SVEZZAMENTO, SALUTE E ALLERGIE

Il dr. Stefano Tasca, pediatra, risponde in questo spazio alle domande di mamme e papà.

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Dr. Stefano Tasca
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SVEZZAMENTO, SALUTE E ALLERGIE

Messaggio da Dr. Stefano Tasca »

Questo che metto online è l'incipit di un capitolo del mio libro "Allattamento, svezzamento e nutrizione del bambino" (Mammeonline-2006).
Leggerlo potrà essere illustrativo per quante pensano che l'alimentazione sia fondamentale per la costruzione di un individuo sano.
Ringrazio sin d'ora chi riuscirà ad arrivare alla fine dello scritto, dato che è un pò lunghetto :-)

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Come già ampiamente detto nei precedenti capitoli, dal 2001 le indicazioni della OMS (e degli enti nazionali e sovranazionali di controllo dell'alimentazione quali la AAP, l'ESPGHAN, ecc.) sulla nutrizione infantile nei primi mesi di vita, includono un dogma (lo chiamo in questo modo perchè pur essendo un suggerimento, viene da molti interpretato come un diktat) specifico: fino a 6 mesi allattamento al seno esclusivo (la precedente indicazione parlava di 4-6 mesi), assenza di aggiunte di qualsiasi genere (fossero anche semplici piccole reintegrazioni di acqua oligominerale), rinvio dell'introduzione di alimenti solidi a dopo i 6 mesi, evitamento del latte vaccino e dell'uovo fino all'anno o oltre.
Lo scopo era di:
1) migliorare il rapporto madre/figlio
2) evitare anemie e discrasie alimentari in relazione alle capacità digestive del bambino piccolo
3) soprattutto evitare possibili insorgenze di patologie allergiche

Ciò che meraviglia è che tali indicazioni sono state fornite (e non si capisce per quale motivo) senza un adeguato supporto scientifico, sulla base di due soli lavori (uno studio randomizzato prospettico di Kajosaari del 1991, che ventilava eczemi da introduzione precoce di cibo a 1 anno ma che ammetteva la loro spontanea scomparsa a 5 anni ed un altro, simile, di Fergusson del 1990, che però constatava la scomparsa di ogni sintomo a 10 anni).

All'atto della divulgazione non esistevano studi adeguati sulle conseguenze sia a breve che a lungo termine di un anticipo o di un ritardo nell'introduzione di alimenti solidi (svezzamento) quindi non si sapeva con certezza se gli obiettivi sopra elencati sarebbero stati effettivamente raggiunti adottando quei provvedimenti.
Dal 2001 in poi ci sono stati invece molti studiosi che, evidentemente non appieno convinti della cosa, hanno iniziato a valutare (sia retrospettivamente che prospetticamente) questo elemento non certo trascurabile.
Nei capitoli precedenti ho esposto piuttosto chiaramente il mio personale parere, basandomi sull'esperienza diretta e su valutazioni critiche di numerosi studi specifici. Alla prova del tempo il mio atteggiamento, decisamente controcorrente (introduzione di un pasto solido intorno ai 3-4 mesi ed uso di alimenti variati a partire dal 6° mese, includendo latte vaccino modificato in casa e uovo), si sta rivelando quello più adeguato, dato che molti autori, in anni recentissimi, iniziano a riportare risultati analoghi a quelli da me rilevati nel corso della mia attività clinica.

In questa sezione vorrei riportare voci autorevoli che si uniscono alla mia nel sottolineare come un'alimentazione adeguata ed uno svezzamento razionalmente condotto possono garantire, in prospettiva, un'ottima crescita ed un ferreo stato di salute generale.

Mi sono sempre sentito solo nel propugnare le soluzioni nutrizionali che mi sono care e che ho elaborato in anni di studio ed applicazione quindi, prima di iniziare una particolareggiata "rassegna stampa" sul tema, mi si conceda un piccolo moto di orgoglio perchè penso di meritarlo.

Nell'ormai lontano 1997 (già dopo anni di elaborazione dello schema di divezzo che ora ho messo interamente a punto e col quale ho aiutato a crescere moltissimi bambini) scrivevo, a proposito di una ventilata relazione tra introduzione "precoce" di cibi solidi ed allergie, la seguente frase (che estraggo dal precedente capitolo sul latte vaccino, scritto appunto nel 1997 e pubblicato sul web nel 2000): "" Ho la netta sensazione (ma le mie ricerche bibliografiche non l'hanno ancora vista confermata a livello sperimentale, probabilmente perchè non è venuto in mente a nessuno) che un ritardo nella presentazione degli antigeni comuni alimentari a livello intestinale provochi una specie di "blindatura" della mucosa. In un certo senso avviene un "chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori" Questo spiegherebbe come mai c'è una maggior tendenza a sviluppare allergie alimentari in quei bambini svezzati tardi e cimentati solo con alimenti altamente raffinati ed idrolisati o processati... in poche parole poco stimolati a livello mucoso. Sembra quasi che il primo anno di vita sia cruciale per l'instaurazione di un equilibrio immunitario efficace, sia nei confronti del latte che di tutti gli alimenti."".

Quando lo scrissi credo di essere stato l'unico a pensarlo, dato che l'unanime consenso era per un divezzo ritardato e per il non uso di latte vaccino o di alimenti che fossero meno che raffinati ed industrialmente trattati (le indicazioni dell'OMS, dell'AAP e dell'ESPGHAN hanno un peso enorme e quindi vengono accettate da tutti con scarso spirito critico).
Nella mia ricerca sul tema, che non si è mai fermata, ho trovato di recente chi, come me, inizia non solo a dubitare a sua volta delle indicazioni ufficiali ma riporta dati reali e cifre (quelle stesse cifre che all'epoca di quel mio scritto non c'erano...semplicemente perchè nessuno aveva condotto studi specifici sul tema) che dimostrano che avevo ragione.

Su Archives of Disease in Childhood è stato pubblicato, nell'Aprile 2004, uno studio prospettico (e non retrospettivo: questo significa dati veri, non indotti o dedotti) condotto in Germania su 642 bambini, reclutati alla nascita e seguiti fino all'età di 5 anni e mezzo. Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare se il ritardo nell'introduzione di cibi solidi fosse protettivo nei confronti dello sviluppo di asma, eczema o atopia. Ne traduco le parti salienti: ""Non c'è stata dimostrazione di un effetto protettivo ritardando l'introduzione dei solidi sia nei confronti dell'asma, sia dell'atopia che dell'eczema. Al contrario si è notato un incremento statisticamente significativo dell'insorgenza di patologie allergiche in relazione al ritardo nell'introduzione dell'uovo (60% di aumento delle probabilità) e del latte vaccino (70% di aumento delle probabilità).I risultati ottenuti non sostengono le raccomandazioni incluse nelle attuali linee-guida che vedono nell'introduzione ritardata degli alimenti solidi una protezione nei confronti delle allergie"".

Questa mia vittoria, già corroborata dall'evidenza clinica di cui ho direttamente beneficiato ma ora supportata da dati ufficiali, la dedico a tutti i bambini che ho seguito negli anni e ai loro genitori che hanno creduto in me e mi hanno seguito in questa lotta per un'alimentazione sana e razionale pur consapevoli di fare qualcosa "contro" l'ufficialità.

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Un saluto, ricordando (a chi non mi conoscesse ancora) che svezzamento non significa sospensione del latte materno e che io sono uno strenuo fautore dell'allattamento al seno :-)

Ricordo che questo è un "annuncio" e quindi non prevede messaggi accodati :-) Se ci sono commenti prego di postarli nel forum, fuori dagli annunci :-)
Dr. Stefano Tasca
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