna frattura.. forse si potevano evitare.
sono a casa dal lavoro.. e noto che stranamente le mestruazioni non arrivano, e nemmeno le mie note macchiette prima del ciclo… afferro uno stik e vedo la dx splendente.. e’ sabato.
Domenica, rifaccio uno stik.. la dx c’e’ ancora, ma sembra piu’ sbiadita di ieri.
E’ lunedi’, vado in laboratorio di analisi a fare le beta, perche’ mi sento incinta. Sono a 98.
Basse, ma sono incinta. Inizia il mio malessere: ho fatto tante rx , cosa sara’ del mio piccino? Le beta salgono ma piano, arrivo a stento all’8° settimana. L’ennesima ecografia di queste prime settimane: “Signora l’embrione non si e’ formato, probabilmente e’ stato “fulminato” dai raggi fatti in un momento cosi’ delicato”.
Si frantuma cosi’ il mio sogno. Sto piangendo per una creatura che ingiustamente ha subito l'’arresto alla sua possibilita’ di vita.. per me sara’ sempre il mio piccino, anche se non ho mai potuto vederlo, neanche minuscolo……… ciao piccolo amore mio.


STORIA DI PIO PIO

quando Alessandro ha nove mesi rimango incinta, al test positivo inizio a piangere , al pensiero di come faccio Ale e' ancora piccolo, ma' poi subito dopo mi riprendo e sono felicissima, faccio la prima eco intorno alla 9 settimana e poi di routine faccio la morfologica alla 21 settimana, appena entriamo in studio mi sdraio c'eravamo tutti io Ale e mio marito, doveva essere una giornata bellissima e invece vedo gia' la faccia del ecografista e non mi dimentichero' mai questa frase c'e' qualcosa che non va', gia' in quel momento mi crolla il mondo adosso, spina dorsale deformata e manca un pezzo di calotta cranica, non vi dico i pianti, andiamo subito in mangiagalli dove ci attende il mio gine e li' altre eco e la diagnosi e' quella non c'e' alternativa o aborto terapeutico o morira' in pancia o maorira' alla nascita , era il 19 dicembre 2003 entro in ospedale il23 dicembre incominciano l'induzione ma' dopo 24 ore niente nessun sintomo di contrazioni, la notte del 24 dicembre incomincio ad avvertire le contrazioni e la mia piccola Benedetta alle ore 24 circa decide di lasciarmi per sempre, ecco e' proprio Benedetta il mio piccolo gesu' bambino, addio piccola amore della mamma sarai sempre nel mio cuore


STORIA DI EXENYPrima

di iniziare ho letto tutti i messaggi. Ora credo tocchi ame. Ho già raccontato la mia storia e forse qualcuno di voi avrà già avuto modo di leggerla. Sono alcuni anni che frequento mol, e caso vuole ho iniziato dalle cicognine per poi passare al forum della fecondazione, a quello di mamme e bimbi con problemi ed eccomi qui, forse il forum che più mi rappresenta. Lorenzo. Lui, la mia vita. Cercato, voluto, desiderato più di ogni altra cosa. Sono le parole che mi vengono in mente per prime. Una gravidanza normale, tra alti e bassi. Un unico segno: lo sentivo pochissimo muoversi ma non essendo magra e dalle ecografie tutto risultava ok (compresi i movimenti) ho proseguito fino al nono mese. Il primo monitoraggio non convince, il bimbo è troppo tranquillo. Sono già dilatata di tre centimetri, si prova con l'induzione. Nulla da fare...cesareo d'urgenza. !3, 14, 15, ho perso il conto, punture per riuscire a farmi la spinale. Nasce il mio cucciolino. Bello, bellissimo ma da subito so che qualcosa non va. Lory non respira e non si muove. Di corsa lo portano al Niguarda in terapia intensiva neonatale. 24 giorni. Sma. Amiotrofia muscolare spinale. Una malattia genetica che non dà scampo. Non ci si muove e non si respira autonomamente. Ricordo ancora il suo profumo, la sua pelle morbida. Gli siamo stati accanto nonostante anche il dolore fosse fisico e non solo morale. Sono riuscita a tenerlo in braccio tre volte, stando assolutamente immobile se non gli staccavo il sondino nel naso che gli permetteva di respirare. Quanti tubicini nel suo corpo. Pesava 3,050 kg, era proprio bello, era già un angelo. La sera prima che è morto, era già volato via il mio passerotto, guardava altrove, era tranquillo...il momento più difficile è quando gli ho dovuto dire addio ancor prima che ci lasciasse. L'ho dovuto fare...E' un dolore assordante che ancora oggi mi pervade. Lory se ne è andato quando tutti festeggiavamo l'anno nuovo, il 2004, lui gli ha detto addio, insieme al mio cuore. Mi manca, immensamente. La sua cameretta mi appare ogni giorno, nuova e splendende ,a ma la sua cameretta ora, è il suo monumentino che ho disegnato io. Ci hanno detto che per sapere di essere portatori sani di questa malattia, prima o poi doveva morire qualcuno in famiglia. E' toccato alla mia speranza, al mio cuore e alla mia anima. Ecco che cos'era il mio bambino. Ora lui è la mia mente e solo attraverso i miei occhi può vedere la sua vita quale sarebbe stata. ...i singhiozzi prendono il sopravvento....scusate...

jewel
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STORIA DI CYCCIOLETTA

Io e Lorenzo ci sposiamo nel 1995 dopo oltre sette anni di fidanzamento. Causa mutuo casa dobbiamo aspettare a realizzare quel sogno che da sempre ci portiamo dentro: una famiglia tutta nostra.
Quando il momento è quello giusto, ma evidentemente lo era solo per noi, cominciamo a rincorrere questo sogno. Mai strada fu più lunga.
I problemi sbucavano da ogni angolo, isteroscopia io, varicocele mio marito, laparoscopia io, ma tutto è dimenticato quando dopo tre anni di tentativi scopro di essere incinta proprio il giorno della festa della mamma: 13 maggio 2001.
Sibito la gravidanza è difficile, vengo ricoverata 5 volte per un totale di tre mesi di ospedale, ma questo non importa, ciò che conta è LEI, la nostra Giorgia che scalcia dentro di me. Finalmente arriviamo al giorno della sua nascita aanche se con 9 giorni di anticipo.
Giorgia nasce in 4 ore, ma non piange, rantola è piccina, tutta blu. Me la fanno tenere in braccio: era minuscola, ma tanto bella e mi guardava fissa negli occhi, quegli occhi che appena chiudo i miei vedo.
Giorgia viene trasferita in un ospedale con la patologia neonatale. Dopo 9 giorni viene trasferita in un altro ospedale specializzato in cardiochirurgia pediatrica in quanto le hanno diagnosticato una malformazione cardiaca.
Nel nuovo ospedale ce la fanno vedere 15 MINUTI al giorno soltanto e non possiamo opporci in nessuna maniera, ma lei è seguita dai migliori medici ed è questo che conta.
A 28 giorni di vita subisce un intervento difficilissimo a metà del quale il chirurgo ci chiama dicendoci che non ce l'avrebbe fatta. Ma Giorgia supera tutto questo e il giorno dopo ci sorride dal suo lettino.
Man mano che i giorni passano Giorgia è sempre più debole, ha un'infezione polmonare che la devasta letteralmente. I suoi occhi mi guardano stanchi e tristi ed io devo obbligarmi a lasciarla andare a dirle che ora può smetterla di lottare e deve stare in pace. Giorgia ci lascia il 13 Febbraio 2002 sopportando in 48 giorni di vita più di quanto si potrebbe in una vita intera.
Il 13 Marzo del 2004 nasce Edoardo, il suo fratellino, ma questo non mi ha rasserenata, anzi nel mio cuore Giorgia mi manca ogni giorno di più. Se penso a lei, cosa che succede in ogni attimo della mia vita, mi manca il fiato, vorrei urlare il mio dolore, ma non posso, non voglio che lei mi veda piangere, deve proteggere il suo fratellino e vivere felice. Ti amiamo Giorgia e ti ameremo per tutta la vita e anche di più. La mamma, il papà e il tuo fratellino.

Scusatemi se ho fatto qualche errore, ma ho scritto tutto di getto e tra le lacrime. Sara.


LA STORIA DI LEONCINO
Dopo alti e bassi raggiungo quello che era il traguardo dei tre mesi, dove pensavo di non dover avere piu' problemi legati al rischio di aborto. Era l'agosto del 1999 e avevo iniziato le ferie (e per me che lavoro a 80 km da casa era un sollievo). Alla 13a settimana mi svegli con dei doloretti alla schiena. Non sveglio mio marito e penso che tutto fosse normale, mi sdraio sul divano, mi faccio una camomilla, ma dopo qualche ora vedo che il dolore non passa. Sveglio il marito e decidiamo di recarci all'ospedale Erano circa le 5 del mattina. Svegliano il medico di guardia che sembra molto scocciato ma comunque mi visita, inserisce lo speculum e quando lo estrae lo vede sporco di sangue e mi chiede da quanto tempo avessi perdite. Io rispondo che in passato ne avevo avute a periodi alterni ma che oramai non ne avevo piu'. Esegue l'eco, l'ostetrica di guardia dice: "guarda come salta" . Oggi con il senno di poi so che il bimbo probabilmente non si muoveva ma che le forti contrazioni facevano sembrare che il bimbo si muovesse. Non ricordo di aver visto il cuore ne di averne sentito il battito. Il medico era di pochissime parole e quelle poche che diceva avevano un tono molto scocciato anche verso l'infermiera e l'ostetrica. Mi dice che ho delle piccole contrazioni e di prendere il Buscopan in supposte e mi rimanda a casa. Sono circa le 6,00 siamo sulla strada di ritorno a casa e ci fermiamo in una farmacia di turno per comprare il buscopan. Lo prendo subito in macchina perche' i dolori aumentano. Quando arrivo a casa i dolori iniziano a essere insopportabili e non capisco come mai il Buscopan non faccia effetto. Grido, vomito, mi dispero, non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Sento la necessita' di liberare l'intestino, piu' volte, mi tolgo i vestiti che mi stringono e non sopporto piu', i dolori sono insopportabili. Sono in bagno per terra, mezza nuda a quattro zampe, mio marito chiama l'ospedale per sapere cosa fare. In quel momento sento un desiderio di spingere e il partorisco il mio piccolo che mi rimane attaccato per cordone ombelicale e che e' gia formato con la sua testolina,le braccia e le gambe. Supplico mio marito di tagliare il cordone ma lui non se la sente e mi avvolge in un asciugamano. L'ospedale dice di riportarmi li. Mi infilo una tuta da ginnastica e ripercorriamo la strada. Nessuna dei due parla piu'. Quando entro in ospedale il turno dell'ostetrica e' cambiato ma quello del medico no. Quando mi vede dice: "e gia'!" queste sono le uniche parole che ha avuto il coraggio di dirmi e che ancora mi risuonano nella testa.
E poi.....gli esami che ritardano, ancora dolori ...e il raschiamento...
Fine prima puntata. Cerchero' la forza e il tempo di raccontare le emozioni del dopo, la ricerca di questo figlio che tarda ad arrivare, la delusione di due successivi aborti ( 3 in tutto) e le analisi che dicono che non c'e' niente che non va. La mia ricerca per capire il perche' e la paura di non poter mai piu' rimanere incinta.....e nel maggio del 2004 il mio leoncino che nasce.....

jewel
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LA SORIA DI MITA

...è un angelo da sempre, non ha mai visto la luce.
Non ho avuto il dolore di perdere un figlio mio, ma ho il dolore di sapere che mia sorella non è mai nata.
Vi racconto.
Premetto che non so se questa storia è più adatta a questo forum o a quello del mistero.

Per molti hanni non l'ho saputo. Mia madre aveva avuto un rapporto "a rischio"(preservativo rotto) quando io avevo nove anni, seguito da un ritardo nelle mestruazioni di 10gg. Lei lì per lì non considerò che sarebbe potuto essere un aborto precoce, sapete, una volta non c'erano i test di oggi....le vennero le rosse, più abbondanti del solito, e non ci pensò più.

Da quell'epoca, a me cominciò a venire una strana sensazione, come di nn essere sola, di avere avuto una sorella (sono figlia unica).
Finchè una notte.....avevo 17 anni, mi sentivo sola, ero in piena crisi adolescenziale. E sentiii una voce, dentro di me ma che non proveniva da me, dirmi che era mia sorella. Mi disse il suo nome, che ora è il secondo nome di Linda.

Da allora in varie occasioni mi ha "parlato", ha previsto fatti che sarebbero accaduti e due volte mi ha salvato la vita.
So che è il mio angelo custode, e so che anche i vostri bimbi lo sono.
Mita

STORIA DI ALESSANDRA
Carissime ragazze,
sono ormai circa 5 anni che conosco MOL, dal mio primo aborto spontaneo (sono arrivata a quota tre...). Ho sempre letto molto e spesso ma ho partecipato con moderazione all'attivita' del forum, causa mancanza di tempo, voglia, forza e quant'altro.... Quando pochi giorni fa ho letto della volonta' di aprire questo nuovo angolino mi ha fatto un immenso piacere... Frequentando MOL ho imparato che luoghi come questo forum sono davvero speciali: si puo' trovare grande conforto in momenti di sfiducia e di tristezza ma capita di assistere anche a episodi di notevole cattiveria...
Immagino che prima di aprirsi e di parlare di esperienze cosi' dure, profonde e personali come quella di una IVG per molte di voi (me compresa) ci vorrebbe una buona iniezione di coraggio!
Percio' vorrei iniziare io...... mi piacerebbe tanto potermi confrontare con chi, come me, ha dovuto passare per questa via, nell'arco della propria esistenza e degli straschichi, se ce ne sono stati, che ha lasciato.....
Pian pianino potremmo raccontare come sono andate le cose, i perche' e i percome, sperando di non dover giudicare e di non dover essere giudicate..... non e' quello che serve in questo forum.....
Cosi' facendo forse riusciro' finalmente a superare certi momenti di ansia e di tristezza che, nonostante oggi abbia una splendida creatura, mi porto dietro da vent'anni.....
Con affetto

LA SORIA DI ELYI

Ciao,
premetto che mi sento un pò a disagio a scrivere di questa cosa per vari motivi...il primo è che in questo forum ci sono tante donne che hanno vissuto il dramma di perdere il loro bambino senza volerlo, per un destino a volte troppo crudele, una natura un pò troppo selettiva e trovarmi a parlare di IVG davanti a tutte voi mi mette un pò di ansia e anche di paura...
poi mi chiedo con che occhi mi leggerete in futuro nel forum delle cicognine visto che adesso sto cercandolo davvero con amore questo figlio che non arriva...con che occhi leggerete i miei post di disperazione per l'arrivo delle rosse o perchè non so distinguere il muco fertile sapendo che ho fatto una IVG dieci anni fa.

Voglio comunque raccontarvi...nonostante queste mie paure, voglio raccontarvi come andò...un pò per "scaricarmi" di questo peso che in 10 anni non ho mai confidato a nessuno, nè amico, nè familiare...nessuno tranne a chi era il padre.

Era tutta un'altra storia da quella di ora, adesso sono sposata felicissimamente, allora ero in una storia un pò "storta", stavo con un uomo che si era separato e le cose tra noi erano all'inizio quando arrivò questa gravidanza.
Non è stato lui, non è stata la situazione a farmi prendere questa decisione, quella che sì allora sembrava la "cosa giusta da fare" ma che poi ti resta dentro tutta la vita perchè era solo la soluzione più comoda e non certo al più giusta...purtroppo però te ne rendi conto quando ormai è troppo tardi.
E' stata solo la mia età a farmi decidere una cosa del genere, la mia paura ad affrontare la situazione a prendere in mano la mia vita come persona coscenziosa e seria, quella che allora non ero...purtroppo.
Lui mi aveva detto di fare come volevo, che a lui sarebbe andato bene in ogni caso...io ho scelto la strada che maledirò ancora per tutta la vita.
Ho fatto l'IVG al Buzzi di Milano, l'ospedale dei bambini...a volte la sorte...e secondo me adesso, analizzando la cosa ora che sono più matura, più con la testa sulle spalle, mi sembra come se fosse stato un segno, un segno per farmi capire di non farlo, ma io non ho voluto capire perchè ero troppo presa da solo me stessa e non ho saputo guardare oltre.
All'ultima eco che ho fatto, quando il dott ha saputo che era per un'IVG ha cercato in tutti i modi di farmi ricredere dicendo che la cosa mi sarebbe rimasta dentro tutta la vita, ma io niente...un secondo segnale...e l'ho ignorato.
Di quel giorno ricordo tutto, ma proprio tutto.
Dal pigiama che avevo, le ragazze che erano in stanza con me, il questionario che ho compilato, la trafila, l'attesa, l'anestesia, i rumori...per me ogni giorno che passa è come se questa cosa fosse successa il giorno prima, fosse appena successa.

E' molto doloroso per me raccontare questa cosa e riviverla in ogni parola che scrivo, spero che per voi che siete anche sul forum delle cicognine io resterò comunque solo Elyi, quella che non sa capire il suo muco e non Elyi che si è andata da sola a cercare questo dolore che l'accompagnerà tutta la vita...

Ecco, io ho raccontato

Grazie di avermi ascoltata, mi è bastato anche solo questo
elyi

jewel
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LA STORIA DI ESMERALDA
Eccomi, ci sono anche io.....
Ho creato questo nuovo nick per riuscire a parlare della mia storia, lo so sono una vigliacca, ma col mio nick solito (peraltro conosciuto un po' da tutte) non ho il coraggio, lo ammetto, temo di essere giudicata e su una cosa del genere non lo sopporterei.. spero che voi possiate capire.
Si parla di 8 anni fa circa, rimasi incinta, studiavo e solo ora dopo anni mi rendo conto che presi tutto con estrema leggerrezza ( e questo è la cosa che più mi lacera)....
Il mio ragazzo.... più disperato di me....decidemmo per l'IVG.
Anche io ricordo tutto.. ma davvero tutto....e soprattutto solo ora mi rendo conto dell incosapevolezza che mi accompagnò in quei momenti...
Quel giorno passò.... e continuai ad andare avanti con un dolore nel cuore immenso, ma silenzioso, nascosto con il mio lui ne parlammo pochissimo, solo rare volte....
Poi dopo qualche anno.... rimasi incinta di nuovo... e lui (sempre lo stesso lui) sconvolto di nuovo.... io invece.... felice, felice, felice.... mi sembrava quasi di poter riparare all errore fatto in precedenza...una seconda possibilità.....nessuno mi avrebbe fermata questa volta.....
Tranne il destino, che solo pochi giorni dopo le beta positive..... mi portò via quello che sarebbe stato mio figlio.
Ricordo benissimo quel giorno, ancora meglio del giorno dell IVG..... ero in ufficio.... un dolore fortissimo, emmoragia....andai dalla gine... mi fece l'eco e mi diede poche speranze... feci le beta.... e ricordo il tuffo al cuore nel vedere l'esito..... 5, il valore era 5..... non c'era più nessuna speranza.....
Dopo qualche tempo.... lasciai quel ragazzo.....
Ora sono sposata, ancora non è il momento per un bimbo, solo poco tempo fa sono riuscita a parlarne con mio marito..... ora sa tutto.... e parlarne con lui è stato un grande sollievo.... anche parlarne ora con voi lo è.....
ma è dura.... dura davvero.....
scusate non rileggo

LA STORIA DI ANGEL

Non è facile raccontare quello che mi è accaduto 9 anni fà,
non sò se riuscirò mai a tirare fuori tutto,
in parte lo feci qualche anno fà in cura con la psicologa,
ma .... mi accorgo che ancora oggi il pensiero e i sensi di colpa ci sono,
non si dimentica facilmente, anzi, sembra che tutto torni alla mente come se fosse accaduto ieri,
oggi sono felice si.... ho 2 figli e un altro in arrivo, ho un marito che seppur con alti e bassi il nostro rapporto và avanti,
però c'è quel buco in fondo al cuore, che non sarà mai colmo fino in fondo,
è una sensazione strana...

non sò se riuscirò a parlarne anche a voi ... non è semplice, ci vuole coraggio .... quello che a me in questo momento manca,
leggo i vostri racconti e più li leggo più mi sento vicina a voi,

spero davvero in questi giorni appena avrò un attimo di tregua, di potervi raccontare... cosa accadde il 4 dicembre di 9 anni fà.

LA STORIA DI THINK PINK

Non so come comincaire.
La storia non è la mia, ma quella di mia mamma.
Era il 1969, Gennaio credo, e mia mamma rimase incinta. Conosceva quell'uomo da pochissimo, ma si sa, a que tempi l'IGV non era legale. Decisero lo stesso di terminare quella gravidanza, fissaromo un appuntamento con un medico che procurava quese interruzioni, logicamente in maniera abusiva ed a pagamento.. Arrivò il giorno e il mio babbo non aveva soldi, l'IGV non fu fatta e sono nata io.
Poi i miei si separarono ( dopo un anno di matrimonio riparatore, classico), e dopo tanti anni mia mamma si è accompagnata con un signore ( che io considero come mio babbo), ha avuto un'altra figlia e poiquell'IGV che 22 anni prima non aveva fatto, l'ha dovuta fare.Si, era rimasta incinta, a 43 anni, con una figlia di 22 e una di 9, lei non lavorava, i problemi economici in casa non erano rosei, e loro presero questa decisione. Con lei non ho mai parlato, se non quella volta che ho dovuto fare il raschiamento x il mio aborto interno. Ecco, in quel momento le ho visto la tristezza negli occhi. Mi sono sempre chiesta se guardando me pensa a quell'esserino che non ha potuto tenere con se.
Non rileggo, anche se forse sono andata un po' OT con il titolo del post.

Letizia

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Angel
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Messaggio da Angel »

Storia di Angel.

Ci sono molti motivi del perchè si intrapende la strada per una IVG,

cercherò di raccontare cosa accadde a me 9 anni fà,

stavo insieme ad un ragazzo da un pò di anni ormai,
ma il nostro rapporto ormai non andava molto bene,
lui era manesco, geloso, e io ancora oggi mi chiedo come ho fatto a rimanere assieme a lui per tanto tempo,
quando scoprì di essere incinta, feci il test insieme a lui,
le sue prime parole furono " non è mio.... te lo cresci tu se vuoi... chissà con chi lo hai fatto"

da lì mi è crollato il mondo sulle spalle, con i miei non potevo parlarne,
in meridione non tutti hanno la mentalità molto aperta,
in più, i miei separati e con tanti problemi, non potevo dargli altri problemi,
così seppur che lavoravo ( sporadicamente ) ho mollato tutto e ho chiamato una mia zia qui a Milano,

gli raccontai tutto pregandola di non dire nulla a nessuno, specie a mia mamma che le è sorella.... lei inventò una scusa e così venni a Milano per abortire,

l'ultima volta che vidi il mio ex fù proprio quando mi accompagnò in aereoporto per la mia partenza,

arrivai qui, con il cuore in gola, piena di paure, e con un solo pensiero,
lasciar volare via una piccola anima innocente....
avevo 22 anni quasi, ero spaventata per tutto quello che mi stava accadendo, e l'aiuto da parte del mio ex era venuto a mancare proprio nel momento meno opportuno, tutto era sulle mie spalle,

con mia zia andai da un medico che mi preparò un impegnativa per l'ospedale,
ricordo tutto come fosse stato ieri, le visite, il colloquio con i dottori,
la decisione finale.... 3 gg dopo tutte le analisi di rito , andai in ospedale,
mi sentivo smarrita, continuavo a pensare a quello che stavo per fare, a come sarebbe stata la mia vita dopo, a come Cristo mi avrebbe castigata... eppure era proprio a lui che avevo chiesto aiuto e forza per lasciare quell'uomo che non mi meritava,
così mi ritrovai su un lettino di sala operatoria, mi dissero, in 3 minuti tutto sarà finito,

ricordo che al mio risveglio ho iniziato a piangere, a chiamare quel piccolo che ormai non c'era più, il mio cuore ormai era spezzato ... nulla poteva cambiare, e tornare indietro era impossibile, " Andrea" così lo chiamai in cuor mio.

alla sera tornai a casa di mia zia, silenziosa.... con mille pensieri in testa,
con mille sensi di colpa, non c'era altra soluzione, non potevo tenerlo questo bimbo, troppe difficoltà, e una vita insieme ad un uomo che non mi meritava, non era vita per me, perchè se avessi tenuto questo figlio... bisognava riparare con un matrimonio ( questo è quello che accade il più delle volte nelle famiglie meridionali )

quella sera, anche mia zia non mi fù per niente vicina,
anzi, io rimasi seduta a lungo in cucina a fissare il soffitto.... ero sola, e lo sono stata per parecchio,
qualche giorno dopo... chiamai il mio ex è lo lasciai.

oggi anche se la mia vita è cambiata... il mio Angelo non posso dimenticarlo,
sò che è qui con me sempre, sò che non mi abbandonerà mai,
non sò se mi ha perdonato, ma una cosa è sicura... in fondo al mio cuore, quel vuoto mai nessuno potrà mai colmarlo.


Angel.

jewel
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LA STORIA DI CALZINI

Era il 7 Luglio del 2000 quando per la prima volta, dopo 10 giorni di ritardo mi decisi ad effettuare un test di gravidanza.
Apparve subito inequivocabile la seconda linietta che confermava la gravidanza
Non potevo crederci, la gioia era così immensa che mi sembrava quasi impossibile.

Il 10 Luglio feci la mia prima visita ginecologica, vidi per la prima volta, il cuore del mio cucciolo che pulsava forte forte e che sullo schermo appariva solo come un puntino nero.....piansi dalla felicità e tornai a casa fantasticando già sul sesso.
La gravidanza andò abbastanza bene fino al 4° mese, senza nausee o problemi vari.
Un giorno, andando in bagno, mi ritrovai con delle macchioline rosse sulle mutande, corsi dalla ginecologa e mi disse che si trattava di minacce d'aborto.
Mi prescrisse l'assunzione di vasosuprina una volta al giorno e mi tranquillizzò dicendo che la placenta era a posto, non avevo dilatazione ed il cuore di mio figlio batteva forte.

Trascorsero diversi giorni dall’inizio dell’assunzione della vasosuprina e iniziai ad avvertire dei giramenti di testa....non ci feci molto caso fino a quando i giramenti non divennero così forti da farmi telefonare alla ginecologa.
Mi disse di ridurre la dose di vasosuprina da 1 pillola e mezza
Dopo 10 giorni di assunzione, nn riuscivo più a mangiare, qualsiasi cosa ingerissi, la vomitavo e i giramenti di testa erano così forti da impedirmi di stare in piedi .
Telefonai spaventatissima alla ginecologa che mi disse di recarmi in clinica e così feci.
Arrivata in clinica, mi portarono su con la sedia a rotelle perché non riuscivo a tenermi in piedi.
Mi fecero le analisi del sangue e mi tennero 5 giorni con flebo disintossicanti notte e giorno!!
Dall’esito delle analisi del sangue non risultò nulla che potè giustificare questa reazione, infatti la ginecologa nn mi seppe spiegare cosa fosse successo ed escluse che poteva trattarsi di un intossicazione da vasosuprina visto che a suo dire la prendevano milioni di donne ogni giorno, sta di fatto cmq che era l’unico farmaco che assumevo in quel periodo.
Uscita dalla clinica, mi disse di assumere soltanto delle fialette di magnesio e basta.


Trascorsee il tempo ed arrivai alla fine della 30° settimana, quasi 31°.
Il 22/12/2000 come ogni mese, mi recai dalla ginecologa per il controllo mensile.
Mi disse che andava tutto bene, mi fece un eco e vidi ancora una volta mio figlio nel monitor che si muoveva , il collo dell’utero era a posto e mi disse solo di riposare quanto più possibile.

Sabato 23/12/2000 (il giorno dopo il controllo) ero distesa sul divano a guardare la televisione quando all’improvviso mi sentii tutta bagnata…..mi guardai senza capire, poi mi alzai in piedi e mi accorsi che avevo tutto liquido amniotico che scorreva in mezzo alle gambe.
Mi impaurii tremendamente, iniziarono i dolori e chiamai mia madre e mio padre che di corsa mi accompagnarono in clinica…..lì mi misero una flebo ed iniziarono a farmi varie siringhe.
C’era bisogno di un reparto prematuri che la mia clinica nn aveva, iniziarono a contattare gli ospedali della Campania e l’unico che aveva un posto libero era l’ospedale di Napoli.
Con l’ambulanza mi trasportarono da Salerno a Napoli.
Il 23/12/2000 alle ore 21.00 fui ricoverata.

Fui ricoverata dal 23/12 sino al 28/12.
Dovetti stare immobile nel letto con continue flebo di miolene notte e giorno, analisi del sangue, continua perdita di liquido amniotico, tamponi e contrazioni notte e giorno.
Il giorno mi sembrava di 48 ore per quanto dolore sentivo.

Il 28/12/2000 alle 15.00 del pomeriggio, cessarono i dolori di pancia consueti della contrazioni ed iniziarono lungo tutta la schiena dolori fortissimi che mi lasciavano senza fiato.
In ospedale nn avevano nulla contro il mal di schiena e mia madre scese giù in farmacia a comprare dei cerotti che in teoria avrebbero dovuto farmi cessare i dolori.
Alle 18.00 stremata dai dolori (piangevo) mia madre chiamò la ginecologa di turno che, visitandomi, appurò che avevo già 6 cm di dilatazione.
Alle 19.00 mi portarono in sala parto, ero sola, nn fecero entrare nemmeno mia madre.
C’erano diverse persone in sala parto…..una ginecologa e due ostetriche.
Mi portarono in sala parto che avevo ancora la flebo di miolene e la ginecologa mi riproverava che nn spingevo quando avevo le contrazioni!!
Io nn ne avevo e le feci notare che, se nn mi avessero tolto la flebo di miolene, nn ne avrei mai avute…..me la cambiarono in sala parto.
Dopo un po’ iniziarono le contrazioni, non troppo forti, ma cmq le sentivo.
Mio figlio nn era ancora incanalato e quindi l’ostetrica mi praticò le manovre di Kristeller……un dolore così acuto nn l’avevo mai provato!!
Si era alzata su uno sgabellino e spingeva così forte da farmi urlare in un modo terribile….tant’è che la supplicai di lasciarmi stare e che avrei spinto con tutte le mie forze.
Quando ormai nn ce la facevo più, diedi un ultima spinta e con una forza che nn immaginavo nacque mio figlio….che l’ostetrica prese tra le braccia.
(Mi sono dimenticata di scrivere che ho avuto un parto naturale, ma sicuramente l’avete capito dal racconto)

Mio figlio non pianse.
Forse l’istinto di mamma mi face capire che qualcosa non andava, perché la prima cosa che chiesi fu “E’ vivo?” ma nessuno mi rispondeva, vedevo le ostetriche e la ginecologa che confabulavano, si muovevano di corsa e che chiedevano dove fosse il neonatologo.
Dopo un po’ fecero entrare mia madre.

Dopo 10 minuti il neonatologo mi disse che mio figlio era morto e che nn c’era stato nulla da fare.
Mia madre andò a vederlo nell’altra stanza e mi ha detto che era bellissimo, a parte un segno rosso molto forte che aveva attorno al collo.
Non mi hanno mai detto la causa della morte e infatti sul certificato nn hanno scritto “Nato E Morto” ma “Nato Morto” il che è falso.

Nel frattempo ero ancora stesa sul lettino con le gambe aperte, in attesa che uscisse la placenta.
Dopo 15/20 minuti mi fecero la grazia di chiamare l’anestesista.
Mi fecero l’anestesia per potermi estrarre la placenta e mettermi i punti.
Appena vidi l’anestesista con la siringa in mano, pensai “Ecco adesso risulterò allergica all’anestesia e nn mi sveglierò più…….”

Mi svegliai dopo una mezz’oretta sempre in sala parto.

Volli tornare a casa subito.
Il 30/12/2000.

Tornata a casa, mi si tolsero tutti i punti e per un mese sono dovuta stare a riposo a disinfettarmi e sperare che la ferita si chiudesse presto.

Un’esperienza del genere ti segna profondamente e ancora oggi a distanza di più di 4 anni, pur volendolo con tutto il cuore, non riesco a pensare di avere un altro figlio.

Scusate la lungaggine.

LA STORIA DI AISHA

Il 13 marzo si avvicina e ogni giorno che passa è una nuova e + profonda pugnalata......
La settimana scorsa ho chiesto al mio amore se ogni tanto gli capita di soffermarsi ad immaginare come sarebbe stato adesso se.......se quel maledetto 14 luglio non avessi iniziato a vedere quelle macchioline rosa sulla carta..........
Ha detto che ci pensa spesso.....
Non credevo....o meglio, speravo di no....speravo che quel dolore lacerasse solo me e invece.........speravo di salvare almeno lui da tanta disperazione.....
Speravo di essere la sola a immaginarmi ora qui senza quel maledetto luglio 2004, ora qui ad accarezzarmi quel pancione che invece non c'è +........
E il 13 marzo si avvicina.............
Avevo disegnato un cuore sull'agenda in corrispondenza di quella data e a lettere cubitali avevo scritto DPP........
Ho dovuto strappare la pagina per evitare di dover cercare tra quelle cancellature quel sogno, durato appena 6 settimane....un tempo sufficiente per amare quel piccolo puntino sognato e desiderato per + di tre anni..........
Il 13 marzo è vicino ed io per quella data dovrei "non aspettarle" e dovrei aver già fatto la prima tecnica di PMA.......che coincidenza.........

jewel
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LA STORIA DI MICY

Fine luglio 1999, caldo infernale.
Nel reparto oncologia con mia mamma ricoverata per chemioterapia, sfoglio una rivista distrattamente.
Trovo una pubblicità per "quei giorni" e mi rendo conto di avere un ritardo di 10gg.
Non ci faccio molto caso, è da febbraio che il ciclo è ballerino, colpa dello stress ha detto il gine (gli esami sono ok) lo stress di una figlia unica che sa che sua madre ormai ha pochi mesi, forse un anno di vita.
Il week end successivo, sono appena tornata dall'aver fatto la spesa e sto cucinando.
Affetto dei pomodori e li condisco, quando avverto l'odore dell'aceto lo stomaco mi si ribalta, faccio appena in tempo ad andare in bagno, assistita dal marito che, finito tutto, mi chiede se per caso non sono incinta.
Il dubbio si insinua, compro un test casalingo nella prima farmacia che trovo aperta e arrivata a casa, procedo.
La striscia appare in 15 secondi, sono davvero in attesa.

Visita dal ginecologo che mi prescrive tutti gli esami di rito è tutto ok, ci rivediamo agli inizi di settembre, dopo le vacanze.
Vacanze in Valtellina, con una coppia anche lei in attesa, i nostri figli avranno 3 mesi di differenza, facciamo foto e sogniamo una vita a 3.

A settembre il gine mi fa l’eco, sono di 15 settimane, vediamo il bimbo muovere le braccia e le gambe, udiamo i battiti del cuoricino…ci rivediamo tra 1 mese, il 12 di ottobre giorno del mio compleanno.

Il 6 di ottobre 1999 il sogno si infrange.
Porto mia mamma a fare la chemioterapia, ma non mi sento bene, ho mal di schiena e un po’ di mal di pancia.
Nel pomeriggio sono al lavoro, vado in bagno e scopro macchie rosso vivo sugli slip.
Cerco il mio ginecologo che risulta irreperibile, vado in pronto soccorso.
Qui il medico di turno, gentilissimo, mi visita e mi fa l’eco di controllo, il bimbo non si muove, “forse dorme” mi dice lui cercando di tranquillizzarmi.
Il doppler attesta il contrario, niente più battito, ho perso mio figlio a 18 settimane..
Il mattino dopo procederanno col raschiamento.

Raschiamento lo pensavo io, nessuno mi dice che farò una induzione, l’ostetrica è davvero antipatica, mi mette gli ovuli di prastaglandine senza spiegarmi niente.
Dopo qualche ora inizia il travaglio, chiamo l’infermiera che troppo occupata per venire in stanza mi risponde al citofono, io ho dolori tremendi.
Lei, scambiandomi per la mia compagna di stanza che è appena scesa dalla sala operatoria dopo un aborto in 7° settimana, mi dice che è normale sentire dolore dopo l’operazione.

Le spiego che sono la donna che ha perso il bimbo in 18a, mi risponde che è impossibile che senta questo male, l’induzione è appena iniziata, tra un po’ verranno a controllare la dilatazione.
Non si vede nessuno, sono sola, al marito hanno detto di tornare per le 14,00.
Tra dolori forti sempre più ravvicinati il tempo passa, alle 13,30 mi si rompono le acque, alle mie urla accorre finalmente l’ostetrica che mi controlla la dilatazione; Il collo dell’utero è appianato.
Mi dicono di andare in bagno a cambiarmi.
Nel bagno, da sola, mi vengono le spinte e vedo il mio bimbo scivolare fuori di me.
Chiamo ancora e raconto quello che è successo, l’infermiera, quasi arrabbiata, mi dice che è impossibile che sia accaduta una cosa simile.
“Signora, avrà perso un coagulo”
Le dico che ancora riesco a vedere la differenza tra un coagulo e mio figlio.
Quella si decide a entrare e guardare;
Sbianca e chiama a raccolta tutte le ostetriche e i ginecologi dell’ospedale.
Mi buttano su un lettino e mi portano in sala parto.
Controllo ecografico, ho già espulso tutto in bagno, mi fanno pulizia a mente sana, mi inondano di betadine e usano una sorta di cucchiaio e uno scovolino.

Mio marito arriva nel frattempo e trova una ressa di medici fuori dalla mia camera, sono stati chiamati al cercapersone tra un turno e l’altro e si sono presentati sia quelli che smontavano che quelli che iniziavano.
Sente un medico chiedere ad un collega cosa fosse successo, quello risponde, testuali parole riferitemi dal marito “un gran casino con l’aborto in 18° settimana”
Fortuna vuole che una infermiera riconosca mio marito e lo tranquillizzi, la moglie sta bene, è stato un parto precipitoso.
Ci incontriamo in camera, dove mi riportano dolorante e stremata.

Tempo dopo, arriva il primario, ci spiega che il bimbo aveva cessato di vivere almeno da 2 settimane, sono stata fortunata a non andare in setticemia.
Conclude che forse è stato meglio così, la natura ha fatto una selezione naturale.
“signora, ne avrà altri, può iniziare dopo la prossima mestruazione…ci vediamo tra 10 mesi!”
Mi saluta così, come se parlassimo di un lavoro mal riuscito, di un dolce non lievitato che posso sempre rifare.
Il giorno dopo mi dimettono, torno a casa con un gran vuoto dentro.

Ho aspettato 1 anno e mezzo prima di sentirmi pronta a ricominciare a cercare un bambino.
Nel frattempo mia madre è passata a miglior vita col rimpianto di non aver visto i nipotini.
“ma di figli ne avrai” mi ha detto prima di morire” il primo sarà maschio e biondo”
Ora Matteo ha 3 anni ed è biondo davvero...

jewel
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LA STORIA DI BATAU

Nell'autunno scorso avevo gia raccontato la mia storia ed alcune di voi mi hanno risposto e mi aiutato tanto con le vostre dolce parole, i vostri pensieri e le vostre "carezze".. mi avete fatto sentire meno sola.

Ora sono passati cinque mesi da quel 20 agosto che la mia piccola Alice è venuta al mondo.
Vorrei copiarvi la mia storia qua così. come l'avevo scritta mesi fa. E carica di queste sensazioni che provai.
Ora la mia vita è cambiata, io sono cambiata. A volte ho paura di aver perso per sempre questa voglia di vivere, di sorridere alla vita.. ci sono dei momenti bui e piu passa il tempo piu mi rendo conto che Alice non c'è qui con me... fa male male male.
Voi potete capire.

Ecco la mia storia:


Il 20 agosto è nata la nostra bellissima Alice, ma era già morta poche ore prima di venire al mondo.

E stato tutto molto crudele.

Mio marito ed io siamo andati in ospedale perchè avevo il taglio cesareo programmato perchè fino alla fine la piccola non si era girata ed era anche molto grande- quindi siamo andati lì per farla nascere.
Invece la sera prima dell'intervento non hanno più trovato il battito cardico della nostra bimba, due ostetriche hanno provato a trovarlo ma niente.. poi il dottore ha fatto un'ecografia e si vedeva che il cuoricino di Alice non batteva piu.
In questo momento mi sono sentita morire. Si era fatto notte intorno a me. Io questa bambina l'amavo più di tutto. Per la prima volta nella mia vita avevo provato un'amore cosi forte, vero, eterno. L'avevamo aspettato con tanto amore, eravamo pronti per farle da genitori. E dall'improviso, in un'attimo era cambiato tutto. Non scorderò mai quella notte prima dell'intervento, Alessandro ed io eravamo abbracciati, agrappati, piangevamo, eravamo disperati. Nel pomeriggio l'avevo ancora sentito cosi forte dentro di me..
La mattina dopo è nata. Ma non la sentivo piangere come mi ero immaginata tante volte.
Mentre io ero ancora in sala operatoria hanno portato la bambina ad Alessandro che mi stava aspettando in stanza. Quando sono arrivata io, con dolori ed ancora un po sotto anestesia, vedevo mio Alessandro seduto su un letto ed in braccio aveva la nostra Alice.
Aveva pianto, continuava a piangere ma con gli occhi che comunque sorridevano mi diceva: "E bellissima..."
Ed era davvero tanto bella. Si vedeva proprio che era NOSTRA figlia- era un po me, un po Alessandro. I capelli biondini, le orecchie piccoli, due guance ciotte ciotte, una boccuccia disegnata e le manine da vera Signorina. Era grande 54 centimetri e pesava 4,6 chili!
L'abbiamo avuto mezza giornata con noi.C'erano anche miei genitori ed i genitori di Alessandro- così, tutti quanti l'abbiamo "conosciuta".
Non ricordo bene questa giornata, ero un po sotto anestesia, sotto sciocc e mi avevano dato anche dei tranquillanti. Mi dispiace di non esser stata più "sveglia", volevo godermi di piu mia figlia.Ma forse è meglio cosi perche penso che non me la sarei fatta portare via... Alessandro l'ha accarezzato tanto, riempita di baci e di questo sono felice..

Gli esami patologici avevano come risultato che la bambina era completamente sana ma che aveva un nodo nel cordone ombelicale ed alla fine si è tirata questo maledetto nodo.
Una cosa che fa molto male è pensare che la mia data fissata per il taglio cesareo era il 19 agosto ma il 17 di mattina mi ha chiamato il dottore per spostarlo di un giorno... e fu fatale. Il giorno prima sarebbe nata ed ora potrebbe essere qui con noi.

Ora l'unica cosa che a volte mi aiuta è pensare che Alice un angelo e che doveva andare cosi.
Non devo chiedermi il PERCHE perche mi fa stare solo tanto tanto male...

Alessandro mi è molto vicino e non so cosa farei senza di lui.

Sai Marina, questo è sicuramente la cosa più brutta che può succedere nella vita, perdere un figlio, una figlia. Ho pianto e piango tanto.
Vorrei spiegarti una cosa ma sinceramente non so se ci riesco perche neanche io ho capito tanto bene cosa mi succede.Ci provo.. Nel passato ho pianto, per diverse cose, ero disperata, pensavo di esserlo . Se penso alle lacrime, ai miei stati d'animo di una volta, posso dire che, anche se erano delle situazioni molto meno gravi, molto meno tristi, io, Barbara, mi sentivo piu nel "buio".
Ora invece che piango la mia bambina che nessuno mi potrà mai più riportare, dentro di me sono piu "serena". Come se Alice mi avesse cambiato,data una forza mai avuta, come se mi avesse acceso una luce dentro. Sai, in un certo senso mi sento piu "saggia", piu grande. Forse perche sono una Mamma...

Vorrei far sapere a tutto il mondo che c'è stata una bambina bellissima di nome Alice!

Vi abbraccio forte ed il pensiero va ai nostri angioletti..

Barbara

PS. Scusate per il mio italiano ma sono austriaca!

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LA STORIA DI ily

Premetto che ho letto alcuni dei vostri racconti e mi sono rimasti tutti dentro. Conosco questo forum da alcuni anni e qualche volta ho raccontato gia' la mia storia, a volte con remissione a volte con rabbia.... Ed eccola qua.
Nell'Agosto 2001 scopro di essere incinta. Eravamo sposati da un anno soltanto e la gravidanza era arrivata dopo solo pochi tentativi. Ero incredula di essere riuscita subito ad avere un bimbo. Vado dalla ginecologa e mi fa l'ecografia...faccina perplessa la sua. Io che ancora volevo 'volare basso' pensai di aver abortito (ero molto cauta ancora...). E allora le chiedo 'Che c'e' di strano? L'ho perso???'. E quella adesso sorridente 'No signora, lei aspetta 2 bambini!' 'Due???!!!! Ma ha controlalto bene scusi???'. E vidi allora i 2 cuoricini battere sullo schermo, e diventai mamma in quel momento. Ricordo di aver attraversato la strada con un nodo in gola, di essermi sentita piu' bassa di almeno 20 cm per questo 'peso' che mi era piombato sulle spalle, ricordo le mille domande 'come faro' con due bambini qui da sola???' etc etc etc. Poi la telefonata a mio marito. Era il 14 Agosto, e lo ricordo come fosse ieri. Fissai il soffitto incredula tutto il pomeriggio, poi la sera chiamammo i miei e lo dicemmo allora. Poi stetti una settimana a riposo per alcune perdite che avevo. Da li' in poi fu una gravidanza stupenda per i primi 6 mesi. Non camminavo...volavo, da quanto ero contenta. A dicembre scoprimmo che erano 2 bambine, gemelle monnozigoti. Il 3 Gennaio entrai in ospedale qui a Francoforte per delle contrazioni anticipate. Ero alla 26esima settimana e vi restai per 55 giorni, fino al parto. Fu un perdiodo difficile per me, sempre con le flebo notte e giorno, mi alzavo solo per andare al bagno, sempre con il carrellino delle flebo appresso. Per spostarmi si usava la sedia a rotelle. Le braccia bucate come quelle di una tossica. E poi ero sola come un cane in un paese che non era il mio. Veniva a trovarmi mio marito tutte le mattine e tutte le sere, dolcissimo.
Ma cosa non avrei fatto per loro, le mie bimbe..I dottori volevano portermi alla 36esima settimana e farmi partorire. Alla 33esima accadde qualcosa, ancora non sappiamo cosa. Ebbi una febbre altissima devastante. Tremavo, sragionavo, battevo i denti. Il tutto con una pancia enorme che tremava e si contraeva insieme a me. Mi fecero forse partorire? No. Dicevano che le bimbe stavano bene. Stetti cosi' 2 giorni, giorni di cui non ricordo quasi nulla. Il terzo giorno mi dicono che sarebbero nate. Cosi' mi levano finalmente le flebo che da 55 giorni mi impedivano di avere le contrazioni. Nel giro di poche ore mi si rimpono le acque ed inizio il travaglio. Ero ancora felice, nonostante tutto. Volevo addirittura partorire naturalmente. Cosi' mi fanno 'dilatare'. Dopo forse 3 ore, non so, la dottoressa mi controlla e scopre che ho il liquido amniotico verde. Mi avevano gia' fatto l'epidurale ma ancora non aveva fatto effetto. Io ormai ero serafica, come quel corpo non mi appartenesse piu'. Volevo solo partorire quelle bambine tanto a lungo trattenute dentro contro il loro volere (come ho detto era dalla 26esima settimana che avevo le contrazioni, e da tempo che sentivo le loro testine in basso ogni volta che mi alzavo in piedi). E cosi' fi fanno finalmente (ovviamente troppo tardi...) il cesareo in anestesia generale. Al risveglio mi dicono che e' andato tutto bene e le bimbe sono in terapia intensiva, Flavia 1740 gr e Livia 1720gr. Paolo, spossato, mi conferma che sono belle e stanno bene. Lo mando a dormire, e' notte. La mattina dopo mi porta l'unico mazzo di fiori ricevuto per il parto. Poi inizia il dramma. I dottori cominciano a dire che Flavia non reagisce molto, che non si muove. Io che non ho ancora mai visto le mie figlie. La sera faccio di tutto per mettermi in piedi e con catetere e flebo mi faccio portare da loro. Non avrei mai immaginato che avrei visto le mie figlie cosi', dentro un'incubatrice, nude come vermi, piene di fili, monitor chiassosi, infermiere che corrono e parlano una lingua che non capiamo bene. Sono in due stanze diverse. Ho dei ricordi molto confusi e 'freddi' di quel momento. Il legamo madre-figlio dovrebbe nascere con un contatto di pelle, con un bacio, un odore, non cosi', pensavo fra me e me. Flava sta male, ma non sanno dirmi cosa abbia. Brancolano nel buio. Mi dicono che non ha il riflesso della suzione, berra' il mio latte in seguito solo col sondino. Mi dicono che non vede. Mi dicono che ha dei movimenti che potrebbereo degenerare in crisi epilettiche. Mi dicono che potrebbe aver avuto insufficienze di ossigeno in un momento antecedente o durante il parto. E infatti respira grazie ad un respiratore. Livia respira da sola, sta bene, non ha sofferto. Dopo pochi giorni le leveranno il sondino e berra' dal biberon, poi lentamente si attacchera' al mio seno. Sono identiche, solo che Livia rappresenta la vita, e Flavia ...ha la morte scritta sul viso da sempre. Dopo qualche giorno e tanti esami invasivi fatti alla mia piccina, la diagnosi. Asfissia prenatale. Ma tanto grave da aver necrotizzato molte parti del suo cervello. Il tutto ce lo dicono un po' in tedesco, un po' in inglese. Rammento ancora un'infermiera che per farmi capire la parola cervello in tedesco indicava la testa...L'avrei uccisa. Quelle 'foto' della sua testolina erano piene di buchi...e diventavano sempre piu' grandi. Se fosse sopravvissuta sarebbe stata incapace di sedersi, di camminare, di mangiare, di bere, di parlare. Il dolore e la rabbia di quei momenti furono forse piu' duri del dolore della morte. La mia bambina era sanissima fino a qualche giorno prima. Se solo mi avessero fatto il cesareo prima.... adesso avrei due bambine splendide. La morte venne come un sollievo, il 30 Marzo 2002. Flavia aveva 40 giorni e aveva sofferto piu' di quanto si possa chiedere ad un esserino cosi' piccolo. Ci chiamarono alle 11 di sera dall'ospedale e ci dissero di andare perche' le sue condizioni stavano peggiorando. Ci accompagno' mio padre. Le tolsero tutti i tubicini e me la misero sul petto. La tenni cosi' per molte ore. Poi la misi in braccio a Paolo e tirai il latte per Livia che era rimasta a casa con mia madre. Mandai via mio padre col latte e rimasi li' a guardare la mia bambina. Mori' in braccio al papa', lui dice che gli strinse le mani come per salutarlo. Io chiamai i miei a casa per dire che Flavia non c'era piu'. La presi in braccio, la cambiai, le misi addirittura la crema ed un vestito pulito, rosa, che le andava enorme, la baciai e la consegnai ai dottori. Era la prima volta che la tenevo in braccio liberamente come una mamma fa con un figlio. Ed era morta. Fu un calvario indicibile. Era in Venerdi santo di una pasqua che non dimentichero' mai. Nel giorno del mio compleanno prendemmo l'aereo con Livia che pesava solo 2200 gr e portammo Flavia a Roma per seppellirla. Ricordo il fastidio che mi dava la gente, le mille chiacchiere inutili, la morbosita' e l'angoscia con cui vegliavo il sonno di Livia, la voglia di urlare...Fu un periodo davvero difficile, ma Livia cresceva e mi richiamava fortemente e continuamente alla vita. I suoi sorrisi mi salvarono dalla disperazione e dalla pazzia. Sono passati 3 anni ormai e la mia vita e' abbastanza 'normale' adesso. Non so dire cosa provo quando vedo le mamme dei gemellini in giro. Credo saro' sempre gelosa di loro, mio marito anche piu' di me. A Maggio e' nato Lorenzo, 8 mesi e mezzo e bello come ciccio bello. Pensavo che avrei avuto una paura folle di una seconda gravidanza, e invece e' andata come si vede nei film. Nato con cesareo e spinale. Ho sentito il suo pianto, ho sentito il suo profumo, il suo calore sul mio corpo. E la rabbia si e' smorzata tantissimo. Adesso mi sento una mamma fortunata, nonostante tutto. Ho due bambini spendidi e sani, cosa che molte non possono dire. Ecco, questa e' la nostra storia. Scusate le lungaggine ma non riuscivo a scrivere di meno. E avrei ancora tanto da dire.
Un abbraccio e grazie per questo spazio cosi' privato.

jewel
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LA STORIA DI CHIARA 1602

Penso che sia il momento di raccontare la mia storia, non so' se avro il coraggio di frugare in questa ferita che per me e' ancora aperta...
Avevo da poco compiuta 18 anni, avevo una stiria con un ragazzo che mi trattava come un'oggetto e la mia mamma mi aveva lasciato da meno di un'anno, lasciandomi sulla spalle il peso di una casa, un fratello di 12 anni violento, mio padre che definiva le donne tutte troie e una persona di 80 anni che cercava di abusare su di me in ogni accasione...
Lo ricordero sempre era un venerdi' sera in casa di un'amica , avevo un ritardo di 2 gg, veci un test che risulto subito positivo... dentro di me ero felicissima come potevo non esserlo era il mio sogno di bambina diventare madre, ma conoscevo bene lui purtroppo..
quel venerdi non ci vedemmo, passai la notte a cullare il mio pancino felice piu' che mai
Il sabato uscii con la mia migliora amica, avevo chiesto a lui se potevamo cenare insieme , cosi gli e lo dicevo ma lui aveva da fare...
per casa andammo in un ristorante a prendere una nostra conoscente.. e li' chi ti trovo .. lui indaffarato a cena con un'altra... non vi sto' a dire come mi sono sentita, vi dico solo che la mia amica mi a dovuto sossergermi per accompagnarmi fuori... ero distrutta.
La domenica ho trovato il coraggio e gli ho detto che aspettavo un bambino, la sua reazione e' stata di rabbia, prima mi ha insultato , poi mi ha accusato che non era mia per circa 1 ora e io li zitta che piangevo..
La decisione etra presa che dovevo fare!!!
con il dolore ho fatto una igv volevo scappare e indare in un'altra citta ma come facevo senza soldi e poi la famigli, ho pregato tanto mia madre di aiotarmi in cio... ma non penso sia servito se a distanza di 9 anno provo ancora questo dolore.
scusate ma ora non riesco a finire di raccontare fa troppo male, appena riesco continuero la mia storia che purtroppo non finisce qui...

Chiara

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