10 anni e mezzo

[Meg]

la mia creatura più grande ha dieci anni e mezzo. In tutto questo tempo ho imparato a fare la mamma, ma da un annetto a questa parte ogni giorno che passa ho come la sensazione di non aver imparato assolutamente nulla.
E' sempre stata un carattere non facile. E' come se la sua parte emotiva sia completamente allo sbando, come se non avesse ancora un filtro razionale che le permetta di mediare, contenere, smussare, tutto ciò che prepotentemente si produce in lei a livello emotivo.
E più passa il tempo più peggiora.
Ci son giornate che nascono storte e finiscono peggio. Altre che sembrano partire bene ma poi al più piccolo disagio si trasformano in tragedie e abbondano i motivi di scontro con chi le sta accanto. Io che sono la mamma sono il suo bersaglio preferito, insieme alla sorella.
E così ogni giorno qui si va in giostra, su e giù, giù e su, anche quando vorresti scendere perchè tanto ci hai provato in ogni modo a farla ragionare, a capire cosa c'è che non va, e non è servito a niente. Ma scendere non si può, e ogni giorno ho sempre più addosso la sensazione di essere perseguitata da una creatura con la quale non so come comunicare, e che evidentemente non riesco ad aiutare.
E chissà se è davvero una disperata richiesta di aiuto la sua, o solo un modo per esprimersi nell'unico modo che per ora le riesce.
Io e mio marito siamo confusi, anche stanotte, dopo l'ennesima giornata/tortura , eravamo lì a letto a cercar di capire una figlia così ingarbugliata.
Ho letto Gordon, ne abbiamo parlato a lungo io e mio marito, e ci sembra che alcuni punti possano essere uno spunto interessante. Ma il metodo prevede un requisito di base che è la volontà di collaborare dei figli, che nasce dalla capacità dei figli di vedere oltre i propri personali bisogni, mettendoli sullo stesso piano di quelli degli altri. Lei non lo sa fare. Semplicemente lei non è interessata a voler trovare un accordo che stia bene a tutti, lei vuole appagare i suoi bisogni nel modo più consono per lei, punto.
Io sono sempre più stanca e arrabbiata.
Non so bene perchè sono arrivata in questo forum e perchè ho scritto tutto questo. Prima di scrivere ho cercato di vedere se qualche altro genitore qui ha i miei stessi problemi, quasi per trovare conforto nel fatto che si tratta di una fase, l'adolescenza, difficile per tutti.
Ma non ho trovato nessuno. Mia figlia è ancora piccola per certi problemi che ho letto qui, e allora perchè le mie giornate sono diventate un inferno?

C'è qualcuno che mi può aiutare a capire se tutto ciò è normale?

[Hege]

se ti puo' tirare su, Emma, che dall'età dei 3-4 anni e' stato una bimba molto solare e collaborativa, per un anno prima delle prime mestruazioni e' stata un inferno.
Sempre arrabbiata, sempre pronta a vedersi vittima.
Il metodo Gordon l'ho usato, non sempre, non in tutte le situazioni, ma quando mi sentivo pronta io, e qualche cosa e' migliorata, ognitanto abbiamo visto lo sprazzo di luce. Per esempio ("sei molto arrabbiata, vero?", "si, e non so neanche il perche..." poi pianto a dirotto) Ma piu' che altro e' stato il tempo a farla migliorare.

[Meg]

Hege io spero tanto nel tempo ma per ora il suo peggioramento non mi aiuta ad essere positiva.
Lo sai che ho ancora in mente un tuo intervento di qualche anno fa in salotto dove dicevi che tua figlia ( credo la più grande), che era sempre stata un carattere impegnativo, è migliorata con l'adolescenza? Non sai quante volte mi vieni in mente, e mi vengono in mente i gesti affettuosi che le tue figlie ti hanno fatto ( tipo la sorpresa per il vostro anniversario).
Nel casino in cui mi trovo queste testimonianze mi danno un pò di conforto. Grazie.

[Lora]

Meg, solo una cosina su Gordon perchè ho sempre il timore che passi come la soluzione di tutti i problemi, ma sappiamo che così non è: quello che puoi trarne è un modo diverso di comunicare con lei, indipendentemente dal fatto che poi sia collaborativa. Prima di arrivare al problem solving, c'è tutto un mondo fatto di ascolto e di accettazione, e quello forse può in qualche modo aiutarti. C'è anche un mondo fatto di sentimenti tuoi che sono importanti e non devono essere soffocati o mascherati, e questo ad esempio per me era stato fondamentale.

In taluni passaggi mi ricordi un'altra amica di mol, con tante difficoltà e una fatica inenarrabile, cui dicevo spesso che ai miei occhi lei era la mamma ideale per una figlia adolescente, e di tenere duro, di non giocarsi il tutto per tutto mentre la bambina era piccola, di provare a guardare un tantino più in là.
Provate a "convivervi" invece di combattervi.

[monyka]

Meg, hai provato a capire se tua figlia vive momenti di tensione particolari?
A scuola, per esempio, Magari un compagno/compagna prevaricatore, magari una maestra non proprio all'altezza del ruolo, magari gelosia nei confronti della sorella....
Ci sono mille variabili, ma se c'è un disagio dovrebbe prima essere "intuito".

Poi perchè non provi TU a fare un colloquio con uno psicologo infantile?
Giusto per avere una dritta in merito.
Se sei di milano ti posso indicare una professionista molto brava in queste cose; mi ci sono rivolta io per un disagio di mio figlio piccolo e mi p stata di grande aiuto - senza che il bimbo abbia mai dovuto incontrarla o "sospettare" della sua esistenza...

[Hege]

Prima di arrivare al problem solving, c'è tutto un mondo fatto di ascolto e di accettazione, e quello forse può in qualche modo aiutarti. C'è anche un mondo fatto di sentimenti tuoi che sono importanti e non devono essere soffocati o mascherati, e questo ad esempio per me era stato fondamentale.

questo quote di Lora e' importante. L'approccio di Gordon non e' "iniziare subito a parlare in modo che finalmente si comporterà meglio", ma mettersi seduti, respirare ed accettare.
Con Nora, chiusa e infelice con scatti di ira improvvise, ad un certo punto mi sono detto "devo smettere di cercare di cambiare e invece concentrarmi sul capire, capire lei ma anche me stessa". Questo da una "pausa" anche al genitore che spesso e' utile per uscire dalla "guerra quotidiana".

[Meg]

Meg, hai provato a capire se tua figlia vive momenti di tensione particolari?
A scuola, per esempio, Magari un compagno/compagna prevaricatore, magari una maestra non proprio all'altezza del ruolo, magari gelosia nei confronti della sorella....
Ci sono mille variabili, ma se c'è un disagio dovrebbe prima essere "intuito".

Poi perchè non provi TU a fare un colloquio con uno psicologo infantile?
Giusto per avere una dritta in merito.
Se sei di milano ti posso indicare una professionista molto brava in queste cose; mi ci sono rivolta io per un disagio di mio figlio piccolo e mi p stata di grande aiuto - senza che il bimbo abbia mai dovuto incontrarla o "sospettare" della sua esistenza...

mia figlia vive tensioni per ogni cosa, quindi anche per compagna prevaricatrice, maestra nuova non proprio empatica, gelosie nei confronti della sorella. Non ci manca niente.
Se il nuovo approccio che stiamo usando non dovesse produrre nessun cambiamento ci rivolgeremo ad uno psicologo, ho un'amica che ne ha uno molto bravo e mi consiglia continuamente di sentire lui con fiducia.

[Meg]

Meg, solo una cosina su Gordon perchè ho sempre il timore che passi come la soluzione di tutti i problemi, ma sappiamo che così non è: quello che puoi trarne è un modo diverso di comunicare con lei, indipendentemente dal fatto che poi sia collaborativa. Prima di arrivare al problem solving, c'è tutto un mondo fatto di ascolto e di accettazione, e quello forse può in qualche modo aiutarti. C'è anche un mondo fatto di sentimenti tuoi che sono importanti e non devono essere soffocati o mascherati, e questo ad esempio per me era stato fondamentale.

In taluni passaggi mi ricordi un'altra amica di mol, con tante difficoltà e una fatica inenarrabile, cui dicevo spesso che ai miei occhi lei era la mamma ideale per una figlia adolescente, e di tenere duro, di non giocarsi il tutto per tutto mentre la bambina era piccola, di provare a guardare un tantino più in là.
Provate a "convivervi" invece di combattervi.

si l'ascolto attivo, lo stiamo provando, a volte sembra andare meglio, altre no. Siamo solo all'inizio quindi non posso dire se funziona veramente o no, per ora serve più a me che a lei, nel senso che mi ha fatto riflettere sul mio modo di affrontare certi suoi momenti, forse non sempre ottimale. Io tendo a darle risposte, soluzioni, consigli e probabilmente sbaglio.

Quello che credo ci salvi è la grande volontà di ritrovarsi e riappacificarsi da entrambe le parti dopo ogni conflitto. Spero che almeno questo le resti anche crescendo e che non si chiuda come tanti adolescenti.
Mia figlia sa chiedere scusa, col cuore e non per timore, questo è importante. Io faccio altrettanto con lei e lo apprezza. però preferirei non dover vivere sempre sulle montagne russe, a volte non le sto proprio dietro e non riesco a capirla, non riesco a capire cosa c'è che realmente non va.

[Meg]

Prima di arrivare al problem solving, c'è tutto un mondo fatto di ascolto e di accettazione, e quello forse può in qualche modo aiutarti. C'è anche un mondo fatto di sentimenti tuoi che sono importanti e non devono essere soffocati o mascherati, e questo ad esempio per me era stato fondamentale.

questo quote di Lora e' importante. L'approccio di Gordon non e' "iniziare subito a parlare in modo che finalmente si comporterà meglio", ma mettersi seduti, respirare ed accettare.
Con Nora, chiusa e infelice con scatti di ira improvvise, ad un certo punto mi sono detto "devo smettere di cercare di cambiare e invece concentrarmi sul capire, capire lei ma anche me stessa". Questo da una "pausa" anche al genitore che spesso e' utile per uscire dalla "guerra quotidiana".

In questo Gordon mi è stato utile. Ho realizzato che per ansia mia dovuta alle sue continue cadute per fallimenti più o meno reali, la proteggevo troppo, a volte anche tarpandola per paura che certe situazioni le procurassero eccessive frustrazioni. La ritenevo io per prima non matura abbastanza.
Ora cerco semplicemente di starle accanto senza decidere se quello che fa va bene per lei o no, se lo fa vuol dire che va bene e quello che ne consegue sarà inevitabile ma necessario. E se fa a modo suo non vuol dire che sia sbagliato.
Ad esempio a maggio è stata invitata ad un pigiama party per il compleanno di una sua coetanea. All'ultimo ha deciso di andare ma senza fermarsi a dormire come tutte le altre amiche. Io ho cercato di farle cambiare idea, di farle credere che ce la poteva fare benissimo a stare una notte fuori casa senza di noi. Lei si è innervosita perchè non si è sentita capita. Alla fine ha fatto come voleva lei ma a me era rimasto l'amaro in bocca.
Ora mi chiedo perchè ci sono rimasta male, se a lei stava bene così? Per paura che si sentisse diversa dalle altre? Probabilmente si, ma era inevitabile e non ne sarebbe morta!
Infatti non ne ha fatta una tragedia ma io non ho perso occasione per farla sentire "strana".
Ora voglio essere io la prima a credere che può cavarsela da sola in tante situazioni, e non per convincere lei.

[Lora]

Meg, ho proprio l'impressione che questo di cui parli sia un nodo duro da sciogliere. Ricordo una volta, e forse te l'eri presa anche un pochino per la mia risposta, quando raccontasti del controlli che facevi per vedere se si era lavata per bene. Ti dissi allora che forse preferiva sapere che era in grado di farlo, e che col tempo avrebbe imparato a farlo bene, piuttosto che dover poi passare alla tua verifica. Scusami se riparlo di quella cosa, però da quanto scrivi qui sopra traspare che la tua difficoltà maggiore forse è proprio quella di cedere all'idea che possa fare (piccole) scelte sbagliate o agire nel modo non migliore possibile, e che tu possa non avere controllo su tutto.. Non è facile lasciarli fare, soprattutto quando dentro di noi sappiamo perfettamente quali saranno gli esiti, però a volte vale davvero la pena. Così, esattamente come anche noi preferiamo sbagliare da soli che avere rimpianti per aver seguito l'opinione di qualcun altro. Tu però hai una grande qualità Meg, la consapevolezza. Credimi non è da tutti.

[Meg]

oddio Lora non me l'ero presa per niente perchè non mi ricordavo nemmeno di questa cosa, non mi ricordo nemmeno del fatto che facevo controlli sulla sua igiene
comunque si, trovo difficile lasciarla sbagliare soprattutto perchè so che ha un livello molto alto di esigenza anche verso sè stessa e ogni fallimento la segna profondamente...però mi rendo conto che non posso sempre spianarle la strada, deve trovare le sue soluzioni e cercare dentro di sè le risorse per affrontare tutto, a partire dalle piccole cose. E qui casca l'asino, per ora...

[Lora]

era qualche anno fa

sempre per offrire spunti di riflessione: il controllo e quindi i tentativi che facciamo per non far loro commettere sbagli possono generare proprio quel meccanismo di non dover mai commettere sbagli.
Provo a spiegarmi. Se ho qualcuno che costantemente controlla e corregge il mio operato, ma io sento il bisogno di fare da me, di affrancarmi da questo controllo, di riuscire a cavarmela da sola, cercherò di fare tutto alla perfezione nel tentativo di non dover più, appunto, sentirmi "tutelata" o controllata da altri.

[crimassi]

ok...avrei potuto cambiare il titolo in "sette anni e mezzo" e copiare tutto quello che hai scritto Meg

adesso mi riprendo un attimo, rileggo il tutto e poi se riesco aggiungo qualcosa...

un altro titolo che avevo pensato io era :"figli facili e figli difficili"

non siamo sole....

[Lora]

oh crimassi ciao, io sono ancora in debito con te

[Meg]

ok...avrei potuto cambiare il titolo in "sette anni e mezzo" e copiare tutto quello che hai scritto Meg

adesso mi riprendo un attimo, rileggo il tutto e poi se riesco aggiungo qualcosa...

un altro titolo che avevo pensato io era :"figli facili e figli difficili"

non siamo sole....

ahhh che bello brancolare nel buio in due

racconta racconta. In effetti non è che mia figlia fino a 9 anni fosse facile da gestire, ma ora è peggiorata, e mi sa che abbiamo spazio di peggioramento ancora fino ai 16/17 anni. Non ce la posso fare.