NOTE SU SVEZZAMENTO (05/08) DA PEDIATRICS
Inviato: 14 maggio 2008, 11:41
Salve :-)
Riporto, per vostra informazione, una porzione di un lungo articolo comparso su PEDIATRICS - Maggio 2008 .
Riguarda il divezzo ed in particolare la sua influenza sulla eventualità di scatenare atopie o allergie o comunque danni sia di ordine immunitario sia di tipo più generale.
Mi fa piacere mettervi a parte di queste informazioni in primo luogo per rassicurare le madri che temono l'introduzione dei solidi prima del VI mese e l'uso di alimenti quali latte vaccino, uovo, glutine, ecc. prima di un anno, ed in secondo luogo per dimostrare che quanto propongo da sempre (come minimo 15 anni ...e con miriadi di bambini a testimoniarne l'efficacia) in materia di alimentazione infantile (vorrei far notare che quel che si dice in questo articolo di Pediatrics Maggio 2008 è esattamente quel che dico io nel mio libro pubblicato nel 2005-2006....due anni fa come minimo....stessa bibliografia....sono un antesignano: arrivo due anni prima degli americani! E chi sò? Mandrake? :-) ) è sostenuto da solidissime ed inconfutabili evidenze scientifiche, quindi.....di me c'è da fidarsi anche se grido fuori dal coro :-)
Per curiosità: date un'occhiata al post del 5/11/2005 che sta fra gli "importanti" ed è titolato "Svezzamento, salute e allergie"......è istruttivo :-)
viewtopic.php?f=9&t=205556
L'articolo è il seguente:
Greer FR; Sicherer SH; Burks AW
“Effetti degli interventi nutrizionali precoci sullo sviluppo di malattia atopica in lattanti e bambini: il ruolo delle restrizioni dietetiche materne, dell'allattamento al seno, del timing di introduzione dei cibi complementari e delle formule idrolisate”.
Pediatrics. 2008; 121(1):183-91 (ISSN: 1098-4275)
Riporto solo (traducendola) la parte riguardante i cibi complementari (i solidi, insomma) mentre l'abstract completo (in Inglese) lo riporto integralmente alla fine di questo thread, dopo la bibliografia
“Molte ricerche hanno preso in esame la durata dell'allattamento al seno ed i suoi effetti sulla malattia atopica. Tuttavia pochi studi hanno esaminato il timing di introduzione dei cibi complementari come fattore di rischio indipendente per la malattia atopica in bambini nutriti al seno o con formula. Un gruppo di esperti della European Academy of Allergology and Clinical Immunology ha raccomandato una dilazione nell'introduzione di cibi complementari (solidi) oltre i 6 mesi nei bambini alimentati al seno e/o con formula. Anche la AAP ha raccomandato che i cibi solidi fossero introdotti dopo i 6 mesi e che il latte intero fosse rimandato a dopo l'anno. Prima della pubblicazione di questo clinical report la AAP raccomandava anche, nei soggetti a rischio, di rimandare l'uovo a 2 anni e la frutta secca a dopo i 3 anni. Queste linee guida per l'introduzione di solidi erano basate sulle prove riportate in pochi studi e con molte limitazioni. Tre nuovi studi (riporto in calce gli estremi bibliografici) hanno riferito risultati contrastanti con quanto precedentemente asserito. [ omissis ]
In un più recente studio di coorte prospettico e longitudinale nel quale la dermatite atopica è stata confermata da test cutanei, 642 bambini sono stati seguiti fino all'età di 5 anni e mezzo: è stata accuratamente registrata la storia di introduzione dei solidi durante il primo anno di vita. Molti bambini avevano almeno un genitore con positività cutanea. I cereali sono stati introdotti ad una età mediana di 3 mesi, il latte a circa 6 mesi e l'uovo ad 8 mesi. La ritardata introduzione dei solidi non ha avuto alcun effetto sulla prevalenza di asma o di dermatite atopica sebbene c'è stato un AUMENTO DI RISCHIO DI DERMATITE ATOPICA IN RELAZIONE AL RITARDO (6-8 MESI) DI INTRODUZIONE, PIUTTOSTO CHE ALLA SUA PRECOCITA', SIA DELL'UOVO CHE DEL LATTE VACCINO.
Un altro studio ha addirittura suggerito che i bambini esposti ai cereali prima dei 6 mesi di età (in confronto a quelli con esposizione dopo i 6 mesi) siano protetti dalla sintesi di IgE specifiche (celiachia)
Insomma ciò che emerge da questi studi non permette, nel suo globale, di concludere che ci sia una forte (e diretta) relazione fra timing di introduzione dei cibi complementari e dermatite atopica (o asma, aggiungo io). Questo solleva SERI DUBBI SUI BENEFICI DI UNA DILAZIONE NELL'INTRODUZIONE DEI CIBI SOLIDI RITENUTI ALTAMENTE ALLERGICI (UOVO, LATTE VACCINO, FRUTTA SECCA)."
Chi ha letto il mio libro (Allattamento, svezzamento e nutrizione del bambino Mammeonline 2006) certamente si troverà piacevolmente sorpreso, se avrà adottato i suggerimenti che fornisco, nel constatare di aver messo in atto con molto anticipo quel che solo ora, a livello internazionale, sta rivestendosi di un manto di ufficialità. Eppure basta solo un pò di buonsenso per fare la cosa giusta...a volte basta solo farsi qualche semplice domanda e non dare per scontato che ciò che pone in atto la "maggioranza" sia giusto per definizione :-) Spesso ciò che "fanno tutti" è sbagliato: meditare, please :-)
Bibliografia:
1.Morgan J, Williams P, Norris F, Williams CM, Larkin M, Hampton S. Eczema and early solid feeding in preterm infants. Arch Dis Child. 2004;89 :309 –314
2.Zutavern A, von Mutius E, Harris J, et al. The introduction of solids in relation to asthma and eczema. Arch Dis Child. 2004;89 :303 –308
3.Zutavern A, Brockow I, Schaaf B, et al. Timing of solid food introduction in relation to atopic dermatitis and atopic sensitization: results from a prospective birth cohort study. Pediatrics. 2006;117 :401 –411
ABSTRACT:
This clinical report reviews the nutritional options during pregnancy, lactation, and the first year of life that may affect the development of atopic disease (atopic dermatitis, asthma, food allergy) in early life. It replaces an earlier policy statement from the American Academy of Pediatrics that addressed the use of hypoallergenic infant formulas and included provisional recommendations for dietary management for the prevention of atopic disease. The documented benefits of nutritional intervention that may prevent or delay the onset of atopic disease are largely limited to infants at high risk of developing allergy (ie, infants with at least 1 first-degree relative [parent or sibling] with allergic disease). Current evidence does not support a major role for maternal dietary restrictions during pregnancy or lactation. There is evidence that breastfeeding for at least 4 months, compared with feeding formula made with intact cow milk protein, prevents or delays the occurrence of atopic dermatitis, cow milk allergy, and wheezing in early childhood. In studies of infants at high risk of atopy and who are not exclusively breastfed for 4 to 6 months, there is modest evidence that the onset of atopic disease may be delayed or prevented by the use of hydrolyzed formulas compared with formula made with intact cow milk protein, particularly for atopic dermatitis. Comparative studies of the various hydrolyzed formulas also indicate that not all formulas have the same protective benefit. There is also little evidence that delaying the timing of the introduction of complementary foods beyond 4 to 6 months of age prevents the occurrence of atopic disease. At present, there are insufficient data to document a protective effect of any dietary intervention beyond 4 to 6 months of age for the development of atopic disease.
Riporto, per vostra informazione, una porzione di un lungo articolo comparso su PEDIATRICS - Maggio 2008 .
Riguarda il divezzo ed in particolare la sua influenza sulla eventualità di scatenare atopie o allergie o comunque danni sia di ordine immunitario sia di tipo più generale.
Mi fa piacere mettervi a parte di queste informazioni in primo luogo per rassicurare le madri che temono l'introduzione dei solidi prima del VI mese e l'uso di alimenti quali latte vaccino, uovo, glutine, ecc. prima di un anno, ed in secondo luogo per dimostrare che quanto propongo da sempre (come minimo 15 anni ...e con miriadi di bambini a testimoniarne l'efficacia) in materia di alimentazione infantile (vorrei far notare che quel che si dice in questo articolo di Pediatrics Maggio 2008 è esattamente quel che dico io nel mio libro pubblicato nel 2005-2006....due anni fa come minimo....stessa bibliografia....sono un antesignano: arrivo due anni prima degli americani! E chi sò? Mandrake? :-) ) è sostenuto da solidissime ed inconfutabili evidenze scientifiche, quindi.....di me c'è da fidarsi anche se grido fuori dal coro :-)
Per curiosità: date un'occhiata al post del 5/11/2005 che sta fra gli "importanti" ed è titolato "Svezzamento, salute e allergie"......è istruttivo :-)
viewtopic.php?f=9&t=205556
L'articolo è il seguente:
Greer FR; Sicherer SH; Burks AW
“Effetti degli interventi nutrizionali precoci sullo sviluppo di malattia atopica in lattanti e bambini: il ruolo delle restrizioni dietetiche materne, dell'allattamento al seno, del timing di introduzione dei cibi complementari e delle formule idrolisate”.
Pediatrics. 2008; 121(1):183-91 (ISSN: 1098-4275)
Riporto solo (traducendola) la parte riguardante i cibi complementari (i solidi, insomma) mentre l'abstract completo (in Inglese) lo riporto integralmente alla fine di questo thread, dopo la bibliografia
“Molte ricerche hanno preso in esame la durata dell'allattamento al seno ed i suoi effetti sulla malattia atopica. Tuttavia pochi studi hanno esaminato il timing di introduzione dei cibi complementari come fattore di rischio indipendente per la malattia atopica in bambini nutriti al seno o con formula. Un gruppo di esperti della European Academy of Allergology and Clinical Immunology ha raccomandato una dilazione nell'introduzione di cibi complementari (solidi) oltre i 6 mesi nei bambini alimentati al seno e/o con formula. Anche la AAP ha raccomandato che i cibi solidi fossero introdotti dopo i 6 mesi e che il latte intero fosse rimandato a dopo l'anno. Prima della pubblicazione di questo clinical report la AAP raccomandava anche, nei soggetti a rischio, di rimandare l'uovo a 2 anni e la frutta secca a dopo i 3 anni. Queste linee guida per l'introduzione di solidi erano basate sulle prove riportate in pochi studi e con molte limitazioni. Tre nuovi studi (riporto in calce gli estremi bibliografici) hanno riferito risultati contrastanti con quanto precedentemente asserito. [ omissis ]
In un più recente studio di coorte prospettico e longitudinale nel quale la dermatite atopica è stata confermata da test cutanei, 642 bambini sono stati seguiti fino all'età di 5 anni e mezzo: è stata accuratamente registrata la storia di introduzione dei solidi durante il primo anno di vita. Molti bambini avevano almeno un genitore con positività cutanea. I cereali sono stati introdotti ad una età mediana di 3 mesi, il latte a circa 6 mesi e l'uovo ad 8 mesi. La ritardata introduzione dei solidi non ha avuto alcun effetto sulla prevalenza di asma o di dermatite atopica sebbene c'è stato un AUMENTO DI RISCHIO DI DERMATITE ATOPICA IN RELAZIONE AL RITARDO (6-8 MESI) DI INTRODUZIONE, PIUTTOSTO CHE ALLA SUA PRECOCITA', SIA DELL'UOVO CHE DEL LATTE VACCINO.
Un altro studio ha addirittura suggerito che i bambini esposti ai cereali prima dei 6 mesi di età (in confronto a quelli con esposizione dopo i 6 mesi) siano protetti dalla sintesi di IgE specifiche (celiachia)
Insomma ciò che emerge da questi studi non permette, nel suo globale, di concludere che ci sia una forte (e diretta) relazione fra timing di introduzione dei cibi complementari e dermatite atopica (o asma, aggiungo io). Questo solleva SERI DUBBI SUI BENEFICI DI UNA DILAZIONE NELL'INTRODUZIONE DEI CIBI SOLIDI RITENUTI ALTAMENTE ALLERGICI (UOVO, LATTE VACCINO, FRUTTA SECCA)."
Chi ha letto il mio libro (Allattamento, svezzamento e nutrizione del bambino Mammeonline 2006) certamente si troverà piacevolmente sorpreso, se avrà adottato i suggerimenti che fornisco, nel constatare di aver messo in atto con molto anticipo quel che solo ora, a livello internazionale, sta rivestendosi di un manto di ufficialità. Eppure basta solo un pò di buonsenso per fare la cosa giusta...a volte basta solo farsi qualche semplice domanda e non dare per scontato che ciò che pone in atto la "maggioranza" sia giusto per definizione :-) Spesso ciò che "fanno tutti" è sbagliato: meditare, please :-)
Bibliografia:
1.Morgan J, Williams P, Norris F, Williams CM, Larkin M, Hampton S. Eczema and early solid feeding in preterm infants. Arch Dis Child. 2004;89 :309 –314
2.Zutavern A, von Mutius E, Harris J, et al. The introduction of solids in relation to asthma and eczema. Arch Dis Child. 2004;89 :303 –308
3.Zutavern A, Brockow I, Schaaf B, et al. Timing of solid food introduction in relation to atopic dermatitis and atopic sensitization: results from a prospective birth cohort study. Pediatrics. 2006;117 :401 –411
ABSTRACT:
This clinical report reviews the nutritional options during pregnancy, lactation, and the first year of life that may affect the development of atopic disease (atopic dermatitis, asthma, food allergy) in early life. It replaces an earlier policy statement from the American Academy of Pediatrics that addressed the use of hypoallergenic infant formulas and included provisional recommendations for dietary management for the prevention of atopic disease. The documented benefits of nutritional intervention that may prevent or delay the onset of atopic disease are largely limited to infants at high risk of developing allergy (ie, infants with at least 1 first-degree relative [parent or sibling] with allergic disease). Current evidence does not support a major role for maternal dietary restrictions during pregnancy or lactation. There is evidence that breastfeeding for at least 4 months, compared with feeding formula made with intact cow milk protein, prevents or delays the occurrence of atopic dermatitis, cow milk allergy, and wheezing in early childhood. In studies of infants at high risk of atopy and who are not exclusively breastfed for 4 to 6 months, there is modest evidence that the onset of atopic disease may be delayed or prevented by the use of hydrolyzed formulas compared with formula made with intact cow milk protein, particularly for atopic dermatitis. Comparative studies of the various hydrolyzed formulas also indicate that not all formulas have the same protective benefit. There is also little evidence that delaying the timing of the introduction of complementary foods beyond 4 to 6 months of age prevents the occurrence of atopic disease. At present, there are insufficient data to document a protective effect of any dietary intervention beyond 4 to 6 months of age for the development of atopic disease.